Si susseguono gli articoli sugli uteri in affitto, o per dirla con il linguaggio neoliberista capace di edulcorare le pratiche per vendere meglio, la merce sulla maternità surrogata.
Nessuna voce si alza invece per il saccheggio degli spermatozoi. Lo scandalo è uguale, anche gli uomini, ma molti lo hanno dimenticato, sono all’interno del nuovo business. Il congelamento degli spermatozoi e la paternità negata non è mai oggetto di discussione.
Indubbiamente l’utero in affitto è più traumatico e complesso, ma prelevare spermatozoi sulla base di alcune qualità decise dalle clienti non è anch’essa una violenza? Non ci si pone mai neanche la domanda, sul perché taluni uomini sono usati come animali da riproduzione similmente agli allevamenti. La vendita di gameti riguarda anche gli uomini. Spesso gli uomini che vendono i loro gameti sono oggetto di una condizione di necessità che il sistema utilizza per le sue sperimentazioni. A volte sono giovanissimi ad essere i primi “altruistici donatori”.
In un tempo in cui regna ed impera il solo interesse personale e la riduzione dell’altro a mezzo, se è socialmente soccombente, nei siti deputati si ripete che il gesto è altruistico e gratuito. Il problema è internazionale, in Italia il commercio di gameti è illegale, ma in un mondo che sembra essere ad immagine e somiglianza di una sola parte del cielo non si sollevano dubbi, non circolano informazioni o indagini sociologiche sui generosi donatori. Non sappiamo quanti uomini donano e poi vivano col senno di dopo l’angoscia di una paternità negata. È una realtà che non appare, ma vive all’ombra del dramma dell’utero in affitto. Non ci sono sociologi o psicologi che si occupano pubblicamente di loro. Gli uomini come le donne sono oggetto di spoliazione e saccheggio del loro corpo o potremmo dire della loro essenza biologica. Il silenzio su questo tema può essere motivata dalla estrema diversità delle due pratiche, ma ciò non toglie che tale realtà esiste e può essere dolorosa e umiliante. Chi “dona o vende” i propri gameti non cerca l’eternità, forse è costretto da circostanze di forza maggiore, e la sofferenza che ciò potrebbe causare è velata dal silenzio che aleggia su tale pratica.
Cryos banca dei gameti internazionale è stata fondata nel 1987, compra sperma dai donatori ed esporta il 96% di essi in 80 Paesi del mondo. Ora si occupa anche dei gameti femminili. Sul sito della banca gli uomini che donano sono in catalogo: del gamete che si compra si può conoscere il proprietario biologico con la sua storia e le sue fattezze e se si vuole, dopo la nascita dell’infante lo si può contattare. Naturalmente accanto al mercato ufficiale si può immaginare vi sia un mercato nero dei gameti, la logica del mercato è pervasiva e infiltrante. Man mano che la salute dello sperma peggiora le banche del seme diventano sempre più preziose, mentre gli uomini sono sempre più ridotti a fecondatori che si propongono a potenziali acquirenti. I donatori devono avere particolari requisiti, ovvero essere giovani, in buona salute, sani nello spirito, non affetti da malattie genetiche. La domanda da sollevare su una tematica tanto complessa è il motivo di questo silenzio, pare che gli uomini non abbiano un’anima e possano non soffrire nel donare la loro essenza biologica da cui un giorno potrebbe nascere un figlio che rimarrà sconosciuto. Il fenomeno dei gameti in vendita non è mai oggetto di discussione o conoscenza, dovremmo chiederci il motivo e guardare, pensare e vivere la realtà umana da più prospettive, anziché ancorarci ad una visione parziale e come tale fallace. La verità è l’intero e non la semplice parte. Resta in ultimo che si sta coltivando un’umanità dalla vita emotiva estremamente povera, e ciò non è l’effetto del cambiamento climatico… ma del liberismo che insegna a vendere la merce che si possiede, taluni sono costretti a vendere parti germinatrici di sè in una realtà sempre più a misura di mercato.
Fonte foto: Avvenire (da Google)