“E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno dei cieli”, diceva un “tale”…
Dalle stelle alle stalle, mutatis mutandis, è pressochè impossibile che possa essere eletto come presidente degli Stati Uniti un soggetto estraneo o comunque dotato di un margine più o meno ampio di autonomia rispetto alle logiche del sistema.
Anche se a molti potrà apparire paradossale, era a suo tempo relativamente più facile che un simile evento (cioè la nomina alla massima carica dello stato di un elemento non organico alle suddette logiche) si verificasse – come infatti si è verificato – nell’ex Unione Sovietica, piuttosto che negli USA. Lo dice la storia, non il sottoscritto.
Perché ciò sia potuto accadere, cioè la nomina a segretario generale del PCUS di un dirigente che avrebbe portato addirittura alla liquidazione dell’URSS, è tema di una trattazione ad hoc che non è certo possibile affrontare ora.
Resta il fatto che il sistema sovietico, che pure sembrava così rigido e impermeabile, sia all’esterno che al proprio interno, ha consentito che ciò avvenisse.
E’ invece del tutto impensabile che la stessa cosa possa accadere negli USA, per le caratteristiche strutturali di quel sistema di dominio. Soltanto degli sprovveduti o quanto meno dei miopi potevano pensare che un personaggio come Trump (o qualsiasi altro) potesse realmente rappresentare una variabile esogena al complesso sistema di potere americano.
Ha ancora meno senso chiedersi – come continuano a fare in parecchi – se la recente virata in senso revanscista e imperialista (un chiaro messaggio alla Cina, alla Russia, ma anche ai propri tradizionali alleati e al mondo intero), rispetto alle posizioni assunte in campagna elettorale, sia farina del suo sacco oppure dovuta al fatto di essere prigioniero di logiche dalle quali non può fuoriuscire. Comunque stiano le cose, è una domanda priva di ogni senso, perché in politica ciò che conta sono i fatti e non le dichiarazioni di intenti.
Queste persone (fra cui anche diversi amici…) mi ricordano un po’ quelli che fino a un paio di decenni fa, parlando di Mussolini, dicevano: ”Non è colpa sua ma di quelli che gli stavano intorno, si è lasciato coinvolgere, se fosse stato per lui la guerra non ci sarebbe stata, non si sarebbe alleato con Hitler, lui era in buona fede, sono gli altri che lo hanno trascinato nel gorgo…”.
Discorsi banali, certo, chiacchiere da bar, ma sapeste quante volte le ho udite…
Anche su Trump ne ho sentite tante, da molti che si improvvisano esperti di politica internazionale senza evidentemente esserlo e che, soprattutto, dimostrano gravi e strutturali lacune nella capacità di analizzare la realtà, cioè la struttura economica e politica che determina anche le individualità, le singole personalità, i gruppi dirigenti e i messaggi mediatici da dare in pasto alle folle.
Sarà anche vero che chi si loda si sbroda e forse è anche un po’ presuntuoso dire “Noi ve lo avevamo spiegato, ve lo avevamo detto che le cose sarebbero andate così, ma non ci avete voluto ascoltare e ci avete anche accusato di essere dei “veteri” incapaci di cogliere le novità che la fase storica ci offre…”, però è anche bene, una volta tanto, dare a Cesare quel che è di Cesare…
Ora le “novità” sono arrivate e, a parer mio, siamo solo alle prime avvisaglie. I fatti ci hanno dato ragione e purtroppo ce la daranno ancora. Sapevamo bene che Trump non poteva essere il “Gorbaciov” degli USA.
Magra consolazione…
Fonte foto: Wired (da Google)