L’ennesimo voltafaccia di Erdogan fa di lui un ‘’sultano’’ assetato di potere, partner inaffidabile tanto per Russia ed Iran quanto per le nazioni europee. Il sub-imperialismo ‘’straccione’’ turco mantiene diversi margini d’espansione neocoloniale; dalla Grecia a Cipro, in Libia e nel nord della Siria. Contro la nazione panaraba, Ankara persegue una aggressione parallela alle provocazioni sioniste. La Confraternita oscurantista dei Fratelli Musulmani vuole restaurare l’Impero Ottomano, ma con caratteristiche nuove; razzismo e teocrazia, dall’odio anti-armeno ad un antisemitismo che, all’occorrenza, si rovescia nel collaborazionismo con l’imperialismo israeliano.
Erdogan e Trump hanno stipulato un tacito accordo di mutuo soccorso: gli USA, sottobanco, riforniscono d’armi i separatisti curdi dando ad Ankara il pretesto per inseguire i miliziani nei territori occupati nel nord della Siria. Sta di fatto che gli islamisti dell’AKP, così facendo, rilanciano il neocolonialismo violando la sovranità territoriale del legittimo governo di Damasco. L’egemonia turca basata su pan-islamismo e russofobia, è una minaccia concreta tanto per il nazionalismo pluralista (Siria) quanto per l’Asse della Resistenza sciita in sostegno della causa palestinese. Volente o nolente (più volente), Erdogan promuove gli interessi di Netanyahu. La ricerca del potere e la megalomania politica, dal 2011 ad ora, hanno contribuito a trasformare questo statista-dittatore e, aggiungerei, criminale di guerra, in un coordinatore dello stragismo internazionale subito dopo il socio in affari di Tel Aviv. Ankara, il crocevia della jihad (antipatriottica) globale.
Il presidente Putin ha diviso i nazionalisti curdi in filo-USA e filo-russi, ricompattando i secondi col governo baathista. Nell’agosto del 2018, scrivevo:
‘’Una volta il giornalista Alexander Cockburn, scrisse che per la causa antimperialista fece di più Bush che Guevara. Attaccare a testa bassa gli stati ed i movimenti di indipendenza nazionale è un modo per coalizzare tutte le differenti forze politiche presenti all’interno di quegli stessi, talvolta anche molto diverse fra loro, contro l’imperialismo USA rendendo più facile l’individuazione degli amici e dei nemici. Hamas è rinsavita condannando l’attacco; i nazionalisti curdi, come purtroppo era prevedibile, si sono schierati con la destra americana. La Palestina si sta unendo; il movimento di indipendenza curdo invece non smette purtroppo di stupirci per la sua posizione ambigua. Una rovina, se non una autentica catastrofe, per il popolo curdo’’ 1
In questi giorni, il capolavoro diplomatico del duo Putin – Assad sta distruggendo le ambizioni ‘’imperiali’’ di Erdogan. Il giornalista Naman Tarcha, citando alcuni dati rimossi dai media ‘’progressisti’’, sottolinea l’adesione della popolazione curda al progetto d’edificazione del socialismo panarabo:
1.
Innanzitutto, diciamo una cosa che gli occidentali non capiscono o non vogliono capire. Non esistono territori curdi in Siria, i curdi sono meno del 9% della popolazione siriana, vivono in alcune città e villaggi del Nord-Est, ma in quei territori vivono soprattutto arabi siriani e anche molti cristiani. Quei territori appartengono alla Siria e solo per via della guerra all’Isis sono stati affidati alle milizie curde. Certo, siamo molto preoccupati di quanto sta accadendo, siamo davanti a un’aggressione, ma è dall’inizio della guerra che la maggior parte dei jihadisti sono entrati in Siria grazie al via libera dato dalla Turchia al confine.
2.
L’accordo, ottenuto grazie alla mediazione russa, prevede il dispiegamento dell’esercito siriano al confine con la Turchia, una mossa che potrebbe tagliare la strada a Erdogan. Trovarsi davanti le forze armate siriane non potrebbe mai giustificare un attacco, sarebbe una dichiarazione di guerra. Adesso la motivazione di Erdogan, falsa, è dire che ci sono milizie curde che lo minacciano. Questo accordo è molto importante. 2
Mosca e Damasco non hanno alzato un semplice muro geopolitico dinanzi alla prepotenza di Washington, Ankara e Tel Aviv; Damasco s’è imposta in quanto patria del pluralismo e culla del socialismo panarabo in Medio Oriente. I curdi filo-USA si sono macchiati di crimini vergognosamente oscurati dai media: ‘’Un’altra cosa che i media occidentali non dicono è che i curdi hanno più volte attaccato chiese e fatto chiudere scuole cristiane, perché vogliono l’intero controllo del Nord-Est siriano’’. Sarà la fazione non collaborazionista a ricucire i rapporti col presidente Bashar al-Assad memore dell’amicizia di Ocalan col padre Hafez, partendo da una leale cooperazione militare.
Erdogan e Trump si sorreggono a vicenda, giocano con opposizioni decrepite prive di credibilità, comprano giornalisti ed all’occorrenza li seppelliscono nelle carceri segrete. Sono in cerca di nuovi territori da impoverire; Erdogan con la pistola fumante dello stato profondo e Trump con la ‘’spada di Damocle’’ della guerra commerciale. Due autocrati senza scrupoli nell’epoca della decomposizione capitalista. USA e Turchia non hanno nessuna legittimità fuori dai territori nazionali, negli stessi termini il Deep State (turco o americano-sionista) è alieno al diritto costituzionale.