Foto: National Review (da Google)
L’Unione europea è l’ala civile della NATO, quindi una sovrastruttura dell’imperialismo USA. Scindere la critica e, imprescindibilmente, la lotta contro la UE dalla contrapposizione alle trame imperialistiche atlantiche è una operazione – sostenuta da Lega e M5S – funzionale agli Stati Uniti e alla NATO. Il giornalista Manlio Dinucci ci ha svelato il conflitto inter-oligarchico che si cela dietro il viaggio di Steve Bannon in Italia: sovranità da Bruxelles, ma non da Washington? Gli USA restano la principale potenza imperialistica, controllano indirettamente l’UE ed hanno in programma, nel lungo termine, una guerra contro la Repubblica popolare cinese. Conoscete Bannon: Goldman Sachs, lobby israeliana e neonazismo. Ditemi voi se un individuo di tal pasta può essere credibile come anti-neoliberista. Si tratta – semmai – di uno dei più acerrimi nemici del mondo del lavoro.
Le oligarchie si dividono in nazionaliste (Bannon, Kushner, il nazionalismo territoriale israeliano, ecc …) e cosmopolite (Obama, Clinton, Soros, ecc …); fino ad ora le seconde hanno avuto la meglio sulle prime, ma chiudere la porta a Soros per aprirla a Lieberman (come vorrebbe il leader leghista Salvini) è una operazione interna alla reazione neoliberista. Tanto lo speculatore Soros quanto il neofascista Lieberman sono nemici giurati dei movimenti progressisti, gentaglia con le mani sporche di sangue.
L’articolo di Dinucci svela l’inganno del (politicamente) viscido Steve Bannon: ‘’Ad esercitare pressione sull’Italia per orientarne le scelte politiche non è solo l’Unione europea, dominata dai potenti circoli economici e finanziari soprattutto tedeschi e francesi, che temono una rottura delle «regole» funzionali ai loro interessi. Forte pressione viene esercitata sull’Italia, in modo meno evidente ma non meno invadente, dagli Stati uniti, che temono una rottura delle «regole» che subordinano l’Italia ai loro interessi economici e strategici. Ciò rientra nelle politiche che Washington adotta verso l’Europa, attraverso diverse amministrazioni e con metodi diversi, perseguendo lo stesso obiettivo: mantenere l’Europa sotto l’influenza statunitense’’ 1. Ed ancora: ‘’Strumento fondamentale di tale strategia è la Nato. Il Trattato di Maastricht stabilisce, all’Art. 42, che «l’Unione rispetta gli obblighi di alcuni Stati membri, i quali ritengono che la loro difesa comune si realizzi tramite la Nato». E il protocollo n. 10 sulla cooperazione stabilisce che la Nato «resta il fondamento della difesa» dell’Unione europea’’. L’imperialismo tedesco, un tempo legato alla ‘’fazione liberale’’ ha, con tutta probabilità, dato per spacciata “Killary” Clinton, quindi si è orientato (geo)politicamente verso la Federazione russa. Detto e fatto. Bannon, ex banchiere (non pentito) della Goldman Sachs, sbarca in Europa e proclama una guerra commerciale alla, fin troppo paziente, Mosca. Cerchiamo di fare, per quanto possibile, delle previsioni:
- Trump ha intenzione di far saltare – contro la volontà di Putin – la UE legando i singoli stati nazionali alla burocrazia imperialista della NATO. Che cosa significa tutto ciò? Semplice, l’Alt Right ha vinto la sua guerra inter-oligarchica contro la Fondazione Clinton, adesso comanda l’ala “civile” del Ku Klux Klan. Non esiste un meno peggio, le scelte sono entrambe peggiori.
- Nessun partito nazionalista europeo toglierà le ingiuste sanzioni alla Federazione russa. Ben presto la Lega ed il M5S diventeranno, obtorto collo, scherani di Washington e Tel Aviv (la Lega lo è già da tempo). Il Partito (anti)democratico rispondeva a Soros ed al clan Clinton; Lega e M5S a Trump e Lieberman. Dentro il neoliberismo globalizzato non esistono né pace e né giustizia sociale.
Dinucci ci offre qualche ulteriore informazione: ‘’Emblematico il fatto che, proprio nella settimana in cui in Europa si dibatteva aspramente sulla «questione italiana», è sbarcata ad Anversa (Belgio), senza provocare alcuna significativa reazione, la 1a Brigata corazzata della 1a Divisione statunitense di cavalleria, proveniente da Fort Hood in Texas. Sono sbarcati 3.000 soldati, con 87 carri armati Abrams M-1, 125 veicoli da combattimento Bradley, 18 cannoni semoventi Paladin, 976 veicoli militari e altri equipaggiamenti, che saranno dislocati in cinque basi in Polonia e da qui inviati a ridosso del territorio russo ’’. Il banchiere Bannon non ha nulla da dire, non esiste – in questo caso, ben più grave – un problema di sovranità violata, tanto per cambiare, da Washington? Guai a sovrapporre l’imperialismo tedesco all’imperialismo americano-sionista, si finisce fra le braccia di guru nazionalisti che fomentano sottobanco l’ostilità contro il mondo antimperialista. Tanto Bannon, quanto il suo amico Dugin (lo stregone dei neofascisti occidentali) vorrebbero la separazione della Russia europea da quella asiatica e la divisione, su basi etniche e religiose, della Repubblica popolare cinese. Le vie della CIA sono infinite.
