Davos: la Cina contro l’unilateralismo USA

L’élite dominante con il Forum di Davos ha pianificato la trasformazione in ‘’senso comune’’ della visione del mondo neo-imperialista: il progressismo, in questa congiuntura storica, è il fascismo del ventunesimo secolo.

Le guerre del XXI sec. e la programmazione di nuove pandemie artificiali, seguendo la dottrina USA ‘’Alba rossa’’, non soltanto potrebbero annichilire socialmente la classe operaia, ma minacciano l’esistenza della specie umana nella sua totalità. L’invito del complesso militare-industriale alla ‘’guerra eterna’’, rappresenta una minaccia esistenziale per l’Europa e per l’Asia e nello stesso tempo per l’umanità intera.

Con un reportage intitolato ‘’Rapporto sui rischi globali’’ 1, il WEF ha inquadrato le ricadute sociali della disuguaglianza di massa nel mondo dopo la pandemia, occultando le responsabilità del Pentagono nella pianificazione delle ‘’guerre perpetue’’: è una chiara operazione di depistaggio. Nella visione dell’élite il ‘’male sociale’’ corrisponde ad un indecifrabile ‘’Impero’’ e l’attore sociale colpito, una volta frammentato, a delle ‘’Moltitudini’’; (lo hanno mutuato dall’ “Antonio Negri pensiero”?)

 

Davos: la posizione della Cina contro l’unilateralismo USA

L’economista cinese Liu He (uno dei vicepremier cinesi), col suo intervento al WEF, ha rimesso in discussione la distopia della demenza. Una analisi circoscritta, ma competente che ha decostruito la dottrina della shock economy dei Chicago Boys. Per un attimo, a Davos, è calato un attimo di verità.

Il capitalismo occidentale, una volta deindustrializzato, è una sorta di neomercantilismo ‘’a mano armata’’ dove a battere cassa è rimasta soltanto la CIA avendo monopolizzato il mercato delle armi e quello nero della droga. Liu He ha spiegato che, con le riforme ruotanti attorno al concetto di ‘’economia socialista di mercato ‘’, il numero dei cinesi appartenenti alla classe media dovrebbe passare dagli attuali 400 milioni a ben 900 milioni: non si tratta di ‘’Che’’ Guevara o Mao Tse Tung, ma di una rottura frontale con la transizione, nell’anglosfera, ad una nuova Architettura di potere. La Cina, dimostrandosi un partner solidale, ha sottratto diversi ‘’stati vassallo’’ al giogo degli Stati Uniti e al colonialismo, portandoli verso standard di sviluppo semi-indipendenti. Il conflitto USA Vs Cina è una guerra egemonica del transumanesimo Anglo-Sionista contro l’etica comunitaria (America Latina, Russia, Cina ed Iran), ma rappresenta anche il punto più alto della resistenza degli stati nazionali (in Asia fondati da rivoluzionari come Mao Tse Tung ed Ho Chin Min) di fronte  alla dottrina e alla prassi della ‘’guerra eterna’’.

La ‘’doppia circolazione’’ è in arrivo in Eurasia, mentre la dollarizzazione dell’economia finanziaria è al tramonto: il neoeletto presidente brasiliano, Lula, rilanciando l’integrazione dei paesi BRICS ha riattualizzato la necessità di adottare una moneta unica, il ‘’Sur’’, per il sub-continente latino-americano. Washington è un animale ferito: Pechino, Lula ed anche gli sciiti iraniani non sono certo ‘’Che’’ Guevara, nessuno vorrebbe dargli il colpo fatale, ma molti attori geopolitici (sicuramente l’ala antimperialista soprattutto degli eserciti cinese ed iraniano) l’accompagnerebbero volentieri al cimitero.

La via del commercio ininterrotto è di gran lunga differente rispetto al socialismo maoista, ma rappresenta un passo cruciale per la decolonizzazione economica del mondo: rileggendo le parole del teorico marxista Bucharin, potremmo definirla ‘’l’antimperialismo a passi da lumaca’’. Nicolaj Bucharin, messo sottoterra, non solo metaforicamente, da Stalin, è stato riportato in vita da Xi Jinping.

