“Julian è già stato consegnato agli Stati Uniti. Hanno concordato quando Mike Pence, vicepresidente degli Stati Uniti, ‘ha visitato’ l’Ecuador (quando si sono accordati anche su Chevron’’ Rafael Correa
Lo scontro fra Julian Assange e la sinistra zombie pare aver raggiunto l’apice: il fondatore di Wikileaks denuncerà il governo di ‘’centro-sinistra’’ ecuadoriano per avere violato i suoi diritti e libertà fondamentali. Sempre puntuale Rafael Correa: ‘’siccome il costo politico per tirarlo fuori dall’ambasciata è molto alto, stanno cercando di annichilirlo psicologicamente’’; la prassi è quella delle dittature. George Orwell, giornalista impegnato contro il ‘’totalitarismo’’ (concetto di per sé problematico), scriveva che ‘’ nell’epoca dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario’’.Perfetto: il comportamento del governo inglese verso Assange è analogo a quello di Mussolini nei confronti di Antonio Gramsci. Nonostante ciò la ‘’sinistra’’ europea pare abbia scelto di stare coi nuovi fascisti.
La lotta fra il numero uno dei perseguitati politici, il grande contro-informatore, ed una sinistra totalmente aderente al neoliberismo USA ed all’imperialismo americano-sionista iniziò quando gruppi di femministe si lanciarono contro il giornalista australiano rimasticando le accuse fabbricate nei laboratori della CIA: stupro, senza nemmeno uno straccio di prova. Anche Il Manifesto si sporcò d’infamia (nel senso politico del termine) pubblicando diversi articoli ingiuriosi, leggiamo: ‘’Non è la prima volta che Wikileaks si presenta come una organizzazione spregiudicata pronta a lavorare con chiunque pur di avere visibilità in Rete e tirar fuori dai guai Julian Assange. Nei mesi scorsi i rumors della Rete hanno segnalato informali contatti proprio di Assange con lo staff di Trump al fine di far congelare l’accusa statunitense di attentato alla sicurezza nazionale che pende sul capo del fondatore di Wikileaks. In cambio Assange si impegnava a rendere pubblici documenti che scagionavano Trump dall’aver chiesto favori a Putin per essere eletto presidente degli Usa. Solo voci, senza conferma. E senza smentita dai diretti interessati’’ 1. L’autore dell’articolo, Benedetto Vecchi, dimostra una ignoranza imbarazzante. Non appena eletto, Trump reclamò la testa del nostro mentre i legami fra Michael Flynn e la Russia riguardavano il tentativo, fortunatamente fallito, di spostare la Federazione russa su posizioni un po’ più morbide verso il sionismo israeliano. Un mare di menzogne, perché? Certamente, Il Manifesto, quotidiano (anti)comunista, ha occultato il suo vergognoso sostegno alla guerrafondaia Hillary Clinton e l’adesione al neoconservatorismo liberale. Una fotografia eloquente della ‘’sinistra capitalista’’. Infatti è molto grave che un giornale che si dichiara anti-neoliberista spacci le peggiori menzogne dei circoli della destra USA. Parlano di ‘’anti-autoritarismo’’, ma la “sinistra” liberale ormai controlla la gran parte dei mezzi d’informazione fino al punto di diventare una sorta di agenzia della borghesia più potente: quella nord-americana.
Da qualche mese l’offensiva contro Assange è guidata, non soltanto dall’estrema destra USA, ma anche dagli zombie di sinistra come Pedro Sanchez, il quale continua a far marcire nelle ‘’galere patrie’’ i patrioti baschi e catalani, e Lenin Moreno, novello cane da guardia dell’imperialismo USA. La ‘’sinistra’’ è diventata, per dirla con Jean Bricmont, l’estrema sinistra dell’estrema destra. Lo stesso Corbyn non brilla per coerenza, il suo silenzio contraddistingue l’opportunismo politico del laburismo britannico. Nulla di nuovo sotto il sole, Lenin inquadrò le storture dei ‘’fabiani’’ già un secolo fa.
