Il nostro è un giornale che si occupa di tutto, a 360 gradi, come si suol dire, e quindi è giusto trattare anche vicende che in un contesto più serio sarebbero confinate al gossip e ai giornalacci “rosa” che in genere si leggono dal parrucchiere o dal barbiere mentre si attende il proprio turno. Ma tant’è.
Sto parlando ovviamente della vicenda Weinstein-Asia Argento e di tutto il codazzo di star hollywoodiane che a distanza di vent’anni stanno facendo outing per denunciare le molestie sessuali subite dal celebre produttore cinematografico. Dico molestie perché lo stupro è un’altra cosa, e ben più grave. Loro, sia pure di malavoglia (cosa tutta da dimostrare…), con Wenstein ci sono state. Lui ci ha provato, come faceva con tante, approfittando della sua posizione, e loro ci sono state. Nessuno le obbligava ma hanno preferito accondiscendere perché temevano che un diniego avrebbe potuto ostacolare la loro più che brillante carriera.
Non sono ovviamente in grado di dire se quella prestazione sessuale sia stata determinante per farle diventare delle stelle del cinema. Certo che se anche fosse, il loro pensiero deve essere stato “Parigi val bene una messa” dal momento che quella performance sessuale (ammesso, ripeto, che sia stata quella a determinare il loro enorme e spesso immeritato successo) le ha rese delle donne ricchissime, famose, invidiate; donne che conducono una vita da sogno, senza limiti di ogni genere, senza che un solo loro desiderio non venga soddisfatto (pare proprio che l’erba voglio cresca e non solo nel giardino del re…); una vita inimmaginabile per la pressochè quasi totalità dell’umanità, maschile o femminile che sia (precisazione doverosa dal momento che l’ideologia femminista sostiene che tutti i maschi in quanto tali siano sempre e comunque in una condizione di privilegio e di dominio nei confronti delle donne…). Donne che, volendo, sarebbero in grado (e non è affatto escluso che non lo facciano…) di esercitare la stessa pressione e la stessa identica capacità di condizionamento psicologico che su di loro ha o avrebbe esercitato un soggetto come Weinstein (così come altri uomini di potere), su altri uomini e su altre donne.
Quindi, come prima cosa è bene stabilire un punto. Quel potere di condizionamento non lo hanno soltanto gli uomini ma anche le donne. Anche una donna di potere e/o ricchissima e di successo è in grado di esercitarlo. Certo, una Angelina Jolie o una Nicole Kidman non hanno necessità di fare pressioni su un uomo per portarselo a letto. Chi mai rifiuterebbe le loro advances? Forse soltanto un altro superdivo di Hollywood o un supercapitalista, cioè uomini provvisti di un peso specifico altrettanto enorme che gli dà la possibilità e la libertà di poter dire di no a donne di quel “calibro” e di quell’avvenenza. Ma siamo altrettanto sicuri che non ci sarebbero degli uomini che per fare carriera in qualsiasi ambito non andrebbero a letto con una donna che occupa una posizione di potere o magari è soltanto la direttrice dell’ufficio in cui lavorano? E siamo sicuri che non esistano donne che non approfittino della loro posizione di potere? Esistono certamente ma – diciamocela tutta – una gran parte degli uomini sono educati a non considerare questo comportamento da parte delle donne come una molestia e anche quelli che lo considerassero tale, non lo denuncerebbero perché se ne vergognano.
Molti uomini, in ambito cinematografico, sono stati molestati o hanno subito pressioni e anche ricatti. Non certo solo le donne. Che poi non sia emerso alle cronache non significa nulla. Il fatto che Alain Delon, solo per portare un esempio tra i più famosi, sia stato lanciato da Luchino Visconti che se lo portava a letto, non è un mistero per nessuno. E Delon non era neanche omosessuale. Suppongo quindi che per lui non sia stata proprio una passeggiata di salute fare l’amante di Visconti. Eppure lo ha fatto, e non se ne è lamentato. Perchè è il prezzo che ha scelto di pagare per il suo successo. Lui, che come tante altre stelle del cinema, sia uomini che donne, prima di diventare tale era un mezzo spiantato senza arte né parte che aveva pure fatto il mercenario in Vietnam con l’esercito francese prima che venisse sbattuto fuori a calci nel culo dai Vietkong. A un certo momento della sua vita ha incontrato Visconti – che non era un bruto né un uomo di potere come Weinstein ma un fine intellettuale e artista – che se lo è scopato, per dirla come si mangia, e quelle scopate gli hanno spalancato le porte del paradiso.
Ora torniamo al “caso Weinstein”.
Wenstein fino a pochi giorni fa, prima di essere pubblicamente sputtanato, era un uomo molto potente, e tuttora è un arcimiliardario, uno di quelli con il panfilo da 50 metri e una dozzina di megaville nei luoghi più incantevoli del mondo (per lo meno finchè gli avvocati non lo dissangueranno, del resto l’America è il paradiso per gli avvocati, come noto…).
