Le votazioni del parlamento brasiliano, riguardanti la revoca del mandato di Dilma Rousseff, hanno messo in ‘’bella’’ mostra, con una eloquenza che lascia pochissimo spazio alle repliche, una ferita aperta che continua a caratterizzare la vita politica del continente sudamericano: fra i parlamentari che hanno votato contro il PT non c’è nessun rappresentante di colore. In Brasile la maggioranza della popolazione è nera – tanto è vero che i brasiliani si considerano afroamericani e non latino-americani – eppure nessun eletto dei partiti neoliberisti ha la pelle scura. Così commenta l’analista marxista – che da anni vive a Caracas – Attilio Folliero: ‘’L’oligarchia bianca concentra il suo potere e si vede chiaramente anche nelle facce dei deputati. Sembra di essere nella TV venezuelana Globovision o nel partito venezuelano di estrema destra Primero Justicia, dove trovare un mulatto e’ qualcosa di estremamente raro. I partiti di destra rispecchiano fedelmente anche la loro origine oligarchica bianca’’.
I proclami della destra capitalista sono, senza mezzi termini, vergognose apologie dei militari golpisti che per conto del Fondo Monetario Internazionale e dell’imperialismo nord-americano, hanno trasformato il Brasile in un inferno per le sinistre e per le classi lavoratrici. ‘’Nel nome della famiglia, dei bambini ( eterni innocenti ) e di Dio’’, la borghesia ‘’compradora’’ reclama l’intervento dell’esercito contro un governo eletto e relativamente ‘’nazional-popolare’’. Il PT non ha mai condotto una lotta senza quartiere alla corruzione interna ma – guardando l’altra faccia della medaglia – ha anche tolto dalla miseria più nera milioni di persone le quali, in assenza di un sistema sanitario efficiente, con il neoliberismo in sella potevano morire per una semplice influenza. Il virus Zika ha prima di tutto una storia politica e sociale e soltanto, in ultima istanza, medico-sanitaria. Dilma non sarà una novella ‘’Tania Bunke’’, ma i personaggi che chiedono – illegittimamente – la sua destituzione sono una banda di corrotti senza pari, almeno nella storia recente di quel paese. Perché i media europei – davanti agli scandali capitalisti di Panama Papers – non ci informano meglio sul marciume che il vecchio continente conserva in casa ? Ben diceva Bertolt Brecht: ‘’Parlino altri della propria vergogna, io parlo della mia’’.
La borghesia vendi patria dedica la destituzione di Dilma ai propri tornaconti privati, di certo non ai lavoratori precari oppure ai contadini che da decenni aspettano una riforma agraria decente: ‘’Alcuni, come Atila Lins (PSD / AM), aveva preoccupazioni più astratte e ha votato a favore dell’impeachment “per ristabilire il contatto con la storia”. Altri, come Thiago Peixoto (PSD / GO) ha usato motivi più personali per sostenere l’impeachment, “Voto sì per mia figlia che sta per nascere, per mia nipote Elena e tutti i broker assicurativi del Brasile”’’ 1. Le sette cristiano-evangeliche non smettono mai di raccomandare i loro profitti a Dio, ogni istituzione è ‘’sacra’’: Dio – dicono senza vergogna – benedici i broker assicurativi del Brasile ed aprigli le porte del regno dei cieli”.
Bisogna sottolineare come quello di queste oligarchie sia uno stranissimo modo, di certo molto selettivo, di rivendicare la legalità ed il rispetto delle istituzioni dato che il 60 % dei parlamentari, compreso il presidente Eduardo Cunha, hanno dei processi in corso. Ma è risaputo: quando il “modello capitalistico democratico” diventa obsoleto, la borghesia, in questo caso in quanto blocco sociale omogeneo, è la prima ad infrangere le leggi da lei stessa promulgate in tempi per lei migliori.
