La notizia di un probabile arresto dell’ex presidente iraniano Ahmadinejad non è verificabile, non ci sono riscontri seppur alcuni media russi ed arabi vicini all’Asse della Resistenza la confermano. L’avvocato del leader antimperialista ha smentito la notizia, ma come ha giustamente sottolineato la Rete Voltaire: ‘’Tuttavia, dopo ventiquattrore non abbiamo ancora potuto accertare chi sta dicendo la verità. Né Ahmadinejad né Raissi sono apparsi in pubblico. Nessun giornalista è riuscito a contattarli direttamente. Nessuna autorità iraniana conferma o smentisce la notizia del loro arresto ’’ 1. Domanda: se la notizia fosse falsa, perchè le autorità non intervengono in prima persona?
Lasciando stare alcuni malintesi – che, alla fine, contano molto poco – chi scrive non ha mai negato il carattere autenticamente popolare delle manifestazioni in corso, ma – aldilà dei fraintendimenti – ha cercato di tenere ben distinte e separate le legittime istanze popolari e proletarie dalle provocazioni imperialistiche. Gli imperialismi USA ed israeliano si sono immediatamente mobilitati per generare il caos, ma se i bazaristi hanno alzato il tiro arrestando Ahmadinejad vuol dire che Rohani teme di più la fazione antimperialista dell’Islam sciita rispetto agli stessi provocatori sauditi e sionisti. Diceva bene Ernesto Guevara ‘’Le borghesie nazionali, nell’epoca della decadenza imperialistica, hanno più paura dei loro stessi popoli che dell’imperialismo’’. Solo dei cretini, senza mezzi termini, possono credere che Ahmadinejad abbia abdicato alla ‘’rivoluzione degli oppressi’’, quel conflitto di classe su scala internazionale che la borghesia del bazar, codarda e propensa al business, non manderà mai, e poi mai, avanti (nè avrebbe interesse a farlo).
Rohani è un neoliberista che dopo aver isolato – giustamente – i teppisti ed i provocatori si è rivolto contro l’ala antimperialista di orientamento sharitiano e i settori popolari danneggiati dalle sanzioni e dal fallito compromesso con l’imperialismo statunitense ed europeo. L’arresto di Ahmadinejad è un gesto infame fatto dal ‘’bazar’’ col sostegno del clero oscurantista, quegli stessi signori che criticarono l’ex presidente per l’affettuoso abbraccio rivolto alla madre di Hugo Chavez durante i funerali del leader bolivariano.
Per i clericali, i precetti religiosi – compresa l’antistorica teoria dei giurisperiti – vengono prima d’ogni altra cosa ma, per chi scrive, la solidarietà antimperialistica è l’unico metro di giudizio valido. Fidel Castro, Chavez ed Ahmadinejad hanno messo a punto un asse antimperialistico reale che ha inflitto a Washington significative sconfitte, regionali e globali. L’egemonia israelo-statunitense è stata messa seriamente in discussione, aldilà degli sproloqui collaborazionisti dello sceicco Rohani, un signore che presta più attenzione al business con i ‘’neo-schiavisti’’ europei piuttosto che alla salvaguardia dell’indipendenza della sua stessa nazione. L’Iran è un paese giovane, liberatosi dalla dittatura filo-USA dello Scià Reza Pahlevi, ha imboccato la strada della modernizzazione capitalistica. Nonostante ciò, la struttura socio-economica resta quella di una nazione semi-coloniale, quindi il conflitto fra gli sharitiani e la borghesia del bazar è estremamente attuale e ci chiama a posizionarci: i bazaristi vogliono mandare in frantumi il sogno rivoluzionario di Shariati, il proletariato iraniano fa benissimo a sollevarsi, seppur nel rispetto delle leggi islamiche, contro la borghesia locale e la piramide finanziaria occidentale.
