Quelle che vedete sulla foto sono le cosiddette “Femen”, un “movimento di protesta” ucraino fondato a Kiev nel 2008, noto all’opinione pubblica internazionale per il fatto di manifestare seminude contro il sessismo e il “maschilismo”. E’ risaputo e documentato che le Femen sono finanziate da George Soros, multimiliardario a capo del suo Open Society Institute.
Al fianco delle Femen esistono altri fenomeni mediatici spacciati per “progressisti”, come il gruppo femminile punk russo delle “Pussy Riot”, arrivate addirittura ad infilarsi dei polli nella vagina in un supermarket moscovita, la cui leader, Nadia, è ascesa al top dell’ “underground” moscovita dopo una performance sessuale dal vivo – stiamo parlando di sesso di gruppo a scopo dimostrativo — al Museo biologico di Timiryazev, a diciotto anni, dato che l’uso del sesso e delle sue varianti sembra caratterizzare con successo certi movimenti di protesta nell’ est europeo, i quali sostengono di battersi contro «il turismo sessuale, il sessismo e altre discriminazioni di genere», ma in effetti, con i loro comportamenti provocatori, non fanno altro che alimentare il luogo comune della particolare licenziosità e dissolutezza delle donne dei paesi esteuropei.
Queste manifestazioni sono in linea con quelle del collettivo Femen, alcune esponenti del quale ritratte nella foto “all’opera” durante il colpo di stato liberista-nazifascista in Ucraina, mentre urinano sul volto di un Presidente legittimamente eletto solo un anno prima. Nella foto che pubblichiamo di seguito sono invece immortalate alcune delle loro principali esponenti, attiviste dell’ultradestra ucraina, insieme a Bogdan Titskij, capo del Comitato Nero, organizzazione di estrema destra ucraina i cui membri furono condannati per l’incendio doloso di un ostello per studenti africani e per aver attaccato un centro della comunità ebraica. Lo stesso movimento che dall’aprile del 2010 stava considerando l’idea di diventare un partito politico per partecipare attivamente alle elezioni parlamentari, sventolando nelle giornate di Euromaidan la bandiera di Optor, gruppo legato al già citato Soros:
Questi fenomeni mediatici vengono utilizzati contro i governi non allineati agli interessi USA e nel nostro paese sono molto popolari anche e soprattutto nella cosiddetta “sinistra radical”, “neofemminista” (nulla a che vedere con le storiche battaglie delle donne socialiste e comuniste contro ogni forma di sfruttamento, per l’eguaglianza, la libertà e i diritti di tutte e di tutti, ), cosiddetta “libertaria”, “dirittoumanista”, salottiera e presenzialista, e anche in alcuni ambienti della cosiddetta “sinistra antagonista”.
Come già detto, dietro a questi fenomeni c’è il multimiliardario George Soros, cioè la 22esima persona più ricca del mondo con un patrimonio stimato in 20 miliardi di dollari, per lo meno secondo la rivista americana di economia e finanza, Forbes.
Soros ha contribuito alla destabilizzazione dell’URSS, finanziando Solidarnosc in Polonia, spina nel fianco dell’impero sovietico, e sostenuto attivamente il movimento dissidente Charta 77 in Cecoslovacchia. E’ stato uno dei 1400 membri del Council of Foreign Affairs, un circolo speciale nato all’indomani della Prima guerra mondiale, che raccoglie eminenti personalità della società economica e culturale dell’occidente (banchieri, rettori universitari, direttori di giornali, direttori delle fondazioni Ford, Rockefeller e, fra gli altri, i presidenti americani Hoover, Eisenhower, Johnson e Nixon e i segretari di stato americani Edward Reilly Stettinius, Dean Acheson, John Foster Dulles, Christian Archibald Herter e Dean Rusk).
Soros è sostenitore e finanziatore delle varie Rivoluzioni Colorate (come sostiene candidamente Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/George_Soros), che hanno sconvolto l’equilibrio post-sovietico permettendo l’ingresso del grande capitalismo occidentale in Europa Orientale, nonché fautore della destabilizzazione e della disgregazione dell’ex Jugoslavia.1 Emblematico il caso della Rivoluzione delle rose in Georgia. In Italia è noto alle cronache anche perché in lizza tra i possibili acquirenti dell’A.S. Roma, ma pochi sanno che egli è acquirente di ben due miliardi di buoni del tesoro europei, soprattutto italiani.2 Uomo liberal – nell’accezione “statunitense” del termine, cioè liberaldemocratico e “progressista” – Soros è la punta di diamante di quella penetrazione USA che evita l’uso dell’intervento militare (i casi Iraq e Afghanistan insegnano, in quanto controproducenti per l’economia statunitense: costa meno destabilizzare un paese piuttosto che bombardarlo e occuparlo) utilizzando il dispiegamento del sistema dell’aiuto umanitario, che si presenta cooperativo per definizione e apportatore di valori “progressisti e di sinistra”: diritti umani, società civile, parità di genere, democraticizzazione, ecc.