Il golpismo mediatico: nuova frontiera dell’imperialismo nord-americano…
Il ruolo dei mass media è, come sempre, centrale. Il leader del Movimento dei senza terra, Joao Pedro Stedile, ha sottolineato la necessità di democratizzare questo settore tanto cruciale per un reale processo di rivoluzione democratica:
- ‘’In un periodo di crisi anche la destra non è unita. agisce su vari fronti, sbattendo qua e là come una mosca impazzita. Abbiamo un potere economico, esercitato dalle imprese, dagli imprenditori più reazionari, abbiamo questa piccola borghesia di cui ho già parlato, abbiamo un Parlamento che è molto conservatore e dissociato dalla sua base elettorale e abbiamo un nucleo ideologico, che è quello più unito ed è quello che sta dando la direzione politica alle altre forze della destra, che è il nucleo ideologico formato dal Pubblico Ministero, dal giudice Sergio Moro, associato alla Globo. E, siccome i mezzi di comunicazione sono sotto il controllo di questo nucleo ideologico di destra, sono utilizzati come la principale arma offensiva contro i lavoratori, stimolando il golpe nella sfera istituzionale.
- E, certamente, nella prossima tappa della nostra società, quando discuteremo sul progetto futuro, dobbiamo inserire in primo luogo la democratizzazione dei mezzi di comunicazione e in particolare della televisione, perchè la televisione è un grande strumento di massa ed oggi è concentrata, è un vero monopolio di tre gruppi che si accordano tra loro.
- E la televisione, e in particolare la Globo, ha connessioni dirette con gli USA e con la destra latinoamericana, attraverso l’Istituto Millennium. Hanno creato questo istituto, che è in realtà uno spazio di articolazione politica. E’ perfino buffo per chi segue le notizie dell’America Latina vedere che gli argomenti trattati a proposito del Messico, del Cile, del Perù, dell’Argentina sono gli stessi della Globo, gli stessi temi, lo stesso modo di stigmatizzare i poveri, la sinistra; il modo in cui mettono in ridicolo Lula, Mujica, Chavez, Fidel Castro. Li trattano come scarafaggi mentre sono veri leader popolari’’ 2.
L’imperialismo statunitense non conduce più i colpi di Stato con i carri armati e i generali felloni alla Pinochet ma trova la sua punta di diamante nella magistratura corrotta accompagnata dagli articoli, spesso infamanti, scritti da giovanissimi giornalisti ambiziosi. Ogni ‘’servo dell’impero’’, in un modo o nell’altro, ha soltanto un desiderio: entrare nelle grazie dei grandi gruppi capitalisti.
Tecnicamente è rimpiazzata la repressione militare, gli assassinii e le uccisioni mirate dei militanti socialisti e di sinistra, con la manipolazione del consenso attraverso le operazioni mediatiche-giudiziarie. L’analista Manuel Freytas, nella sua pagina facebook, così sintetizza la strategia politica Usa: ‘’La estrategia forma parte de una OFENSIVA DEL IMPERIO YANQUI para liberar a su patio trasero latinoamericano de gobiernos NO DÓCILES (de izquierda, estatistas o populares) que han posibilitado una creciente INFLUENCIA REGIONAL (a través de acuerdos estratégicos militares y comerciales) de Rusia y China. Protagonistas centrales de un NUEVO EJE ESTRATÉGICO que le disputa el orden mundial y el control del planeta al bloque imperial EEU-ISRAEL-OTAN en el marco de la guerra intercapitalista proyectada a América Latina’’.
Si tratta – a parte i casi di Cuba e Venezuela – di una guerra interna al mondo capitalista in cui l’ago della bilancia pende, in modo spropositato, dalla parte della triade: Stati Uniti, Gran Bretagna ed Israele. I governi popolari, con tutte le loro contraddizioni – compreso quello di Dilma – riusciranno a respingere l’offensiva imperialista e a riguadagnare la stima ed il consenso dei ceti popolari e proletari? La nuova Operazione Condor è in corso, e solo un grande assente può respingerla: la classe lavoratrice.
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews.php?idx=82&pg=15281
http://www.comitatomst.it/node/1138