Israele ha “suggerito” l’arresto di Durov?


Il regime israeliano-fascista si è trasformato in un incubo totalitario; il governo sionista-revisionista, nel tentativo disperato di congelare le proteste (perlopiù egemonizzate dalla fazione sionista-liberale), ha optato per il taglio degli stipendi, una misura introduttiva del meccanismo perverso dei crediti sociali. L’edificazione di una nuova Architettura di potere e la digitalizzazione della repressione hanno offerto una nuova opzione all’élite aziendale, un avanzamento verso il “capitalismo della sorveglianza”: cancellare socialmente i dissidenti con un click, bloccando l’accesso ai conti correnti. Questa misura, denunciata per primo da chi lo scriveva su L’Interferenza nel periodo “pandemico”, è stata introdotta in Canada, accennata nell’UE ed approfondita in Israele; un orizzonte orwelliano, la cui introduzione è stata facilitata dall’ideologia anti-cinese dei fantomatici movimenti “anti-sistema”. L’Occidente collettivo, da Israele al Canada, sta diventando una prigione per i popoli.

Pavel Durov, un liberal-globalista multipolare

In Francia, il fondatore di Telegram, il tecnico informatico Pavel Durov, è stato preso in ostaggio dal “regime” neoliberale di Macron. La guerra del gruppo Meta contro Durov, il quale non verrà trasformato in un Assange 2.0, è interna ad alcune caratteristiche delle guerre del ventunesimo secolo: la conquista del cervello umano, passando per il controllo dei cyber-spazi.

Durov, di fatto, è accusato di “non collaborare” con l’intelligence occidentale, dando spazio a canali antimperialisti i quali, aggirando la censura del gruppo Meta (monopolizzato da CIA e Mossad), possono diffondere più o meno liberamente cables compromettenti per il deep state angloamericano. I fratelli Durov, rispettivamente un tecnico informatico ed un matematico, volenti o nolenti sono entrati in rotta di collisione con l’unilateralismo USA, favorendo processi di democratizzazione del giornalismo.

Telegram è il socialnetwork preferito all’esterno del mondo globalizzato; la detenzione di Durov è prevalentemente una questione geopolitica, sollevata dal NATOstan contro l’Eurasia, nella fase senile dell’unipolarismo tardo-capitalista. Domanda: i fratelli Durov, in parte “impestati” dall’ideologia liberal-globalista, hanno stipulato un accordo con la mega-burocrazia francese in cambio del regime di semilibertà? Allo stato attuale, come ha sottolineato il giornalista investigativo Pepe Escobar 1, non possiamo dare una risposta a questa domanda, ciononostante abbiamo una certezza: Pavel Durov, un liberal-globalista multipolare, non diventerà una sorta di Assange 2.0.

Le piattaforme online come strumento di controllo da parte del Sionismo

Le piattaforme online, promosse dall’élite capitalista, sono uno strumento di Propaganda dell’imperialismo e del sionismo; Facebook, come ha dimostrato lo storico Diego Siragusa, è fortemente influenzata dagli apparati d’intelligence israeliani che, nell’indifferenza degli ordini professionali (es. ODG), censurano l’informazione multipolare e radical-democratica.

A riguardo, Pars Today ha intervistato il Dr. Rahman Gharemanpour, ricercatore specializzato nello studio delle relazioni internazionali il quale, partendo dal processo kafkiano a Pavel Durov, ha analizzato il problema della libertà d’espressione nell’Occidente collettivo. Questo studioso ritiene che il problema della libertà, inerisca ad una questione profondamente filosofica: l’unipolarismo, adottando l’ideologia perversa dello scontro di civiltà sistematizzata da Samuel Hungtinton, ha istituzionalizzato l’ignoranza neocons indottrinando una generazione di pseudo-intellettuali cerebralmente colonizzati.

Leggiamo dall’intervista a Rahman Gharemanpour:

“La sensibilità sulla piattaforma Telegram e sui social network è aumentata con l’introduzione del modello di intelligenza artificiale e la possibilità di raccogliere più informazioni sugli utenti. Infatti, i proprietari di queste piattaforme mirano tutti ad attirare più utenti in modo che possano ottenere più pubblicità e diventare attori esclusivi in ​​diversi campi rafforzando la loro base finanziaria. Una questione che va contro la volontà degli statisti occidentali.” 2

“La libertà di parola è un ideale e di fatto è sempre stata una funzione del potere. In questo contesto, possiamo fare riferimento alle politiche mediatiche dell’Occidente riguardo alle azioni del regime sionista contro i palestinesi. Sfortunatamente, è un problema doloroso che i media occidentali siano rimasti indifferenti per anni alla questione dei bambini israeliani e palestinesi, e che si riflettano meno notizie sulle loro azioni disumane nei confronti dei palestinesi.

In altre parole, nel mondo reale, i paesi che detengono il potere economico e politico sono sempre gli attori nel campo dei media, in questo campo si può citare la performance della BBC e della CNN nelle crisi e nei problemi di diversi paesi del mondo. Possiamo anche sottolineare la mancanza di attenzione dei media dei paesi occidentali e la mancanza di una reale pubblicazione dei crimini israeliani in Palestina, la mancanza di rispetto per i fondamenti religiosi dei musulmani, fino al rogo del Corano, gli incontri violenti con i neri e la mancanza di adeguate copertura della notizia di questi eventi.”

La Francia da Simulacro della Ragione è diventata, sotto protettorato USA, il Simulacro d’una tirannide ostile ala storia e alla cultura illuminista. I media occidentali, normalizzando lo sterminio delle popolazioni russofone della Nuova Russia e dei palestinesi, hanno contribuito a considerare il genocidio una opzione politica, ben accetta da alcuni settori dell’opinione pubblica “progressista”. I governi occidentali, dopo una attenta disamina delle loro politiche, sono lo zerbino dei complessi militari-industriali israeliano e statunitense. L’epicentro d’una dittatura orwelliana.

In che modo, i Paesi “non allineati” ed antimperialisti dovrebbero difendersi dalla tecnocrazia neoliberale? Per il Dr.Gharemanpour:

“abbiamo bisogno di creare le giuste infrastrutture, sviluppare l’intelligenza artificiale e utilizzare nuove tecnologie in questi campi, infatti, possiamo sfidare queste nuove piattaforme e lo spazio mediatico da esse creato quando saremo in possesso delle infrastrutture e le conoscenze necessarie al riguardo. Una questione condivisa fortemente dal leader della Rivoluzione Islamica nel suo recente intervento.”(Ibidem)

L’Iran, nonostante la propaganda occidentale, è un baluardo della modernizzazione. L’Intelligenza Artificiale (IA), una volta liberata dall’ideologia perversa e guerrafondaia del NATOstan, potrebbe favorire i processi d’emancipazione del mondo del lavoro. Per dirla con Leon Trotsky: “il socialismo non è la socializzazione della miseria”.

https://parstoday.ir/it/news/iran-i356782-dominio_dei_social_network_con_doppio_standard_occidentale_l’analisi_dell’arresto_del_proprietario_di_telegram_nella_conversazione_con_pars_today

Fonte foto: Youtube (da Google)

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