Israele è il Paese della “Grande Bugia”, un regime che dalla
costruzione d’una nuova Architettura di potere naviga verso l’abisso.
Nuove rivelazioni rendono evidenti le menzogne del dittatore post-moderno Netanyahu:
lo Shin Bet era a conoscenza dell’attacco di Hamas? In realtà,
l’inefficienza degli apparati d’intelligence israeliani è figlia del
decentramento della burocrazia di sorveglianza, ciononostante gli ultimi
documenti declassificati devono essere, per quanto brevemente, oggetto di
disamina.
Per la propria natura ideocratica, la statocrazia
israeliana è l’erede, più che dell’Italia mussoliniana, della Germania nazista.
Il sionismo è in perfetta continuità coll’hitlerismo, essendo un regime fondato
dai più stretti ed occulti collaboratori di Hitler 1.
Lo Shin Bet dipende direttamente dal Primo Ministro in carica ed
ha una triplice diramazione: (1) il dipartimento arabo, (2) il
dipartimento degli stranieri e (3) il dipartimento per la protezione dei
funzionari. Un rapporto pubblicato sul portale Ynet
News, ha rivelato come Romen Bar,
capo dello Shin Bet/Shabak, abbia messo in guardia Netanyahu su una possibile
operazione della Resistenza palestinese dieci settimane prima dell’attacco.
Secondo il quotidiano anti-Netanyahu Haaretz, soltanto una persona potrebbe
avere il quadro completo dell’inefficienza del complesso
militare-industriale israeliano, Il Generale di divisione Avi Gil,
segretario militare di Netanyahu prima del 7 Ottobre. Il Gen. Gil mise in
guardia i vertici dell’esercito sui tentativi dei sionisti-revisionisti
di falsificare i documenti, per poi scatenare una vera e propria mattanza. Il
regime sionista ha consumato, proprio come fece Hitler, un genocidio su basi
mendaci; la “teoria del complotto” nella variante talmudica-fascista.
Leggiamo l’analista strategico Alfredo Jalife-Rahme:
“In questa delicata vicenda degli avvertimenti dello Shin Bet/Shabak e
del maggiore generale AG, l’inafferrabile Netanyahu per difendersi è ricorso
alla propria famiglia: alla moglie Sara, che ha affermato che il marito non ne
sapeva nulla, e persino al figlio Yaïr, comodamente insediato a Miami, che ha
attaccato l’establishment militare. Ma se non c’è stato tradimento (mega sic!)
perché aver paura di un’inchiesta?
Yaïr Netanyahu ha dichiarato guerra anche a George Soros (GS), fautore
nel nuovo ordine mondiale unipolare” 2
Yair Netanyahu, nella perfetta tradizione degli ebrei di estrema
destra e fascistoidi, a Miami è un arcinoto frequentatore dei covi del Ku
Klux Klan. Il conflitto fra il duo Soros/Harris (allo squalo transumanista
George è subentrato il figlio Alexander, pericoloso quantomeno come il padre) e
la coppia Netanyahu/Trump, caratterizzerà le elezioni statunitensi ridefinendo
il livello di sudditanza del governo USA alla lobby sionista, un regime di
strozzinaggio che, nell’Occidente collettivo, si è radicata nei gangli vitali
dello “stato profondo”. Continua Rahme:
“I giornalisti del NYT – più vicini al partito laburista,
oggi all’opposizione per i legami con Soros, i Clinton (Bill e Hillary) e
Obama/Biden – sostengono di aver esaminato in dettaglio il piano di attacco di
Hamas, che i funzionari israeliani avevano ritenuto troppo ambizioso perché
troppo difficile da attuare.” (Ibidem)
Rahme sulla testata antimperialista La
Jornada ha ipotizzato che Netanyahu possa aver agito sotto “falsa
bandiera”, appoggiando la Confraternita filo-imperialista dei Fratelli
Musulmani come alleata di comodo; dall’altra parte la Resistenza
palestinese ha operato in un quadro internazionale che, al di là di queste
rivelazioni, risalta la destrutturazione degli apparti militari degli Stati
imperialisti. USA, Gran Bretagna ed Israele hanno trasformato la “sicurezza
nazionale” nella globalizzazione della pirateria, una concezione
dell’intelligence che non contempla il campo dell’analisi.
