Ipocrite richieste umanitarie USA/UE per Idlib

Se è vero che la provincia siriana di Idlib raccoglie più di un milione di profughi provenienti da altre aree devastate del Paese dai jihadisti e che la città conta più di 150.000 abitanti e che perciò un attacco massiccio da parte dell’esercito siriano e dai suoi alleati può comportare un eccidio al minimo di centinaia di civili, è anche vero che le stragi di Raqqa e di Mosul compiute dalla coalizione USA non hanno suscitato particolare interesse da parte dei media occidentali, e neanche appelli accorati sulla possibile successiva crisi umanitaria. In tali spedizioni militari furiose e spietate si trattava di eliminare il nemico e gli effetti collaterali venivano ritenuti perciò un danno necessario e giustificabile.
Il sottoscritto che non ama nessuna guerra e ritiene indecente giustificare i danni collaterali relativi ai civili, non può fare a meno di sottolineare la doppiezza oscena dell’Occidente ( ONU; UE; USA…) che reagisce con grande preoccupazione all’attacco siriano contro i jihadisti perché vede i suoi interessi di dominio coloniale in pericolo. Donald Trump, cuore umanitario, teme la morte di centinaia di migliaia di persone e pone sull’avviso Russia, Siria e Iran, stretta alleata di Damasco. Che, dal canto loro, accusano il Presidente USA e la Nato di irresponsabilità.

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Sono contro le guerre ma non contro la difesa armata dello Stato e della popolazione contro l’aggressione bellica proveniente dall’esterno. La Siria ha già recuperato più del 60% del territorio che è sempre sotto minaccia. Palmira doveva essere riconquistata dai miliziani armati dagli Stati Uniti provenienti dalla città di Al Tanf, sotto controllo yankee ma l’impresa non è andata a buon fine. Palmira è rimasta siriana.
La Siria si difende e ciò dovrebbe costituire elemento dirimente per il diritto internazionale oltre che per il buon senso e per quei compagni che contestano i metodi presunti dittatoriali di Assad.
Non meno di 80.000 tagliagole riuniti in gran parte nell'”esercito di liberazione nazionale” filo-turco si preparano al conflitto. L’esercito siriano si distende con circa 120.000 unità lunga tutta la provincia di Idlib, ben protetto dai bombardieri russi che hanno già operato delle rappresaglie in seguito all’attacco di droni scagliati verso l’aeroporto russo di Hmeymin dove risiede il quartier generale delle forze russe in Siria.1)

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Il violento conflitto armato che potrebbe comportare migliaia di morti, è fortemente voluto da Assad e da Putin per la riconquista di un’area fondamentale per l’unificazione del Paese che recupererebbe dopo sette anni di assedio le vie di comunicazione tra Aleppo e Latakia e tra la Giordania e la Turchia, indispensabili per i collegamenti commerciali, industriali, militari…2)

Non negoziabile la riappropriazione della provincia di Idlib. Si spera naturalmente che il 7 settembre il terzetto di Astana formato da Russia, Turchia, Iran riesca a sbrogliare il bandolo della matassa, arrivando ad un accordo diplomatico che eviti il conflitto qualora Erdogan (che una cosa buona l’ha fatta inserendo nelle liste terroriste Haiat Tahrir Al-Sham -Al Qaeda – esponendola così agli attacchi dell’esercito siriano e dei suoi alleati ) favorisca la fuoriuscita dei jihadisti e l’occupazione pacifica della città; difficile ma non impossibile. Una speranza temeraria nella quale confido. Ricordo che tra le forze armate che sono venute in difesa dello stato siriano è presente anche la Brigata palestinese Al Quds.3)

Che la situazione sia al limite di un conflitto regionale ( vedi lo stimolo ad un terrorismo perpetuo organizzato dall’Arabia Saudita e dagli Emirati arabi) che può fatalmente allargarsi ad orizzonti più ampi è evidenziato innanzitutto dall’imponente schieramento di forze navali russe ed americane non lontano dalle coste siriane. I missili Kalibr dei Russi parlano chiaro. Se le tre potenze più pericolose (Usa, Francia, Inghilterra ) si ostineranno ad inventarsi la solita false flag per giustificare un attacco contro Damasco, i Russi risponderanno con estrema violenza. Russi che hanno già denunciato presso l’ONU i luoghi prefissati dall’Occidente per creare un attacco chimico da attribuire al governo siriano.

Da non trascurare in vista di una pace impossibile, la permanenza che sembra stabile dell’armata americana nelle aree curde ( più del 20% della Siria) dove, dopo aver piazzato una decina di basi, sta per installare micidiali sistemi di difesa area non certo per difendere i Curdi dagli assalti del Sultano ma per creare in uno spazio che più che Curdo risulta sempre più americano, una no.fly zone.

Un problema certo gli States in Royava ce l’hanno. La “Curdizzazione” ha creato molti problemi nell’area. Manifestazioni arabe contro presunti furti di terra da parte delle YPG, chiusura di scuole cristiane e addirittura di chiese cristiane mentre i quartieri di Qamishly sono presidiati contro i combattenti curdi da pattuglie di sicurezza fedeli al governo siriano. Manifestazione pacifica “contro” di rilievo nella città di Qamishly, poi degli spari e due morti Denunce non so quanto attendibili di confische e di rapimenti. I cristiani non sono dunque a favore di una soluzione curda dell’area. Auspicano invece una solzione che riunifichi il Paese per costruire “una nuova Siria pluralistica”

Il “regime del male” è impegnato a spezzare quei fili di contatto che si stavano creando tra Curdi e Assad. Ma non sarà facile controllare l’aspirazione se non all’indipendenza per lo meno ad una forte autonomia (all’interno dello stato siriano) gestita politicamente in modo disastroso e ambiguo dagli attuali leader curdi.

Non ci sarà pace in Siria e in Medioriente, anche se Idlib verrà strappata all’Esercito di liberazione nazionale” caro ad Erdogan. Non ci sarà pace perché all’interno del corpo mediorientale si annidano tumori maligni che si chiamano innanzitutto USA, Francia, Inghilterra, Arabia Saudita, Emirati arabi, Israele
NOTE

1)Gianandrea Gaiani “Sukhoi russi bombardano i jihadisti a Idlib: l’ira di Washington in Analisi Difesa 5/9/18
2)Gianandrea Gaiani, testo citato
3)Vietato parlare “Chi partecipa all’offensiva di Idlib ? 22/8/18
4) Vietato parlare ” Siria. I Curdi ordinano la chiusura delle scuole cristiane a Qamishly, proteste, spari 29/8/18

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foto da: Sputnik Italia; AnalisiDifesa; Vietato parlare; Globalist

 

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