La strategia sionista prevede la costruzione di uno spazio totalmente ebreo ripulito dalla popolazione autoctona, la quale entra ed esce – un quarto dei palestinesi è passato nelle carceri israeliane – dalle galere di Tel Aviv. Israele non si limita a ciò; il primo ministro Netanyahu sta portando avanti, in accordo col Ruanda e l’Uganda, una politica liberticida nei confronti dei profughi africani, tanto da ottenere il plauso dei neonazisti e dell’estrema destra europea e mondiale.
Ai profughi, che fuggono da regimi sanguinari finanziati dall’imperialismo USA, viene imposta una scelta disumana: ‘’O vai in Ruanda – dicono i fascisti israeliani – oppure finisci nelle nostre carceri e non è detto che verrai rilasciato’’. Il giornale Haaretz ha denunciato la prassi neofascista di Netanyahu. Leggiamo: “Appena arrivati all’aeroporto di Kigali in Ruanda, ai deportati confiscano l’unica documentazione in possesso, il lasciapassare datogli dagli israeliani all’imbarco. Sono rinchiusi in una stanza d’albergo. Quindi vengono informati che devono lasciare rapidamente il Paese. I ruandesi poi li consegnano ai contrabbandieri che li trasferiscono, contro il pagamento di centinaia o addirittura migliaia di dollari, in Uganda, poi nel Sud Sudan, in Sudan e da lì in Libia, da dove cercheranno di guadagnare l’Europa“. Ed ancora “In considerazione delle decine di testimonianze che abbiamo raccolto e delle nostre ricerche, stimiamo che diverse centinaia di questi rifugiati siano morti per tortura e maltrattamenti in Libia, o siano annegati nel Mediterraneo” 1. Lo Stato ‘’per soli ebrei’’ paga alle dittature ruandese ed ugandese ben 5.000 dollari per ogni immigrato illegittimamente espulso. La sinistra ‘’radical chic’’ cosa ha da dire sul neofascismo reale dello ‘’Stato ebraico’’ (perché è così che Israele pretende d’essere chiamata)? Non ci stupisce che Spencer ed i neonazi statunitensi guardino al sionismo, al modello d’uno Stato prigione, cinico e torturatore.
Profughi africani nei lager israeliani
Il mandato di Netanyahu ha consacrato la vittoria dell’Alt Right negli USA. Molti parlano di neofascismo statunitense ma l’Alt Right è l’anello di congiunzione fra i neoconservatori ed i neonazisti veri e propri, infatti, in Europa, David Horowitz ha fatto da ponte fra i neocon e le organizzazioni nostalgiche delle dittature di Hitler e Mussolini. Il modello dell’etno-Stato è il rovescio della medaglia rispetto al liberal-imperialismo. Il giornalista Daniel Levy presenta, in questo articolo, alcune tesi interessanti, vale la pena riflettere su quanto scritto: “L’approccio sconvolge le ipotesi che hanno guidato gli sforzi di pace e la politica statunitense per oltre un quarto di secolo: Israele non ha altra alternativa all’eventuale ritiro territoriale ed accettazione di qualcosa che somiglia abbastanza a uno Stato palestinese sovrano ed indipendente, generalmente lungo le linee del 1967. Sfida la presunzione che la negazione permanente di un simile risultato sia incompatibile su come Israele si percepisca come democrazia. Inoltre, sfida la supposizione degli sforzi per la pace, che questa negazione sarebbe per nulla accettabile per gli alleati chiave da cui dipende Israele… “Nei bastioni tradizionali del sostegno ad Israele, Netanyahu ha accettato una scommessa calcolata, basterebbe che il supporto ebraico-americano continui a sostenere un Israele sempre più illiberale ed etno-nazionalista per facilitare la perpetuazione della relazione circolare USA-Israele? Netanyahu ha scommesso di sì, e aveva ragione“ 2. Quindi la destra israeliana – ma anche la ‘’sinistra’’ non è da meno – sta lavorando per sostituire, su scala mondiale, le ‘’democrazie liberali’’ con regimi illiberali ed etnici puntando su ideologie integraliste come il wahabismo, l’induismo ed il buddismo politico. Il capo dell’Alt Right USA, Richard Spencer, ha dichiarato che il suo movimento si rifà al White Zionism, coniugando liberismo ed hitlerismo. La destra, intollerante e razzista, vorrebbe trasformare l’Europa in un carcere per questo – dalla Le Pen ad Alba Dorata – guarda al sionismo. Lo Stato prigione per eccellenza. La sinistra gli prepara il terreno fertile – privatizzazioni e ‘’rivoluzioni colorate’’ – i neocon fanno il resto. In Israele la ‘’sinistra’’ dei muri poteva rendere il Likud superfluo, per questo il genocida Bennet si è inventato qualcosa di nuovo. Fanatismo, razzismo, fondamentalismo religioso ed odio verso i migranti: Israele, oggi, è (anche) questa.
