Foto: Repubblica.it (da Google)
Nel corso della mia vita, ovviamente soprattutto da adolescente e in moltissime occasioni, sono stato oggetto di tentativi di approccio diretti (e spesso anche maldestri) da parte di persone omosessuali a me sconosciute: palpeggiamenti sulle parti intime mentre ero in autobus o in discoteca oppure quando praticavo l’autostop. Da ragazzo ho girato mezza Europa in questo modo e puntualmente si veniva caricati da qualche gay di qualsiasi età che dopo un po’ di tempo ci provava senza tanti complimenti, mettendoti una mano nell’interno cosce o direttamente sul “pacco”, come si suol dire. Al mio risoluto ma pacifico diniego, queste persone interrompevano immediatamente le loro advances, la cosa terminava lì e ci si salutava senza problemi.
Tutto ciò non ha provocato in me nessun trauma né tanto meno ho sviluppato ostilità nei confronti di quelle persone per il semplice fatto che si erano proposti in quel modo esplicito mettendomi una mano sulle parti intime. In fondo era solo un modo per provarci, anche se non convenzionale. Alla fin fine ci si poteva anche ridere e scherzare sopra, cosa che ho fatto. E tanto meno mi ha mai sfiorato l’idea di denunciarli e di fargli passare dei guai giudiziari per simili sciocchezze.
Questi comportamenti verrebbero e sono derubricati oggi come molestie e come violenza sessuale. Addirittura a distanza di anni o di decenni, c’è gente che denuncia altra gente perché avrebbe subito a suo tempo un approccio non desiderato.
Lo voglio dire con molta chiarezza. Per me è molto più grave denunciare una persona per una cosa del genere (e fargli passare bei guai, non solo giudiziari, perché denunciarlo equivale a metterlo alla gogna) piuttosto che uno che sull’autobus mi mette la mano sulle parti intime o ci prova esplicitamente (con contatto fisico) nel bagno di una discoteca. E cosa avrà mai fatto di tanto grave? Me lo ha forse consumato? Mi ha usato violenza solo per il fatto di avermi messo una mano sul mio corpo (non in modo violento)? Il mio sonno sarà forse turbato da quell’uomo che quel giorno ci ha provato? Ma non scherziamo neanche. In questi casi si rifiuta l’advances e ci si fa una risata sopra. Grave sarebbe se il “molestatore” non si fermasse al diniego e insistesse contro la nostra volontà e arrivasse a compiere atti realmente violenti pur di arrivare al suo scopo, ma questo è un altro discorso, ovviamente (e in questo caso sarebbe un vero molestatore, senza vigolette, anzi, un violento).
La verità è che stanno creando un clima da caccia alle streghe che porterà ad un inasprimento dei rapporti, già difficili per tantissime ragioni, fra i sessi e fra le persone in generale. La socialità è pessima, la diffidenza reciproca è la norma fra le persone, la relazione sessuale, al di là di un’apparente libertà, è in realtà sottoposta, soprattutto dal punto di vista psicologico, alle logiche del mercato e della razionalità strumentale. Per non parlare della martellante campagna mediatica che accusa il genere maschile di essere responsabile di ogni genere di violenza. Ma quale pensiamo che possa essere l’immaginario e lo sviluppo psicologico di una ragazzina che dalla mattina alla sera si sente ripetere che la “violenza è maschile”? E come potrà crescere un ragazzino che sempre dalla mattina alla sera lo si alleva all’idea che lui appartiene al genere violento per eccellenza?
Si rende necessario uno scatto di buon senso e una ribellione civile contro questa campagna di terrorismo psicologico e sessuofobico con cui ci stanno bombardando da anni.
Abbiamo sostituito la sessuofobia a sfondo moralistico-religioso con quella politicamente corretta. Un invito alla riflessione a tutti gli onesti laici e illuministi (ma io direi a tutte le persone di buon senso), da parte di un vecchio (ma non vetero) marxista.
P.S. non sono riuscito a trovare una foto che mostrasse un uomo molestato, perchè, ovviamente, nell’immaginario che è stato costruito, le molestie sono soltanto quelle subite dalle donne da parte degli uomini…