L’Azerbaigian è geopoliticamente il Paese più potente del Caucaso, capace – alla pari della Turchia – di adottare la ‘’geopolitica del serpente’’ e sfruttare a proprio vantaggio le contraddizioni inter-capitaliste fra Occidente collettivo e Sud Globale: economicamente è ben integrata nella transizione ad un Nuovo Ordine Multipolare, dall’altra parte mantiene una cooperazione militare strategica col Pentagono ed il deep state israeliano. Scrive l’analista strategico Andrew Korybko:
‘’La visione del presidente azero Aliyev per la regione più ampia si allinea perfettamente con la Belt & Road Initiative (BRI) cinese, motivo per cui il suo paese è stato uno dei primi sostenitori del concetto di integrazione globale di Pechino. All’inizio di questo mese, ha proposto la creazione di una piattaforma di integrazione regionale tra Azerbaigian, Russia, Turchia, Iran, Georgia e Armenia mentre parlava alla parata del Giorno della Vittoria insieme al suo ospite d’onore, il presidente turco Erdogan. Quei due leader stanno già facendo grandi passi avanti nell’integrazione dei loro paesi nella BRI.’’ 1
Al di là delle questioni geo-economiche, la popolazione azera non ha usufruito del multipolarismo di mercato adottato, come visione strategica, dalla borghesia islamica-nazionalista, rimanendo compressa da una classe sovrastante, cleptocratica e corrotta: il regime di Aliyev è la negazione di tutto ciò che, in termini di decolonizzazione del mondo, ha rappresentato la Repubblica Socialista Sovietica Azera. Dal 2012 al 2019, il governo azero ha fatto transitare dalla Danske Bank 2,9 miliardi di dollari per la corruzione di giornalisti e dirigenti politici; il tutto con l’obiettivo di nascondere la corruzione del clan Aliyev e la sua cooperazione con la CIA. Nel luglio del 2017, la Rete Voltaire aveva riferito dell’inchiesta della giornalista bulgara Dilyana Gaytandzhieva, la quale ha rivelato il gigantesco traffico d’armi dell’Azerbaigian, per conto della CIA e del fondo privato KKR, coinvolgendo militarmente ben 17 governi contro Russia e Cina. Il multipolarismo neo-liberale del regime azero non è un problema per Washington: l’unipolarismo militare fa di Baku una pedina del Pentagono nel rilancio delle ‘’guerre eterne’’ contro i Paesi ‘’non allineati’’.
Baku potrebbe diventare importante per facilitare il commercio nord-sud (scrive Korybko), ma la conflittualità sociale e geopolitica si colloca, prima d’ogni cosa, sul piano militare e d’intelligence; l’Azerbaigian è un alleato strategico di USA ed Israele; nella regione si è impegnato a destabilizzare la Repubblica Islamica dell’Iran, fra l’altro foraggiando il separatismo curdo, inoltre condivide con Israele il piano d’aggressione imperialista alla Siria panaraba.
Il giornalista Davide Rossi, su Sinistra.ch, ci offre una analisi convergente con quella di Korybko: la Russia appoggia il progetto azero per il Nagorno Karabakh. Leggiamo:
‘’Gli autonomisti del Nagorno Karabakh in sole ventiquattro ore si sono ritrovati costretti il 20 settembre ’23 a firmare un cessate il fuoco che equivale a una totale capitolazione della repubblica autonomista, con il rientro in Armenia dei soldati di quella nazione presenti sul territorio del Nagorno Karabakh, lo scioglimento dell’esiguo esercito autonomista e l’avvio delle procedure per l’assegnazione di documenti azeri ai centocinquantamila abitanti della regione, di cui centoventimila armeni, che forse in parte decideranno di lasciare il Nagorno Karabakh per l’Armenia, e trentamila azeri, coloro che pur dopo l’esito un trentennio fa del conflitto a favore degli armeni, avevano comunque deciso di restare nelle loro case e nella loro terra. È immaginabile poi che al flusso di armeni verso Yerevan corrisponda in parte un ritorno di azeri che avevano lasciato dopo la guerra degli anni ’90 il Nagorno Karabakh.’’ 2
Il progetto di costruzione della ‘’Grande Armenia’’ venne contrastato da Lenin, il quale preferì appoggiare in funzione anti-colonialista (principalmente contro l’imperialismo britannico) la Rivoluzione kemalista guidata da Mustafa Kemal. Le notizie che Korybko dà, ai media azeri, su Yerevan risultano (di fatto) pertinenti:
‘’L’UE è anche interessata a sostituire l’influenza russa in Armenia per poi brandire l’intero paese come spada di Damocle della guerra ibrida per fare pressione sull’Azerbaigian affinché gli conceda accordi energetici preferenziali sotto il potenziale pena di riaccendere il conflitto del Karabakh.’’ 3
La ‘’guerra ibrida’’, partendo dalle ‘’rivoluzioni colorate’’ (come quella che ha partorito l’attuale governo di Yerevan) è la priorità di Washington: seminare il caos e mondializzare lo sfruttamento. Il conflitto armeno-azero non coinvolge un Paese multipolare (Azerbaigian) ed uno filo-occidentale (Armenia), o viceversa; si tratta di uno scontro inter-etnico fra due nazioni neoliberali che hanno pagato, con povertà e subordinazione all’imperialismo USA, la dissoluzione dell’Urss; la distruzione del primo Stato antimperialista e multietnico della storia. Azerbaigian ed Armenia: due regimi neoliberali subordinati alla Nato. La Russia, paese ‘’cristiano-ortodosso’’, appoggia l’Azerbaigian sciita; l’Iran sciita s’è schierato con l’Armenia ‘’cristiana-ortodossa’’. La geopolitica della complessità sfugge agli schemini eurocentrici del giornalismo lubrificato occidentale.
L’imperialismo USA, sfruttando i conflitti inter-etnici, foraggiando il nazionalismo-razziale e globalizzando l’anticomunismo, sta portando alla distruzione di una porzione del pianeta.
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-i_sogni_dellazerbaigian_sulla_nuova_via_della_seta_diventano_realt/37948_38843/
https://www.sinistra.ch/?p=15263
https://www.ambienteweb.org/2023/01/31/korybko-ai-media-azeri-loccidente-sta-sfruttando-larmenia-per-dividere-il-caucaso-meridionale/
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