L’aggressione imperialista israeliana contro la Terra di Palestina rappresenta un nuovo fronte di guerra aperto dall’élite aziendale occidentale, nel tentativo di accelerare la transizione al capitalismo del Grande Reset. Il sionismo, tanto nella versione territoriale che in quella cosmopolita anglosassone, ha avuto un ruolo di primissimo piano nella transizione dal capitalismo finanziario del ventunesimo secolo all’attuale ‘’società della sorveglianza’’.
Israele è destinata alla sconfitta
Il bombardamento di Gaza ha ridelineato la mano stragista dello stato ‘’per soli ebrei’’ nella nuova Architettura di potere: 29 morti e 253 feriti1, i quali avranno un impatto enorme sul debolissimo sistema sanitario islamico, devastato da decenni di boicottaggio e sanzioni coordinati dall’élite europea e statunitense.
La mattanza di Gaza è stata accompagnata da una campagna d’arresti di leader del Jihad Islamico 2, una operazione che vorrebbe privare la Resistenza palestinese dei propri strateghi militari nell’organizzazione della guerriglia a-simmetrica. Israele non ha il diritto alla vittoria: il regime sionista, occupando la nazione panaraba, ha il suo posto nella storia del colonialismo e dell’imperialismo come stato colono che persegue un piano di conquista razzialista che, negli ultimi vent’anni, ha fatto scuola ai vertici del Pentagono.
I complessi militari-industriali israeliano e statunitense potrebbero aver compreso che USA e Israele sono regimi imperialisti incapaci di gestire una guerra convenzionale di ‘’terza generazione’’, basata sul controllo del territorio e sulla valorizzazione delle Capacità Umane nell’elaborazione delle strategie militari. Per questo motivo il duo USA-Sionismo ha ripiegato sulla guerra non convenzionale di ‘’quarta generazione’’, manipolando l’opinione pubblica occidentale ed optando per l’assassinio mirato dei leader della Resistenza: l’operazione terroristica che ha portato all’uccisione del generale-martire Qasem Soleimani è un punto d’inizio, e non d’arrivo, nel terrorismo del ventunesimo secolo.
La lobby filo-israeliana in Europa persegue due modalità propagandistiche differenti: da un lato telecomanda la solidarietà selettiva della sinistra sintetica e della destra aziendale, entrambe schierate col Battaglione Azov in Ucraina e con la colonizzazione sionista nel Medio Oriente; dall’altra parte, poggiando sulla penetrazione delle Onlus nel campo della sinistra post-marxista, oscurano la centralità della Resistenza antimperialista relegando la causa palestinese ad una questione di pietismo degli occidentali di ‘’buon cuore’’. Nei media europei, compresi quelli ‘’alternativi’’, scompare la dimensione geopolitica della lotta di classe nel XXI sec.: la transizione al multipolarismo, dove Donbass e Palestina potrebbero diventare la porta d’ingresso dell’Eurasia.
L’Operazione Speciale Z e la Resistenza palestinese perseguono gli stessi obiettivi
L’Operazione Speciale Z e la Resistenza palestinese perseguono la stessa prospettiva geopolitica: riequilibrare gli assetti strategici globali, nella prospettiva d’una rivoluzione patriottica che elimini l’élite aziendale anglosassone dalla ‘’grande scacchiera ‘’. Centro e periferia vivono un rapporto simbiotico a causa dello sviluppo ineguale e combinato dell’economia borghese; se la borghesia compradora è una proiezione dell’élite metropolitana, negli stessi termini la disfatta imperialista USA nel cuore d’Europa potrebbe aprire a nuove sconfitte nelle aree periferiche.
Come ha spiegato Rainer Shea, la riuscita dell’Operazione Militare Speciale russa potrebbe portare al collasso del sionismo, così come il declino della Dottrina Monroe in America Latina porterà alla decomposizione dell’uribismo e del bolsonarismo: la violenza anti-popolare del Grande Reset è commisurato alle sconfitte che Washington, Londra e Tel Aviv, da qui ai prossimi mesi, subiranno in quelle che Mao chiamava zone tempestose. La transizione alla ‘’società della sorveglianza ‘’ spaccherà il mondo in due, decretando il declino definitivo degli Stati Uniti e di Israele all’esterno del mondo globalizzato. Israele uccide civili inermi, ma militarmente è destinato all’ennesima disfatta.
Periodicamente Israele lancia operazioni di genocidio contro la Striscia di Gaza, per garantirsi il controllo delle risorse di gas a largo della striscia. Un regime che agonizza davanti alla propria incapacità di cooperare coi vicini, prediligendo la mattanza al rispetto del diritto internazionale. Aveva ragione il presidente socialista Hugo Chavez: ‘’Israele è un braccio assassino dell’Impero yankee’’.
https://www.infopal.it/fermate-la-mano-stragista-di-israele-29-morti-e-253-feriti-nei-bombardamenti-contro-gaza/
https://www.infopal.it/campagna-di-arresti-di-leader-e-membri-del-jihad-islamico-in-tutta-la-cisgiordania/
Fonte foto: Agenzia Nova (da Google)