Una protesta del gruppo anti-Arabo Lehava a Tel Aviv
Israele non accetta nessuna soluzione diplomatica e sfrutta le politiche liberal-imperialiste in quanto benzina sul fuoco neonazista. In Europa è stata graziata dalla destra radicale la quale ha bloccato il riconoscimento dello Stato palestinese; per chi rivendica il peso morale della Shoah – ridotta a ‘’religione dell’Olocausto’’ come dice Gilad Atzmon – è davvero una vergogna senza fine allearsi politicamente coi reduci del Ku Klux Klan, ma è proprio questo che Tel Aviv fa: tollerare il ‘’sionismo religioso’’ interno e consolidare alleanze con tutte le destre, anche le peggiori, in politica estera.
Il partito di Breivik era pro-Israele e l’AfD tedesca è per il White Zionism; i negazionisti della Shoah appoggiano il Likud e vorrebbero portare in Europa, contro lavoratori ed immigrati, i suoi metodi. Un vero orrore. Su Electronic Intifada, Ali Abunimah è davvero efficace nel documentare i legami fra l’Alt Right e lo Stato ‘’per soli ebrei’’. Leggiamo:
‘’Quello che avviene in Germania è un’altra faccia dell’alleanza tra suprematisti bianchi e sionisti che ha trovato ospitalità nella Casa Bianca di Donald Trump.
Nelle ultime settimane i portabandiera liberal [definizione dei liberaldemocratici nel sistema politico statunitense, ndt.] “The New York Times” e ”The Washington Post si sono messi alla ricerca delle ombre inesistenti di interferenze russe nelle elezioni tedesche.
Nel frattempo, come ha informato Lee Fang per “The Intercept” [sito di controinformazione statunitense, ndt.], il “Gatestone Institute”, il gruppo di studio di Nina Rosenwald, finanziatrice della maggiore industria dell’islamofobia, aveva inondato le reti sociali tedesche con “un costante flusso di contenuti infuocati sulle elezioni tedesche, centrato sull’alimentare timori nei confronti di immigrati e musulmani.”
Il “Gatestone Institute” è presieduto da John Bolton, l’ex diplomatico neoconservatore noto per il suo aggressivo appoggio all’invasione dell’Iraq.
Articoli di “Gatestone” che facevano appelli in merito alla cristianità “in estinzione” e che mettevano in guardia sulla costruzione di moschee in Germania sono stati regolarmente tradotti in tedesco e postati da politici e simpatizzanti dell’AfD.
Innumerevoli resoconti sostenevano che immigrati e rifugiati stavano violentando donne tedesche e portando nel Paese malattie pericolose, temi classici della propaganda nazista, utilizzati a suo tempo per incitare l’odio genocida nei confronti degli ebrei.’’ 3
Il neofascismo ha sostituito l’antisemitismo con l’islamofobia e la giudeofobia col giudeocentrismo, prendendo come modello il sistema repressivo israeliano. Si tratta d’una anomalia storica speculare al negazionismo della Shoah, il paranoico senso di colpa della destra antisemita che, non potendo rivendicare il nucleo metafisico del progetto criminale di Hitler, o lo nega oppure finge di collocarsi agli antipodi sostituendo il culto della Germania nazista con quello dell’Israele bianco.
Possiamo riappellarci a fonti israeliane. Il giornalista Gideon Levy, da anni, combatte contro il nuovo ‘’fascismo ebraico’’: ‘’Oggi i migliori ‘amici di Israele’ sono fascisti e evangelici, xenofobi e islamofobi. Ciò che conta è che sostengano l’occupazione. Sono solo gli oppositori dell’occupazione ad essere antisemiti, e quindi da combattere anche con uno sforzo speciale. Tutti gli altri saranno perdonati’’ 4. Non solo il fanatismo dei rabbini, anche i gruppetti che si rifanno direttamente all’hitlerismo crescono, come emerge dagli archivi di Zalman Gilichinsky, immigrato in Israele dalla Moldovia nel 1989, nel sito pogrom.com, dove vengono riportate alcune fotografie inquietanti.
Neonazisti israeliani
Ci sono numerosi video in cui le analogie fra i coloni e le SS sono evidenti. I rappresentanti della destra coloniale sono la “Gestapo israeliana”, del resto tanti reporter coraggiosi lo dimostrano in modo inoppugnabile. Regis Debray ha ragione: lo ‘’Stato ebraico’’ è accecato dall’Olocausto, uccide senza pietà.
1.
https://aurorasito.wordpress.com/2017/11/28/israele-e-responsabile-della-morte-di-centinaia-di-migranti/#respond
2.
https://aurorasito.wordpress.com/2017/09/06/le-ragioni-del-panico-di-netanyahu/
3.
http://zeitun.info/2017/09/26/i-neonazisti-tedeschi-vedono-israele-come-un-modello-da-seguire/
4.
http://www.assopacepalestina.org/2017/08/i-neo-nazisti-ebrei/