Stiamo parlando di un uomo che se lo volesse potrebbe fare sesso tutti i giorni (e io credo proprio che lo faccia…) con delle escort bellissime (oggi il politically correct impone anche che vengano definite in questo modo e non nel più tradizionale puttane…), infinitamente più attraenti di un’Asia Argento o anche di altre dive del cinema più fortunate di loro (comunque per nulla sfortunate rispetto ad un’operaia o un operaio che ci mettono un mese e mezzo o due per guadagnare, con molta più fatica, quello che loro guadagnano in un paio d’ore…).
Non solo, non ha neanche bisogno di ricorrere alle escort perché egli stesso, in quanto uomo ricco, potente e di successo, è oggetto di interesse e di attrazione da parte di moltissime donne. Naturalmente, bisognerebbe ora aprire una lunga e complessa riflessione sulle ragioni, non solo culturali e sociali ma evidentemente anche psicologiche e antropologiche (questi aspetti non possono essere separati, perchè uomini e donne sono esseri naturali e culturali nello stesso tempo) che fanno sì che moltissime donne siano attratte dagli uomini di successo e/o di potere. Non lo faccio, per ovvie ragioni, anche perchè non sarebbe sufficiente scrivere un libro sull’argomento, figuriamoci un articolo di giornale. Ma sta di fatto che, anche se viene negato, le cose stanno così e chi non ha venduto il cervello al monte dei pegni (la quasi totalità del ceto “intellettuale”…) lo sa perfettamente.
Ma – si obietterà – è proprio il sottile piacere di esercitare quel potere che fa sì che un uomo come Weinstein (o come qualsiasi altro uomo di potere…) si comporti in quel modo. Verissimo, molto probabilmente è così. Altrettanto vero è però, purtroppo, che moltissime donne aspirerebbero ad assecondare quel potere, anzi, molte aspirerebbero proprio a mettercisi insieme, con tanto di contratto nero su bianco. E questo secondo aspetto, invece, viene negato dallo “spirito dei tempi” attualmente dominante.Perchè? Fatevi la domanda e datevi la risposta…
E’ bene ribadire che non stiamo parlando di donne “normali”, cioè di estrazione popolare che, magari, pur di essere assunte come cassiere in un supermercato e di mantenere il posto di lavoro, fanno finta di non accorgersi delle palpate sul sedere del direttore o peggio, cedono ai suoi ricatti sessuali. Stiamo parlando di donne che hanno metaforicamente venduto l’anima al diavolo (un diavolo che può essere anche donna, intendiamoci, perché se Dio è padre e madre nello stesso tempo, come ci ha spiegato anche il Papa, è evidente che lo è anche il Demonio…) non per un posto di lavoro, non per dar da mangiare ai propri figli, ma per brama di successo, fama, denaro, potere, visibilità. Ergo, sono a pieno titolo corresponsabili del processo di mercificazione sessuale che caratterizza i nostri tempi. Un processo che loro stesse alimentano. E non mi riferisco solo a quelle che hanno fatto sesso con il produttore di turno ma anche e soprattutto a quelle (tante…) che hanno consapevolmente e lucidamente fatto della esposizione mediatica dei loro corpi il mezzo per la scalata al successo e alla ricchezza. Direi che questo aspetto è anche molto più grave, dal punto di vista etico, rispetto al primo. Perché, in fondo, una marchetta nella vita ci può anche stare (sia pure non per nobili cause…) ma fondare la propria fortuna sul fatto di mostrare cosce e tette in televisione per poi magari lamentarsi pure di non essere valorizzate per le proprie capacità artistiche, è a dir poco stucchevole.
In conclusione, non ci sono sempre carnefici e vittime in questo gioco nè tanto meno il carnefice è sempre l’uomo per definizione. Quello di dividere il mondo in carnefici e vittime, per lo meno in questo ambito (ma non solo), è una furbata ideologica, una semplificazione (e una forzatura) manichea per sottrarsi alle proprie responsabilità, per dare un calcio alla complessità della realtà e non affrontarla per quella che è, per poterci rifugiare in comodi e rassicuranti recinti ideologici. La questione del “Potere”, anche e soprattutto nell’ambito della relazione sessuale, è una questione estremamente complessa che come al solito, come avvenuto anche in questo caso, viene derubricata nel solito scontato (e sessista) modo che sappiamo: uomini carnefici, donne vittime. Poco più o forse poco meno di una favola per far addormentare i bambini la sera. Evidentemente, cambiando i paradigmi ideologici cambia anche l’immaginario fiabesco e a Cappuccetto Rosso e al Lupo cattivo non ci credono più neanche i fanciulli.
La Boldrini ha invitato la Argento a non lasciare l’Italia. Io inviterei entrambe a fare le valigie e al più presto. Questo paese è già zeppo di persone mediocri e insignificanti. Di certo non sentiremmo la loro mancanza.
Foto: Life & Style (da Google)