Nessuno, fra i difensori della sovranità nazionale, si è preoccupato di periziare le posizioni di questo ‘’ex’’ della Goldman Sachs di fronte alla pulizia etnica della Palestina? Il giornale Breitbart (di cui Bannon è il fondatore) ha più volte intervistato il figlio dello Scià, Reza Ciro Pahlevi, opponendosi con argomentazioni guerrafondaie all’Accordo sul nucleare iraniano. Il rabbino di estrema destra Shmuley Boteach si è preso la briga di dare all’uomo dell’Alt Right, quasi, il titolo di ‘’ebreo onorario’’. Leggiamo: “Breitbart ha seguito da vicino e si è opposto con forza all’accordo sul nucleare iraniano voluto dagli Stati Uniti”. Un vero sproloquio sionista quello che segue: ‘’Breitbart difende costantemente Israele anche dal movimento antisemita BDS (Boycott, Divestment and Sanctions), il cui obiettivo è la distruzione economica dello Stato di Israele’’; “il popolo ebraico, oggi, si trova di fronte a una nuova era che vede crescere l’antisemitismo ovunque, e sempre di più in Europa. Abbiamo bisogno di nemici reali che sappiano combattere contro tutto ciò. Hamas, Hezbollah e l’Iran. Gli editorialisti di Breitbart hanno dimostrato di saper resistere con forza contro tutti e tre”. Gli editorialisti di Breitbart sono dei fanatici neofascisti, fra di loro spicca il lobbista Milo Yiannopoulos; razzista, difensore della pedofilia ed apologeta dello sterminio dei pellirossa. L’abbraccio della lobby sionista a Trump e Bannon comprende un contratto coi neonazisti, una nuova strategia della tensione la quale, ben presto, arriverà in Europa. L’Alt Right ‘’yankee’’ è, in questo momento specifico, il nemico principale.
Il razzismo di Trump, Bannon e Yiannopoulos contro il mondo musulmano è stato duramente attaccato dal coraggioso giornalista israeliano Gideon Levy, una delle voci più autorevoli della sinistra anti-neoliberista arabo-israeliana: ‘’Siti online di informazione come Huffington Post e Jewish Forward si chiedono se sia possibile essere antisemita e sionista e hanno concluso: sì. Per IJAN, l’allineamento delle organizzazioni reazionarie sioniste (cioè ZOA) con finanziatori miliardari sionisti che attaccano i movimenti progressisti (cioè Sheldon Adelson) e con il reazionario razzista presidente eletto Trump e il suo stratega politico Bannon, è una conferma della natura dell’ideologia sionista e del movimento sionista. Si tratta di un movimento e di un’ideologia basati sul razzismo contro palestinesi e arabi, sulla demonizzazione dell’Islam e dei musulmani, sulla pulizia etnica e la giustificazione della colonizzazione. Ecco perché il sionismo è un insulto alla storia delle lotte ebraiche contro l’antisemitismo e la partecipazione ebraica a lotte collettive per i diritti del lavoro, diritti civili e diritti umani e contro razzismo e repressione’’. Per Levy ‘’il sionismo è un insulto alla storia delle lotte ebraiche contro l’antisemitismo e la partecipazione ebraica a lotte collettive per i diritti del lavoro, diritti civili e diritti umani e contro razzismo e repressione’’. L’antisemitismo, prodotto barbaro del colonialismo europeo. Quei mostriciattoli che Steve Bannon rappresenta, un rozzo cantore del nazionalismo bieco e militarista ‘’yankee’’.
Da questo punto di vista, farsi illusioni sul governo ‘’giallo-verde’’, Lega – M5S, sarebbe, per chi si professa anti-capitalista e antimperialista, un errore imperdonabile. Ancora più grave è l’infatuazione, una fascinazione che parte da lontano, per qualche discorso (di hitleriana memoria?) di Bannon contro la globalizzazione. Si comincia col sostituire il termine ‘’imperialismo’’ con ‘’mondializzazione’’, salvo poi camminare, mano nella mano, coi nazionalisti USA (cioè la fazione nazionalista della CIA). Una fine davvero poco onorevole.
http://www.voltairenet.org/article201319.html
https://invictapalestina.wordpress.com/2016/11/21/labbraccio-dei-sionisti-a-trump-e-bannon-non-e-una-sorpresa/