11/9: pretesto per un nuovo tipo di guerra. Washington inaugura la guerra senza fine”

‘’Il problema è sempre lo stesso: non vogliamo ammettere che il criminale sia così vicino a noi’’ Thierry Meyssan

 

Attraverso la contestazione della versione ufficiale degli attentati dell’11 settembre 2001, il giornalista investigativo Thierry Meyssan stimolò un dibattito mondiale, ciononostante il presidente Sarkozy (su richiesta del Deep State francese e della CIA) lo costrinse all’esilio: la parte più importante del suo libro – come egli stesso afferma – è uno studio di scienze politiche, tutt’oggi studiato nelle università russe, iraniane e sudamericane. Il problema non è chiarire la modalità degli attentati, né ricercare dettagli tecnici sul crollo delle due (anzi tre) torri, ma comprendere perché dopo quella tragedia gli Stati Uniti reagirono congelando la loro Costituzione. Thierry Meyssan ha previsto, con lucidità e coraggio intellettuale, la globalizzazione della dottrina sulla ‘’guerra senza fine ‘’.

 

Un primo bilancio della dottrina Rumsfeld/Cebrowski

 

Gli attentati dell’11/9 (non entrerò nel merito dell’operazione ‘’falsa bandiera’’) sono serviti al complesso militar-industriale per portare ai vertici del Pentagono la fazione più aggressiva dei neoconservatori: gli esportatori del caos creativo. A vent’anni dal golpe silenzioso dei neoconservatori filo-israeliani (un gruppo di potere legato alla lobby della Destra Israeliana, sostenitori del progetto edificante del Grande Israele) il bilancio della ‘’guerra lunga’’ è catastrofico, la prima vittima del Deep State è la borghesia commerciale USA:

‘’Il costo umano generale (escluse le persone scomparse) sarebbe tra gli 897 mila e i 929 mila morti. Il dato tiene conto solo delle perdite umane in Afghanistan, Iraq, Pakistan, Siria e Yemen. Bisognerebbe aggiungervi almeno altri 120 morti in Libia.

Il costo finanziario ammonterebbe per i soli Stati Uniti a 8.049.000.000.000 di dollari. A questi 8.000 miliardi, a carico dei contribuenti USA, andrebbero aggiunte parecchie centinaia di miliardi di dollari a spese di afghani, iracheni, libici, siriani e yemeniti, i cui Paesi sono in buona parte mucchi di macerie’’ 1

 

Gli Stati Uniti hanno esportato in Medio Oriente la ‘’guerra perpetua’’, definita anche ‘’guerra eterna’’: un conflitto inter-etnico combattuto, non per essere vinto ma per distruggere il modello produttivo d’una intera area geografica facendola sprofondare nel caos; nel pensiero originale di Donald Rumsfeld. Così facendo l’Occidente avrebbe strangolato sul nascere la costruzione di polarità geopolitiche alternative all’unilateralismo del Pentagono, all’Ue ed all’imperialismo Anglo-Sionista. Il presidente Obama inaugurò questa strategia, finora applicata solo contro le popolazioni musulmane, in America Latina lanciando la spaventosa distruzione del Bacino dei Caraibi ed organizzando personalmente la destabilizzazione di Nicaragua e Venezuela. Il problema è politico: Washington, pianificando la demolizione controllata d’una porzione del pianeta, perde credibilità anche all’interno del mondo globalizzato. Come scrive il canale investigativo SCF:

‘’Lo spreco di risorse si riflette nello stato decrepito della società nordamericana (e britannica) dove i servizi pubblici e le infrastrutture crollano e disuguaglianza e povertà sono a livelli record. La “guerra al terrorismo” ha portato gli Stati Uniti, un tempo rispettati, al discredito internazionale. Sono visti globalmente come Stato canaglia infido e bandito, un paria criminale che non conosce limiti per barbarie. Il preteso mantello per rivendicare la leadership è lacerato. Le pretese di difendere democrazia, stato di diritto e di essere potenza indispensabile sono una parodia. L’impero statunitense ha colto il momento dell’11 settembre per consolidare il potere globale da presunto colosso unipolare. Il nefasto piano si è concluso con un abissale fallimento per la sua innata criminalità. Mentre esaminiamo le rovine lasciate da 11 settembre, Afghanistan ed guerre nordamericane negli ultimi 20 anni, forse la vittima più importante sono le ambizioni statunitensi di potere imperiale’’ 2

 

La tesi di Thierry Meyssan venne difesa pubblicamente da Fidel Castro, dall’iraniano Mahmoud Ahmadinejad ed il presidente venezuelano Hugo Chavez fece votare (con successo) al parlamento una mozione a sostegno della tesi dell’Incredibile menzogna: gli USA strumentalizzarono gli attentati dell’11/9 (ripeto, non entrerò nel merito delle problematiche tecniche) per esportare la dottrina della ‘’guerra senza fine ‘’, facendo sprofondare una porzione del pianeta nella guerra perpetua. Leggiamo l’analista francese:

‘’Nessun conflitto iniziato dopo l’11 Settembre è terminato: l’instabilità domina in Iraq, Libia, Siria, Yemen e Libano. Si possono definire questi conflitti “guerre civili” e accusare i leader di questi Paesi di essere dittatori, oppure rinunciare a qualsiasi spiegazione, ma è innegabile che, prima dell’intervento occidentale, erano Paesi stabili e che, quando ebbero inizio le loro disgrazie, la Libia di Gheddafi e il Libano di Aoun erano alleati degli Stati Uniti’’

‘’Pubblicando moltissimi rapporti interni delle forze armate USA, Julian Assange non ha rivelato informazioni sensibili, però dall’insieme emerge che il Pentagono non ha mai voluto vincere le guerre post-11 Settembre. Assange è stato perseguitato sino a perdere la ragione’’ 3

 

L’amministrazione Bush (Obama condivideva la medesima paranoia dei repubblicani) si era convinta che, nel breve termine, ci sarebbe stata una penuria di petrolio e la borghesia statunitense sarebbe potuta collassare. Per questa ragione ha spinto il Pentagono a distruggere i paesi a maggioranza musulmana: per poterne sfruttare le risorse petrolifere, illimitatamente e senza limiti di tempo. Rumsfeld credeva che Russia e Cina, più che combattute, andavano corrotte: la ‘’guerra permanente’’ contro Mosca e Pechino non è stata introdotta dai neoconservatori repubblicani, ma dai falchi liberal dell’amministrazione Obama, Premio Nobel per la Pace o per la Guerra Perpetua.

A vent’anni dall’11/9, la sinistra, negli Stati Uniti, Ue ed Israele, non vuole ammettere che i criminali (Washington, Berlino e Tel Aviv) la utilizzino come deterrente di massa, per prevenire e sviare possibili rivolte anti-neoliberiste.  La maggior parte delle persone, per paura, non riconosce la valenza delle rivelazione di Wikileaks e di Thierry Meyssan, prendendo atto delle responsabilità delle democrazie imperialiste: non sono paesi democratici, ma democrazie dittatoriali. Gli Stati Uniti hanno globalizzato la ‘’guerra eterna’’.

https://www.voltairenet.org/article213955.html

http://aurorasito.altervista.org/?p=19687&fbclid=IwAR3y-agsPZLTXUSnyc6BIDQylbXrWbpojf-CLRpYF3e0AT1SXJw7PyRKwNI

https://www.voltairenet.org/article213885.html

Foto di George W. Bush

 

 

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