 

La ‘’guerra cognitiva’’ per creare un nuovo tipo umano: il “fascista-progressista”

La superiorità militare russa e quella economica cinese, hanno spinto l’Occidente ad avviare un programma di manipolazione di massa per creare, attraverso il controllo dei media e l’applicazione delle neuroscienze, un nuovo tipo umano: l’individuo Alienato Programmato.

Nel giugno del 2021, s’è tenuto a Bordeaux (Francia) un convegno organizzato dalla NATO sull’applicazione delle neuroscienze alla propaganda imperialista. In una antologia di articoli che ha accompagnato il simposio, il generale francese Eric Autellet ha scritto (pag. 24):

“Dal Vietnam, le nostre guerre sono andate perdute nonostante i successi militari, in gran parte a causa della debolezza della nostra narrativa (vale a dire, ‘conquistare i cuori e le menti della gente’), sia in relazione alle popolazioni locali nei teatri delle operazioni sia rispetto alle nostre stesse popolazioni. Ci sono due poste in gioco nei nostri rapporti con il nemico e l’amico, e possiamo scegliere modalità di azione passive e attive — o entrambe — quando consideriamo i limiti e le limitazioni del nostro modello di libertà e democrazia. Per quanto riguarda il nostro nemico, dobbiamo essere in grado di “leggere” le menti dei nostri avversari per anticipare le loro reazioni. Se necessario, dobbiamo essere in grado di “penetrare” le menti dei nostri avversari per influenzarli e renderli capaci di agire per nostro conto. Quanto al nostro amico (e anche a noi stessi), dobbiamo essere in grado di proteggere il nostro cervello e migliorare le nostre capacità cognitive di comprensione e quelle decisionali” 2

L’obiettivo è quello di ‘’sfruttare le debolezze umane’’ allargando la battaglia per la programmazione dell’Uomo Nuovo, il ‘’fascista-progressista’’, a tutti gli ambiti della società. A pag. 29 dell’antologia leggiamo:

“Dal punto di vista dell’aggressore, l’azione più efficiente, anche se più difficile da intraprendere, è incoraggiare l’uso di dispositivi digitali che possono interrompere o influenzare tutti i livelli dei processi cognitivi di un avversario.”(Ibidem)

La NATO ha trasformato l’odio anti-cinese e la russofobia in ‘’senso comune’’: migliaia di progressisti ridacchiano o fanno spallucce davanti ai massacri compiuti dai neonazisti ucraini, ciononostante rivendicano un antistorico antifascismo liberale (negli anni ’30, i liberali sostennero in funzione antisocialista il nazismo e il fascismo). Nel 2022 si può essere femministi, favorevoli ai diritti LGBT e ferocemente anticomunisti: il rogo di Odessa, del maggio 2014, non ha nulla di diverso rispetto alla Notte dei Cristalli del 1938. La russofobia è l’antisemitismo del ventunesimo secolo.

L’attuale sinistra ‘’politicamente corretta’’, abbracciando l’ideologia totalitaria del Pentagono, ha portato alla fascistizzazione del ceto medio impoverito: carne da cannone per il transumanesimo di Davos.

La guerra psicologica è in corso in Europa: gli europei del centro e dell’ovest, se l’informazione non diventerà multipolare (quindi è necessaria una rivoluzione anche nel campo dei media), rischiano di trasformarsi in un esercito di zombie. Il WEF ha programmato, nell’anglosfera, un futuro da incubo, arrivando, sia pure indirettamente, a riabilitare il generale Pinochet (dal nome dell’’’Operazione Pinochet’’, condotta dall’esercito neonazista ucraino),

https://www.wsws.org/es/articles/2023/01/20/pers-j20.html

https://www.ariannaeditrice.it/articoli/guerra-cognitiva-la-nato-sta-pianificando-una-guerra-per-le-menti-delle-persone

Davos 2023, in Svizzera il World Economic Forum: le ultime news in diretta  | Sky TG24

Fonte foto: SkyTG24 (da Google)

 

 

1 commento per “Davos: la Cina contro l’unilateralismo USA

  1. Giulio larosa
    30 Gennaio 2023 at 19:17

    In realtà i progressisti hanno come militonti e militanti non gli impoveriti della classe media ma i rimasugli dei garantiti sia delle classi medie che alte e perfino basse.

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