La scorsa settimana (maggio 2024) ha visto
una offensiva, a testa bassa, da parte dell’Occidente collettivo, il quale,
attraverso l’Alta Corte di Londra, ha deciso di lasciar languire Assange in
carcere; dall’altra parte il Presidente iraniano, Ebrahim Raisi ha perso la
vita in un ‘’non chiarito’’ incidente aero. Una cosa è certa: il
fondatore di Wikileaks e lo statista iraniano-sciita hanno dato il loro
contribuito alla lotta antimperialista, seppur da posizioni politiche molto
diverse.
Julian Assange: l’esecuzione a rallentatore di
un Gramsci moderno
La sentenza si basa sul fatto che la
Giustizia-orwelliana USA non abbia offerto abbastanza garanzie a Julian,
ciononostante Londra seguita a non riconoscere la riproposizione in chiave post-moderna
di una sorta di inquisizione medioevale. Assange, rivelando al mondo il
funzionamento della nuova Architettura di potere (con la
de-classificazione dei cables Vault 7), ha rimesso in discussione il ‘’diritto
all’esistenza’’ dell’odierno ‘’capitalismo della sorveglianza’’. La ‘’società della paura’’ che sfrutta
la classe operaia, quella che alcuni analisti hanno definito ‘’società
cocainista’’ (descrivendo i vizi perversi della borghesia), non ha il
diritto d’esistere.
Per il giornalismo lubrificato USA/UE, Julian
non sarebbe un giornalista, ragione per cui non dovrebbe godere della tutela
contenuta nel Primo Emendamento; purtroppo nell’Occidente collettivo, compresa
l’Italia degli ‘’ordini professionali’’ di mussoliniana memoria (quindi anche l’ODG,
una corporazione che dà spazio alla Propaganda di guerra USA), il
giornalismo è un Potere al servizio del complesso
militare-industriale. La professione giornalistica, dedita al meretricio
nei confronti dell’élite aziendale, non ha nessuna dignità deontologica. Hanno
ragione: un eroe moderno non rientra in queste categorie.
Scrive il giornalista investigativo e Premio
Pulitzer, Chris Hedges:
‘’Julian ha commesso il più
grande peccato agli occhi dell’impero: l’ha smascherato come un’impresa
criminale. Ha documentato le sue menzogne, le violazioni dei diritti umani, le
uccisioni di civili innocenti, la corruzione dilagante e i crimini di guerra.
Repubblicano o Democratico, Conservatore o Laburista, Trump o Biden, non
importa. Chi gestisce l’impero usa lo stesso sporco manuale.’’ 1
In Italia non abbiamo nessun
Premio Pulitzer a schierarsi dalla parte degli Oppressi, come ha fatto Hedges.
Il giornalismo ha avallato la ‘’lotta di classe dall’alto’’ dell’élite
aziendale, contribuendo ad un processo di deprivazione dei diritti mai visto
dall’epoca fascista. L’attuale capitalismo non guarda al passato: l’ideologia post-modernista
è stata l’anello di congiunzione fra la borghesia imperialista statunitense e
la declinazione distopica-orwelliana delle nuove tecnologie. Il
giornalismo-professionista (quello accreditato dalle corporazioni neo-feudali),
tacendo davanti alla “crocifissione” di Julian, si è rivelato come Cavallo
di Troia dell’imperialismo USA.
Conclude Hedges:
‘’Se non c’è libertà di
parola per Julian, non ci sarà libertà di parola per noi.’’
La Gran Bretagna, di fatto
lustrascarpe degli Stati Uniti e di Israele, è il Simulacro della Tirannide
liberticida narrata da George Orwell, plagiando ‘’La rivoluzione manageriale’’
dell’ex trotskista, finito nella destra repubblicana a spregio di Trotsky,
James Burnham. Lo scrittore socialdemocratico, che fu delatore della neonata CIA,
va rovesciato nella declinazione geopolitica del suo capolavoro: ‘’1984’’
è il capitalismo.
Ebrahim Raisi: il populismo
islamico-sciita contro i crimini dell’unilateralismo israeliano
Il leader iraniano Ebrahim
Raisi, raccogliendo l’eredità politica dei Guardiani della Rivoluzione,
ha contribuito a costruire un esercito fortissimo, ovvero un contropotere
militare all’arroganza neocoloniale ‘’americano-sionista’’. Washington e Tel
Aviv non potevano aspettarselo.