La Repubblica Islamica dell’Iran – che continuo a considerare uno Stato antimperialistico – è il terreno di scontro fra due o più fazioni. Il giornalista Thierry Meyssan ci ha fornito una spiegazione eloquente: ‘’Nel 2005, l’elezione del presidente Ahmadinejad andava a regalare una seconda giovinezza alla Rivoluzione khomeinista. A differenza dei suoi due predecessori, i presidenti Rafsanjani (1989-1997) e Khatami (1997-2005), Ahmadinejad è stato non solo favorevole a una politica di indipendenza nazionale, ma è stato anti-imperialista, in linea con il pensatore della Rivoluzione, Ali Shariati. In pochi anni ha fatto dell’Iran un grande paese scientifico e industriale. Ha sviluppato la ricerca nucleare per mettere a punto un tipo di centrale che potesse essere replicato nel Terzo Mondo e consentire all’Umanità di conseguire la sua indipendenza energetica, senza il carbone, il petrolio e il gas’’ 2. E continua: ‘’Non si sottolineerà mai abbastanza l’opposizione tra i partiti iraniani. Rafsanjani e Khatami sono chierici, mentre Ahmadinejad è un Guardiano della Rivoluzione. Durante l’aggressione irachena, sono stati i Guardiani ad aver salvato il paese a rischio della propria vita, mentre il clero utilizzava i suoi lasciapassare per non mandare i suoi figli al fronte. Il clero gestisce immense ricchezze, Rafsanjani stesso è l’uomo più ricco del paese, mentre i Guardiani sono gente comune dallo stile di vita spartano. Per otto anni, l’Occidente non si è sbagliato a considerare Ahmadinejad come un avversario, ma ha preso una grossa cantonata quando qualificava questo leader, mistico e anti-clericale, come un «uomo dei mullah»’’. Con l’arresto di Ahmadinejad il conflitto iniziato dalla – fallita – ‘’rivoluzione colorata’’ del 2009 raggiunge il suo, scontato, approdo; Khamenei, come se non bastasse, sembra aver scelto i rassicuranti bazaristi in nome della – illusoria – crescita economia, frutto di scambi commerciali – non sempre vantaggiosi – con l’Europa e l’Unione Euroasiatica. Dove andrà l’Iran? Il capitalismo è la tomba della ‘’rivoluzione degli oppressi’’; quale libertà può esserci nell’economia di mercato, la stessa che sta divorando la Palestina storica permettendo ai sionisti di sfruttare risorse, umane e naturali, oltre ogni limite. Chi cede alla ‘’logica dei quattrini’’ (per dirla con Orwell) si scava la tomba da solo.
La Repubblica Islamica dell’Iran cos’ha ottenuto dagli accordi sul nucleare? Ahmadinejad ha ragione nel criticare i metodi poco trasparenti di Rohani: “Si tratta di un accordo legale che è stato stipulato fra l’Iran e diversi paesi. In Iran è stato accettato dalle istituzioni ufficiali e il governo ha annunciato la ratifica dell’accordo con le sue condizioni. Pertanto è ormai un documento legale ma riguardo alle attese che avevamo creato con l’eco mediatica e i colloqui sulla questione nucleare e, proprio perchè riguarda un tema nucleare, è stato valutato come un fattore risolutivo dell’insieme dei problemi del mondo, risolutivo per l’abolizione delle sanzioni dell’Onu illegali e unilaterali e si pensava che sarebbe stata fatta ammenda delle sanzioni con la soluzione dei problemi. Secondo me l’informazione non è stata fatta bene. Alla nazione non è stata data una corretta informazione. E poi abbiamo visto che le decisioni non sono state applicate, le sanzioni continuano, sono state imposte nuove sanzioni, alcune sono state prolungate. Le ricadute dell’accordo non sono visibili. Credo che in qualsiasi parte del mondo, quando gli accordi vengono raggiunti a così alto livello, le persone debbano avere informazioni corrette e alla gente vada chiesta la loro opinione perchè è di interesse comune. Ma intanto l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) afferma che gli iraniani hanno tenuto fede ai loro impegni mentre dall’altra parte non lo hanno ancora fatto, credo debbano farlo” 3. Del resto, la macchina mediatica e propagandistica imperialista è chiamata a manipolare e deformare la realtà vera delle cose.La menzogna è diventata la regola. Cosa dobbiamo aspettarci? Inganni, guerre, destabilizzazioni di Stati indipendenti e propaganda per occultare oscure manovre.
La difesa dell’Iran dall’imperialismo israelo-statunitense è sacrosanta. Questo però non ci impedisce di schierarci dalla parte dei lavoratori e dei ceti popolari iraniani contro le politiche del governo ‘’riformista’’ di Rohani, che rappresenta gli interessi dell’alto clero e della borghesia iraniana.
http://www.voltairenet.org/article199314.html
http://www.voltairenet.org/article181292.html
http://it.euronews.com/2017/04/19/intervista-all-ex-presidente-iraniano-mahmoud-ahmadinejad