L’attentato
nei confronti di Donald Trump, consumato da un elettore repubblicano imbeccato
qualche anno addietro dal fondo d’investimento BlackRock per una
campagna pubblicitaria, svela la realtà di classe occultata dai media “di
regime” ed “alternativi”; gli USA sono prossimi alla guerra civile
interna.
Contrariamente
a quello che dicono i media lubrificati, la dicotomia progressismo Vs trumpismo
non è una riproposizione della lotta antifascista nell’era della società
della sorveglianza, ma riflette due idee diverse di perpetrare
l’unilateralismo USA nel ventunesimo secolo: Trump, con la dottrina della “Nato
dormiente”, vorrebbe sostituire la subordinazione militare a quella
economica, dismettendo la dottrina della “guerra eterna”, perché troppo
dispendiosa in termini economici. Si tratta d’un modo d’intendere i conflitti
che (forse) provoca meno morti, ma sempre di morti si tratta.
Negli
Stati Uniti, le tendenze separatiste sono molto forti, soprattutto in Texas e
California. Nel 1988, Igor Panarin, in quegli anni uno dei direttori del KGB,
aveva predetto, con una certa lucidità, che gli USA non sarebbero sopravvissuti
a lungo all’URSS. La dissezione neocoloniale delle polarità imperialistiche
statunitense, Anglo-Sionista e carolingia (UE) è stata interrotta prima
dall’11 settembre 2001 (11/9) e, successivamente, dalla gestione
militarizzata dell’emergenza pandemica per Covid-19. Adesso il capitalismo
“a mano armata” potrebbe essere alla fine: Trump sarà il Gorbaciov
statunitense?
L’analista
strategico Andrew Korybko, il quale è solito pubblicare le proprie analisi con Russia
Today, ha scritto che:
“Per lo meno, non c’è dubbio che l’odio dei Democratici
e dei loro alleati “NeverTrumpers” abbia avuto un ruolo nella radicalizzazione
del sospetto. Se fosse riuscito ad assassinare Trump, allora gli Stati Uniti
sarebbero certamente precipitati in un disastro socio-politico, che hanno
letteralmente mancato di un soffio. Molti si aspettano che i potenti donatori democratici possano
presto costringere Biden a ritirarsi dalla corsa, portando così il partito a
selezionare il proprio candidato al
di fuori del processo delle primarie teoricamente democratiche.” 1
Trump, identificando la lobby progressista
col socialismo, ha in realtà contrapposto l’anarco-minimalismo del Cato
Institute al “keynesismo di guerra” della fazione “dem”,
ponendo al deep state una domanda: l’egemonismo USA passa per una guerra
“di quarta generazione” alla Federazione Russa, oppure per la
costruzione della Grande Israele e la doppia guerra economica contro
Iran e Cina. Il trumpismo, nel complesso, rappresenta un grande
diversivo ideologico; negli USA non esiste né socialismo né fascismo
tradizionale, ma soltanto un grande processo di transizione verso una nuova Architettura
di potere.
Conclude Korybko:
“Il
tessuto socio-politico dell’America avrebbe quindi potuto essere fatto a
brandelli se Trump non avesse improvvisamente girato la testa all’ultimo minuto
e quindi miracolosamente evitato questo scenario peggiore per meno di un
centimetro. Tuttavia, non c’è alcuna garanzia che ciò non accada di nuovo, ed è
per questo che è imperativo che Trump annunci immediatamente la sua scelta per
la vicepresidenza e idealmente scelga qualcuno di cui anche l’élite
liberal-globalista al potere abbia paura, al fine di ridurre le possibilità che
venga ucciso.”(Ibidem)
L’Egemone,
per dirla col giornalista Pepe Escobar, è stato umiliato militarmente a Gaza ed
in Ucraina; il tessuto socioeconomico del gendarme mondiale USA è già a pezzi.
L’attentato nei confronti di Donald Trump è sintomatico dell’incapacità
strutturale dei Servizi di sicurezza di fare analisi e previsioni, un declino
denunciato a suo tempo dal Gen. Michael Flynn; il deep state, incluso l’FBI,
è cerebralmente morto. Per Korybko, Trump:
“È
un candidato imperfetto con molti difetti personali, ma la sua rielezione è
l’ultima possibilità di salvare l’America da sé stessa, se riuscirà a mettere
in atto i suoi nobili piani.”
In
Trump non c’è nulla di nobile, ciononostante la sua rielezione potrebbe
accelerare la dissezione neocoloniale interna degli Stati Uniti. Esiste un solo
modo per salvare l’America da sé stessa: accelerare la fine dell’impero
americano d’Occidente, una prospettiva che oggi (per nostra fortuna)
sembrerebbe inevitabile.
Fonte foto: da Google