Le attuali elezioni tedesche hanno confermato quello che da tempo era noto: Angela Merkel è la neocon, nominata dal clan Bush, per fare dell’UE il braccio ‘’civile’’ della NATO. La sua affermazione politica è stata tanto schiacciante quanto il carattere antidemocratico del polo imperiale europeo.
L’ (ir)resistibile ascesa di Angela Merkel è avvenuta sotto il segno della famiglia Bush ed in contrapposizione all’ipotesi di una Europa indipendente rispetto agli Usa. Il giornalista Thierry Meyssan ne ha ripercorso le tappe più importanti: ‘’Angela Merkel si affida ai consigli di Jeffrey Gedmin, mandato a Berlino appositamente per lei dal clan Bush. Questo lobbysta ha dapprima lavorato all’American Enterprise Istitute (Aei) [2], sotto la direzione di Richard Perle e di Madame Dick Cheney. Ha propugnato il varo dell’euro a parità con il dollaro. All’interno dell’Aei ha diretto la Nuova iniziativa atlantica (Nai), che radunava i più influenti generali e politici europei filoamericani. In seguito ha partecipato al Progetto per un nuovo secolo americano (Pnac) e ha steso il capitolo sull’Europa del programma dei neoconservatori, nel quale sostiene che l’Europa debba rimanere sotto l’autorità della Nato e che ciò possa attuarsi solo «scoraggiando gli appelli europei all’emancipazione» [3]. Gedmin, infine, diventa amministratore del Consiglio della Comunità delle Democrazie (Ccd) [4], che auspica un’Onu a due velocità, e assume la direzione dell’Istituto Aspen di Berlino [5]. Poi, per potersi dedicare esclusivamente ad Angela Merkel, declina l’offerta dell’amico John Bolton [6] di diventare ambasciatore aggiunto degli Stati Uniti all’Onu’’ 1. Forte dell’appoggio della destra Usa, la Merkel ha potuto liquidare la fazione nazionalistica della borghesia europea, guidata da Chirac e Schröder ( due personaggi compromessi ), legittimando la criminale aggressione imperialista Usa all’Irak indipendente e sovrano. Del resto, davanti all’aggressione sionista al Libano, la cancelliera dispose uno spiegamento navale tedesco in sostegno d’Israele dichiarando: ‘’Se la ragione di esistere della Germania è garantire il diritto all’esistenza dello Stato di Israele, noi, ora che questa esistenza è minacciata, non possiamo dire che non faremo nulla’’. Il servilismo nei confronti dello Stato ‘’per soli ebrei’’ è il terreno dove le due destre, neoliberista e populista, si rincorrono alla ricerca di un potente padrone: la lobby sionista. Il ‘’partito’’ Afd è sionista o neonazista? Le due cose non si escludono a vicenda.
Il fatto che la leader, Alice Weidel, sia lesbica conferma la parabola di estrema destra della lobby lgbt, una fascistizzazione che da Ernest Rohm arriva fino all’Alt Right. Soltanto i ‘’genderisti’’ rincitrulliti italiani – quelli che vogliono le unioni civili ma se ne fregano del diritto al lavoro e dei diritti sociali – non l’hanno capito.
Il populismo di destra è un tentativo delle vecchie classi dominanti – razziste e colonialiste – di resistere all’imperial-globalismo che, fino a qualche mese fa, dava vincente il clan Clinton su scala planetaria. Sia chiaro, la Clinton resta il nemico principale mentre queste destre, neofasciste ma con la bandiera d’Israele fra le mani, restano buffoni partoriti dal neoliberismo. L’Afd è un cane da guardia destinato a sgonfiarsi perché, all’interno dello stesso fronte borghese, non eserciterà mai alcuna egemonia. Lo stesso si può dire per la ben più quotata Marine Le Pen. Penosi.