Di quale “sinistra” è sostenitore Soros? Della sinistra liberale di derivazione popperiana, dato che era allievo del filosofo Karl Popper alla London School of Economics. Soros ha lasciato il segno soprattutto come speculatore finanziario, dato che nel Mercoledì Nero del 16 settembre 1992 vendette allo scoperto ben 10 miliardi di sterline, quando il padre dell’euro, l’ecu, poneva le basi per l’odierno sistema monetario attraverso il Sistema Monetario Europeo. In poche parole, Soros ha contribuito a spingere fuori dell’eurozona la Gran Bretagna, speculando anche sulla nostra lira, per inciso, in quello stesso mese di settembre. La qual cosa fece sperimentare all’Italia la “medicina” lacrime e sangue del “Dott. Sottile”, cioè l’esponente socialista Giuliano Amato, braccio destro di Bettino Craxi e futuro ulivista.
Ma le nostre Femen – lautamente pagate da Soros – sono indifese, dato che solo il maschio, nella loro logica, è portatore di violenza! Quindi, sempre seguendo la stessa logica, dovrebbero essere del tutto estranee ai gravi episodi di violenza che si stanno verificando in Ucraina. Tutt’altro! Le nostre “femministe” «sono delle note transfughe, passate dai movimenti giovanili comunisti a quelli ultranazionalisti, ma anche una nuova forma di “tecnologia politica: una manipolazione politica estrema. Gli strumenti sono familiari: narrazione, disinformazione, e interpolazione …”, marketing ed organizzazione dei media sarebbe il termine oggi appropriato. Tra costoro troviamo Oksana Chashko (co-fondatrice delle FEMEN), Anna Hutsol (co-fondatrice delle FEMEN) e Viktor Svjatskij (l’uomo presentato come uno dei burattinai all’ombra del movimento FEMEN)».3
Nel 2006, dopo il crollo elettorale del PC ucraino, Anna Hutsol e Viktor Svjatskij, dopo aver animato nel 2005 movimenti come il Centro per le prospettive della gioventù (un sindacato) e Nuova Etica, che diverranno poi il collettivo Femen, si avvicinarono al partito social-patriottico Grande Ucraina, con posizioni tutt’altro che progressiste, cosa che dovrebbe far riflettere i sostenitori “arcobaleno” di casa nostra:
Quando le FEMEN furono avviate a Kiev, nella primavera 2008, Andrej Kolomets (“Andrew Kolomyjec”), uno dei quadri di Grande Ucraina (movimento rosso-bruno da cui provengono le FEMEN) entrò subito nel consiglio d’amministrazione. Sarà uno dei più “costanti sostegni finanziari” delle attiviste. “Al fine di garantirne l’indipendenza”, disse molto seriamente … aggiungendo che il movimento “non era mai scaduto nel razzismo”. Vedasi Mickael Orlyuk un altro quadro del partito, e anche partecipe delle proteste delle FEMEN. “Un certo numero di tesi della Grande Ucraina viene ripreso dalle FEMEN. Immigrazione: l’esenzione dei visti per i cittadini europei che visitano l’Ucraina è un disastro, dovrebbero chiudere le frontiere. La Grande Ucraina denuncia le “centinaia di migliaia di immigrati clandestini (che) ci minacciano”. Le FEMEN si ponevano al suo fianco, con l’aiuto dell’influenza aviaria “all’ingresso di stranieri nel nostro Paese.” “Xenofobia? Forse”, rispose Anna Hutsol. Sull’esempio della Grande Ucraina, le FEMEN sostengono la pena di morte per i ‘sadici’.” Infine, ci sono i turchi contro cui Igor Berkut (leader di Grande Ucraina) ritiene che la guerra sia inevitabile. Le FEMEN, da parte loro, li hanno avuti a lungo come primi nemici, in nome della lotta al turismo sessuale.4
A questi contatti, che la portano all’abbraccio con i carnefici di Odessa, la nostra Anna Hutsol aggiunge successivi contatti economici con gli ambienti economici di Washington, cioè l’Open World Leadership Institute, organismo che «permette ai leader russi di sperimentare la democrazia e la libera impresa in azione nelle comunità degli Stati Uniti in una visita di 10 giorni. I partecipanti al World Open studiano ruoli e relazioni tra i tre diversi livelli e rami del governo degli Stati Uniti. Esaminano anche in che modo il settore privato e no-profit negli Stati Uniti contribuiscano a soddisfare le esigenze sociali e civiche».5 Il think tank è presieduto da James Hadley Billington, un accademico e bibliotecario statunitense ed ex membro del consiglio del comitato di redazione della rivista Foreign Affairs, di David Rockfellers, uomo notoriamente di “sinistra”.6