La morte di Raisi somiglia,
per molti aspetti, a quella di Enrico Mattei: entrambi appartenenti alla
borghesia nazionale (Raisi sciita anti-globalista e Mattei cattolico con
tendenze socialdemocratiche), i due statisti hanno abbracciato il
multipolarismo guardando al Sud Globale. Negli anni ’60, Washington
reagiva globalizzando il ‘’modello’’ Francisco Franco; adesso, attraverso la propaganda,
ha trasformato i cittadini statunitensi, gli europei del centro e dell’ovest in
degli zombie, friggendogli il cervello.
Il giornalista investigativo
Pepe Escobar (sostenitore della tesi dell’attentato pianificato dalla borghesia
metropolitana) ha riassunto ciò che realmente conta, l’eredità politica e
militare di Raisi, un modello di dedizione nella difesa degli oppressi
(pensiamo al sostegno incondizionato alla causa palestinese):
‘’ll potere
dell’Iran deriva da questa amministrazione molto pragmatica di Raisi, molto
programmatica, estremamente pragmatica, molto competente, diplomaticamente di
altissimo profilo. Ha costruito un’industria bellica estremamente forte e gli
americani non si aspettavano che potesse arrivare a questo livello.
Per
difendere la sovranità bisogna avere un esercito, questa è la Lezione N.1 della
geopolitica. E questi tre paesi hanno tre eserciti fortissimi: Russia, Cina e
Iran.
Allora, si
può dire che per Russia e Cina – e a diversi livelli – l’Iran è l’attore
principale per il mondo islamico.
In Iran c’è
un sistema sciita e questo sistema si sta legittimando di fronte a tutte le
popolazioni sunnite del pianeta, soprattutto dopo la risposta al recente
attacco di Israele al Consolato iraniano a Damasco.
L’organizzazione
della risposta iraniana è stata uno spettacolo dal punto di vista militare,
diplomatico, dal punto di vista delle tempistiche, tutto.. .
Gli iraniani
hanno creato anche un soft power Iran nel
mondo islamico, che è un soft power che includono anche le forze di quello che
chiamiamo “asse della resistenza”: la fazione palestinese, i siriani, Hashd
al-Shaabi e tutte le milizie nell’Iraq, Hasan Nasr Allah e Hezbollah, gli
Houthi in Yemen, che sono guardati da tutto il mondo islamico, dalla Nigeria
all’Indonesia. Sono valenti, questi sono guerrieri, stanno difendendo i valori
dell’Islam. E la leadership di quest’asse è evidentemente una leadership
iraniana che è stata realizzata dal generale Soleimani. E ritorniamo sempre
all’importanza quasi smisurata del generale Soleimani, perchè lui aveva pensato
questa strategia a lungo termine, una strategia per questa decade e anche per
il prossimo decennio; tutto questo è stato ideato, diciamo dieci anni fa,
cinque anni fa, prima del suo assassinio nel 2020.
È molto
interessante vedere la continuità e com’è solida questa idea iraniana di un
potere iraniano al più alto livello in tutta l’Eurasia, in tutto il mondo
islamico e anche nella maggioranza globale.
L’Iran è
rispettatissimo in Africa, in America Latina, nel sud est dell’Asia, non
solamente nel mondo islamico.
Soltanto
degli Stati – Civiltà sono capaci di tenere e di sviluppare una posizione così
complessa su diversi livelli ed adesso siamo fortunati perchè ne abbiamo tre:
Russia, Cina e Iran”.’’ 2
Il mondo
multipolare verte su tre polarità: Russia, Cina ed Iran (a cui, personalmente,
potrei aggiungere il Venezuela). Da un lato l’Eurasia, da una posizione di
fatto socialdemocratica e redistributiva, sta coalizzando le realtà multipolari;
dall’altra parte, USA/GB/Sionismo hanno rilanciato la dottrina della ‘’guerra
eterna’’. Per Washington e Tel Aviv, l’assassinio mirato è una opzione
politica.
Subito dopo
la morte di Raisi, Pepe Escobar ha scritto su Twitter:
“Ancora una volta: nessun ‘incidente’. Un
grave errore strategico quello di stipare i vertici del governo sullo stesso
elicottero per una visita a un confine molto incerto e quando l’intera Asia
occidentale è un gigantesco vulcano”.
Una cosa è certa: il governo genocida di
Israele (utilizzo la definizione di ‘’genocidio’’ seguendo la disamina
dei giuristi sudafricani), non perderà l’occasione per scatenare la ‘’guerra
totale’’, rischiando di distruggere una porzione del pianeta. Israele sta
pianificando la catastrofe.
Fonte foto: YouTube (da Google)