Hamas: un movimento popolare (da
appoggiare), ma eterogeneo e diviso
Hamas ha due fazioni: una filo-britannica, legata alla Fratellanza
Musulmana, la quale nel 2012 compartecipò all’aggressione imperialista
contro la Siria baathista; un’altra filo-iraniana, radicata nei ceti popolari e
riconosciuta dagli stessi Partiti comunisti locali. I primi sono terroristi, i
secondi Resistenti.
I media occidentali e perfino quelli “alternativi”,
decisamente incapaci di svolgere analisi basate sui documenti, trascurano la
rottura all’interno di Hamas: l’Hamas filo-britannica è guidato
da Mahmoud Al-Zahar, guida spirituale dei Fratelli Musulmani, ai cui
ordini sono Khaled Meshal in Qatar e Yahya Sinwar a Gaza; il ramo
antimperialista di Hamas è diretto da Khalil Hayya ed ha riallacciato i
legami con la Siria panaraba. I primi considerano il marxismo un “elemento
satanico”, i secondi si riallacciano alla tradizione “socialista
islamica” di Ali Shariati, amico personale di Frantz Fanon e Jean Paul
Sartre. Leggiamo il giornalista investigativo Thierry Meyssan:
“Bashar al-Assad a ottobre 2022 si è
riconciliato con Khalil Hayya, ma si è rifiutato di ricevere Khaled Meshal.
Secondo il presidente siriano – e io concordo con lui – il primo ministro di
Gaza, Ismail Haniyyeh, nel 2012 organizzò l’attacco al campo profughi
palestinesi di Yarmuk, in Siria, dove combattenti di Hamas e Al Qaeda entrarono
per eliminare i «nemici di Dio». Erano inquadrati da agenti del Mossad
israeliano e si diressero a colpo sicuro nei luoghi dove si trovavano i quadri
dell’FPLP, che assassinarono. Tra loro anche un mio amico. Il presidente Bashar
al-Assad ha pronunciato alcuni giorni fa un discorso contro Hamas storico,
nonché a favore dei membri dell’organizzazione che si sono invece uniti alla
Resistenza palestinese.” 3
Bashar al-Assad, per la propria lungimiranza politica, meriterebbe di guidare – dopo la scomparsa di Hugo Chavez e Fidel Castro – il nuovo campo antimperialista. Se così fosse (riferendomi alla citazione di Thierry Meyssan, poc’anzi riportata), la Resistenza palestinese avrebbe due nemici: uno esterno, l’imperialismo americano-sionista ed il governo nazi-sionista, l’altro interno ovvero la Confraternita assassina dei Fratelli Musulmani.
1.
Il giornalista Thierry Meyssan ci ha informato della recente pubblicazione di una disamina, da parte dello storico israeliano Natan Kaplan, che decostruisce la rilettura eurocentrica della Shoah: “Inoltre, a maggio scorso, lo storico Nadav Kaplan ha rivelato che i seguaci di Jabotinsky si attenevano pedissequamente ai negoziati condotti per tutta la guerra dall’ungherese Rezso Kasztner (noto come Rudolf YsraelKastner) con i nazisti, anche con Adolf Eichmann, incaricato del trasferimento degli ebrei nei campi di sterminio. Kaplan ha formulato l’ipotesi (per il momento non sufficientemente suffragata) che Ben Gurion abbia ordinato l’assassinio di Kasztner durante il suo processo per non riaprire la ferita. Se le ricerche di Kaplan venissero confermate, verrebbe dimostrata una continuità tra il massacro degli ebrei da parte dei nazisti e quello dei palestinesi da parte dei sionisti revisionisti”. In tal casoHitler potrebbe essere considerato il fondatore “morale” dello Stato sionista. Gli israeliani, quasi come i palestinesi, sono vittime del governo israeliano-fascista di Netanyahu.
2.
3.
Fonte foto: The Jerusalem Post (da Google)