La Linke, il Partito della Sinistra, ha visto, al suo interno, la definitiva vittoria della fazione filorussa su quella atlantica di Gregor Gysi: Sarah Wagenknecht ha portato a casa un ottimo risultato, ridando voce al mondo del lavoro stanco dell’UE e della NATO. La Wagenknecht rivendica l’esperienza storica della DDR ed ha appoggiato Siria e Russia di fronte all’offensiva imperialistica nord-americana; posizioni lodevoli che le sono valse una torta in faccia ed insulti infamanti da parte di alcuni ‘’antifa’’ di orientamento anarchico stipendiati da Soros. Questi giovinastri sono divisi al loro interno: alcuni di loro si reputano ‘’anarcosionisti’’, altri rispolverano l’esperienza antileninista del ‘’comunismo consilierista’’ di Paul Mattick ritenendo qualsiasi richiamo alla nazione come ‘’fascista’’. Per questa ragione Mattick jr e Roberto Kurz – i teorici della componente ‘’comunista libertaria’’ – sono più preoccupati di andare addosso alla Resistenza palestinese piuttosto che all’imperialismo israeliano. Israele massacra, i palestinesi si difendono ma per Kurz questo non è importante, le patrie sono tutte ‘’fasciste’’ tranne una: quella ‘’per soli ebrei’’.
Uno dei loghi degli ‘’antifa’’ tedeschi
I ‘’comunisti libertari’’ tedeschi durante una manifestazione anticomunista
Sia questa titpologia di ‘’antifa’’ che la destra populista e i gruppi neonazisti – sono dominati dai servizi d’intelligence israeliani, mentre il centro neoliberista è occupato da Angela Merkel e quindi da una agente del clan Bush. La Germania è politicamente uno Stato mezzo-fallito. Dopo quasi trent’anni di distanza la profezia del socialista Eric Honecker si è in qualche modo realizzata; la vittoria morale del vecchio leader staliniano è una forma di riscatto postumo per tutti quelli che, con coraggio, non hanno ipocritamente rimosso l’esperienza della DDR:
‘’Un numero sempre maggiore di persone dell’est si renderanno conto che le condizioni di vita della RDT li avevano deformati assai meno di quanto la gente dell’ovest non sia deformata dall’economia di mercato e che nei nidi, negli asili e nelle scuole i bambini della RDT crescevano più spensierati, più felici, più istruiti, più liberi dei bambini delle strade e delle piazze dominate dalla violenza della RFT. I malati si renderanno conto che nel sistema sanitario della RDT, nonostante le arretratezze tecniche, erano dei pazienti e non oggetti commerciali del marketing dei medici. Gli artisti comprenderanno che la censura, vera o presunta, della RDT non poteva recare all’arte i danni prodotti dalla censura del mercato. I cittadini constateranno che anche sommando la burocrazia della RDT e la caccia alle merci scarse non c’era bisogno che sacrificassero tutto il tempo libero che devono sacrificare ora alla burocrazia della RFT. Gli operai e i contadini si renderanno conto che la RFT è lo Stato degli imprenditori (cioè dei capitalisti) e che non a caso la RDT si chiamava Stato degli operai e dei contadini. Le donne daranno maggior valore, nella nuova situazione, alla parità e al diritto di decidere sul proprio corpo di cui godevano nella RDT.
Dopo aver conosciuto da vicino le leggi e il diritto della RFT molti diranno, con la signora Bohley, a cui i comunisti non piacciono: «Abbiamo chiesto giustizia. Ci hanno dato un altro Stato». Molti capiranno anche che la libertà di scegliere tra CDU/CSU, SPD e FDP è solo una libertà apparente. Si renderanno conto che nella vita di tutti i giorni, specialmente sul posto di lavoro, avevano assai più libertà nella RDT di quante ne abbiano ora. Infine la protezione e la sicurezza che la piccola RDT, così povera rispetto alla RFT, garantiva ai suoi cittadini, non saranno più minimizzate come cose ovvie, perchè la realtà quotidiana del capitalismo si incaricherà adesso di far capire a tutti quanto fossero preziose.
Il bilancio della storia quarantennale della RDT è diverso da quello che ci viene presentato dai politici e dai mass media. Col passar del tempo questo sarà sempre più evidente’’ 2
La Linke riuscirà a creare un grande fronte delle sinistre europee contro la NATO? Sarah Wagenknecht ha una priorità: fare a pezzi l’eredità di Gregor Gysi, radicalizzando il partito su posizioni antimperialiste ed antisioniste in modo da fronteggiare, sul terreno della lotta di classe, lo squadrismo filo-israeliano di questi pseudo ‘’antifa’’. Una strada lunga che, per quanto se ne dica, il Partito della Sinistra tedesco ha iniziato a percorrere soltanto da poco. Speriamo che non si fermi.
http://www.voltairenet.org/article160381.html
http://www.resistenze.org/sito/te/cu/st/cust9l29-005630.htm