Si è appena conclusa la settimana di lotta per la liberazione del rivoluzionario libanese Georges Ibrahim Abdallah, ingiustamente detenuto in Francia. La manifestazione di ieri, sabato 22 ottobre, davanti al carcere di Lannemezan (Pirenei francesi) ha visto la partecipazione di oltre quattrocento attivisti di chiaro orientamento marxista come documenta il blog Odiodeclase: ‘’La sección belga de Socorro Rojo Internacional junto a la OCML Vía Proletaria decidió este año manifestarse con el lema común: “De Palestina a Kurdistán, viva la resistencia de los pueblos”, en apoyo del Batallón Internacional de Liberación de Rojava, así como de Georges Abdallah. El SRI italiano y turco y el Socorro Rojo Árabe estaban también presentes’’ 1.
Fonte: Odiodeclase
Georges Ibrahim Abdallah, inizialmente militante marxista del Fronte popolare di liberazione della Palestina, si è ritrovato vittima d’un complotto in pieno stile ‘’imperialistico’’. Il suo ex avvocato, Jean-Paul Mazurier, rivelò al giornale Liberation che i servizi segreti francesi gli offrirono fior di franchi affinchè fabbricasse documentazioni false volte a ‘’provare’’ la colpevolezza del suo assistito. In poche parole questa si chiama, senza mezzi termini, corruzione. La Corte Penale di Parigi accolse nel 2013 l’ottava richiesta per il rilascio del rivoluzionario libanese, non direttamente coinvolto nell’assassinio dell’addetto militare statunitense in Francia, Charles R. Ray (18 gennaio 1982) (dalla doppia nazionalità USA-Israele), e del capo del Mossad a Parigi, Yacov Barsimentov (3 aprile 1982) 2. Abdallah rivendicò l’azione in quanto capo militare della Fazione dell’esercito rivoluzionario libanese, dimostrando grande coerenza. Il rilascio è stato bloccato dal premier Manuel Valls dopo un giuramente di fedeltà all’imperialismo israeliano: “legame eterno con Israele“, disse Valls. Di cosa ci stupiamo? Già De Gaulle denunciò il ruolo della lobby sionista in Francia; Valls è soltanto il prodotto di una politica subordinata agli interessi statunitensi ed israeliani.
La lotta per la liberazione di Abdallah si colloca in perfetta continuità con la Resistenza dei prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane; una lotta democratica, non solo contro l’istituto anomalo della detenzione amministrativa (vera mostruosità giuridica), ma anche in contrapposizione all’occupazione neocolonialista perpetuata da decenni, dai governi sionisti, tanto di destra che di sinistra: ‘’L’azione del Segretario generale Sa’adat e dei suoi coraggiosi compagni serve a guidare il flusso del fiume della causa palestinese nel suo corso naturale e ad attirare l’attenzione sulla questione dei prigionieri dopo anni di oblio. La lotta dei prigionieri per anni non ha visto il forte slancio e la solidarietà internazionale che invece ha raggiunto con il caso del compagno Bilal Kayed. Oggi per le strade della Palestina e a livello arabo e internazionale esiste un blocco coerente e solido che chiaramente appoggia la lotta dei prigionieri’’ 3.
Il prigioniero politico palestinese Bilal Kayed – citato nel comunicato del FPLP – ha vinto la sua battaglia contro le leggi antidemocratiche di Israele dopo ben 71 giorni di sciopero della fame. Il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, forse l’unico esponente politico italiano di un certo rilievo, realmente progressista, rompendo il silenzio mediatico creato ad arte dai giornalisti pro-Israele, gli ha conferito la cittadinanza onoraria della città partenopea:
‘’La concessione della cittadinanza onoraria non vuole essere solo un gesto simbolico di solidarietà, per quanto di particolare rilevanza, specialmente per il fatto che è in gioco la vita di Bilal Kayed, che giace ammanettato al letto d’ospedale.
E’ una presa di posizione che si erge contro la gabbia di criminalizzazione, esclusione ed isolamento imposta ai prigionieri, alla popolazione palestinese e alla loro azione di resistenza all’espansione colonizzatrice portata avanti dallo stato di Israele e dai loro sostenitori negli Stati Uniti e in Europa’’ 4
Quello di De Magistris è stato un gesto coraggioso che merita tutto il nostro apprezzamento.
Ilich Ramirez Sanchez
Un altro importante prigioniero politico nelle carceri francesi è l’antimperialista venezuelano Ilic Ramirez Sanchez, volontario, fino al 1976, nelle file del FPLP ( Arafat gli conferì la cittadinanza onoraria palestinese ).
Nonostante l’isolamento, Ilic non ha mai fatto mancare la sua parola contro i crimini dell’imperialismo israeliano schierandosi non solo dalla parte del popolo palestinese ma anche delle nazioni arabe aggredite dagli Usa ed i suoi alleati: ‘’Quello che sta succedendo in Palestina effettivamente è la prova della tradizione dell’elite politica araba. Tutti quelli che resistono – qui Ilic si riferisce alla Siria ed all’Algeria – li hanno uccisi’’ 5. Chiaramente per i governi occidentali Sanchez è un ‘’terrorista’’ – così le classi dominanti definiscono da tempo chi si oppone al loro dominio – ma in realtà è soltanto un marxista rivoluzionario (nonostante la conversione alla religione islamica) che sottopone a dura critica il diritto internazionale “liberal-imperialista”; le nazioni i movimenti di liberazione antimperialisti considerano Carlos un guerrigliero che ancora oggi, con i pochi mezzi di cui dispone, si batte per i popoli oppressi.
L’Europa, gli Usa ed Israele si considerano democrazie ma non sono capaci di risolvere il problema dei prigionieri politici. Mumia Abu Jamal, Simon Trinidad, Georges Ibrahim Abdallah sono, per le loro comunità d’origine, degli eroi. Perchè l’occidente non amplia le garanzie democratiche, rinunciando, una volta per tutte, all’imperialismo?