Il ‘’giornalismo venduto’’ non perde occasione per gettare discredito diffondendo una ‘’bufala’’ governativa: ‘’Secondo il Guardian, riferendosi a fonti anonime, si sono svolte “trattative segrete” tra i rappresentanti di Assange ed i diplomatici russi dell’Ambasciata a Londra. Nell’articolo si osserva che Assange sarebbe stato prelevato dall’Ambasciata dell’Ecuador in un’auto diplomatica e portato in seguito in Russia o nel Paese centroamericano’’ 2. Pronta la risposta dell’Ambasciata russa: “I diplomatici non sono entrati in contatto nè con i rappresentanti dell’Ambasciata dell’Ecuador a Londra, né con l’entourage di Assange per facilitare la sua partenza dal Regno Unito”, — si afferma nei commenti del ministero degli Esteri russo; “L’articolo contiene una serie di insinuazioni di natura russofoba”, ha concluso il dicastero diplomatico russo, sottolineando che pubblicazioni simili “non reggono le critiche”. Il presidente Putin farebbe bene a mobilitarsi, ha il dovere morale e politico di salvare Julian Assange. La libertà d’informazione, con la persecuzione del fondatore di Wikileaks e le continue minacce nei confronti dei suoi più stretti collaboratori, è in bilico.
Anche il Messico venne chiamato in causa con il nuovo governo progressista, in tal senso annotai: ‘’Aldilà d’alcune forzature – come il raffronto fra Assange ed il leader bolscevico Lev Trotsky – la posizione della Restrepo è corretta: Obrador vuole rompere col neoliberismo? Perfetto, allora cominci col salvare la vita del grande informatore antimperialista, colui che ha sbugiardato la propaganda dell’imperialismo USA. In questo modo, spostando il Messico nel campo anti-neoliberista metterebbe fine alla restaurazione conservatrice, una offensiva che sta raggiungendo – dal Nicaragua al Venezuela – il suo apice. Il leader socialdemocratico AMLO – per diversi analisti, fra cui James Petras – potrà mettere con le spalle al muro la borghesia mafiosa messicana, ma occorrono fin da ora scelte coraggiose in politica estera’’ 3. Il lavoro di Assange è prezioso, ha levato agli USA ed ai suoi vassalli quell’impunità morale ricamata ad arte dalla corporazione dei giornalisti corrotti. Il nostro ha (citando Rafael Correa) ‘’sfidato il sistema’’.
Non si può permettere all’imperialismo USA di continuare con le sue malefatte e, dopo i crimini di Bush ed Obama, lo stesso Donald Trump è totalmente insofferente al diritto internazionale. L’ex presidente dell’Ecuador, il socialdemocratico radicale Rafael Correa, ha pienamente ragione quando dice che gli USA: “Se creen dueños del mundo, del universo” 4. ‘’Si credono i padroni del mondo ’’, una vana illusione, ma certamente manovrano la sinistra zombie, gente come Lenin Moreno, Pedro Sanchez e giornalisti come quelli del Manifesto quotidiano (anti)comunista. Mi preme aggiungere che anche Potere al Popolo, forse in virtù dell’alleanza con i centri sociali russofobi, non dedica un articolo al combattente antimperialista Julian Assange.
Per Correa difficilmente il giornalista anglo-australiano riuscirà a raggiungere la Russia, ma una cosa è certa: il suo impegno militante è l’antitesi dell’atteggiamento refrattario di Corbyn. Due sinistre, quella sudamericana e quella europea, destinate a scontrarsi.
https://ilmanifesto.it/lo-spregiudicato-assange-e-lasse-trump-putin/
https://it.sputniknews.com/mondo/201809226530943-Russia-Ecuador-Londra-Guardian-russofobia-fuga-ambasciata-WikiLeaks/
https://www.linterferenza.info/esteri/messico-concedera-asilo-politico-ad-assange/
https://actualidad.rt.com/actualidad/293057-rafael-correa-pronunciarse-estadia-assange-embajada