Stem…. mess mal!


Che cos’è un’ideologia di regime?

Di due rappresentazioni della realtà che hanno formalmente la stessa legittimità se ne sceglie arbitrariamente una, che viene elevata a sistema. La sua causa viene perorata dalla stesse istituzioni, che se ne fanno portavoce, viene innalzata a battaglia di civiltà necessaria e indifferibile. L’altra opzione, formalmente equivalente, viene del tutto ignorata. Si lavora per espellerla dall’immaginario.

La retorica attorno alle discipline cosiddette STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) offre una fulgida esemplificazione del meccanismo. Non si tratta, ovviamente, solo di retorica, la cui funzione è prettamente strumentale. L’ideologia ha sempre un carattere molto concreto e difatti verso questa opzione, e verso questa soltanto, vengono dirottati ingenti finanziamenti. È importante cogliere razionalmente l’equivalenza formale delle due opzioni. Per rendersene conto, del resto, sarebbe sufficiente esplicitarle. Vediamo.

STEM. Le donne iscritte alle facoltà “STEM” sono di numero inferiore rispetto agli uomini. Il dato si spiega, è di tutta evidenza, con i pregiudizi che ancora gravano sulle donne in ambito scientifico. Questa situazione non è più accettabile. È cruciale rimediare a questa mancanza, promuovendo le pari opportunità. Le discipline STEM costituiscono un fondamentale strumento di cittadinanza attiva e non è degno di una paese civile che le donne in ambito scientifico siano meno degli uomini.   

A questo scopo e su queste basi, si attivano le istituzioni. Sulla promozione delle STEM al femminile, l’ Unione europea modella la sua comunicazione ufficiale e vengono consolidati di conseguenza tutti i passaggi della cinghia di trasmissione. Stampa e media promuovono una campagna di sensibilizzazione permanente. Vengono stanziati ingenti finanziamenti in connessione con università e scuola; ovunque viene promossa e concretamente incoraggiata l’organizzazione di corsi e percorsi dedicati alle STEM, con il fine specifico di spingere sempre più ragazze a iscriversi a queste facoltà. 

Discipline umanistiche. Il numero dei maschi iscritti alle facoltà di area umanistica è nettamente inferiore rispetto alle donne. In alcune facoltà si arriva appena al 20%. Il dato schiacciante si spiega, è di tutta evidenza, con i pregiudizi che ancora gravano sugli uomini in ambito umanistico. In ogni caso, è inaccettabile che in una facoltà di filologia vi siano così pochi iscritti di sesso maschile! È cruciale rimediare a questa mancanza promuovendo le pari opportunità. Le discipline umanistiche costituiscono un fondamentale strumento di cittadinanza attiva e non è degno di una paese civile che gli uomini in ambito umanistico siano molti di meno delle donne.  

A questo scopo e su queste basi, si attivano le istituzioni. Sulla promozione della filologia al maschile, l’ Unione europea modella la sua comunicazione ufficiale e vengono consolidati di conseguenza tutti i passaggi della cinghia di trasmissione. Stampa e media promuovono una campagna di sensibilizzazione permanente. Vengono stanziati ingenti finanziamenti in connessione con università e scuola;  ovunque viene promossa e concretamente incoraggiata l’organizzazione di corsi e percorsi dedicati allo studio delle lettere antiche, della filologia e della psicologia, con il fine specifico di spingere sempre più ragazzi a iscriversi a queste facoltà. 

Le due narrazioni  hanno lo stesso livello di legittimità. Per fortuna che le istituzioni, gli organi di stampa, le scuole, le promuovono entrambe.  Ah, no?

Un capitolo a parte merita il comparto scolastico. La scuola pubblica è stata completamente colonizzata dalle logiche neoliberali e resa ancella del Mercato. Le STEM lo mostrano bene, perché rappresentano il perfetto punto di incontro tra la retorica tutta ideologica delle “pari opportunità” e lo scientismo tecno-entusiasta più ottuso, entrambi organici all’ideologica mercantile. Le scuole, divise tra sincero entusiasmo, ignavia e impotenza, recepiscono e traducono, per lo più senza sollevare la questione. Per la verità, senza sollevare più alcuna questione.

Ecco come si costruisce una ideologia. Le STEM offrono una esemplificazione paradigmatica. Si prende una narrazione, né più né meno legittima di quella diametralmente opposta (questo, naturalmente, vale per chi vuole dividere il mondo in due, ma proprio questo è il punto…), e la si innalza alla santità morale dell’ideologia progressiva e civilizzatrice (in realtà mercantile), mentre l’altra opzione, sua simmetrica, viene avvolta nel silenzio. Il discorso pubblico non deve prenderla affatto in considerazione. Il Mercato è la sola entità che stabilisce cos’è e dove va il futuro.

Fonte foto: da Google

1 commento per “Stem…. mess mal!

  1. Renato
    21 Luglio 2024 at 14:16

    Nella cultura gentiliana e crociana le materie umanistiche godevano un prestigio prevalente. Croce definiva gli scienziati dei “meccanici” (relativo alle arti meccaniche). Ma ora i “meccanici” guadagnano molto di più e degli umanisti il sacro mercato non sa che farsene. Quindi le ragazze non possono scegliere le proprie legittime inclinazioni (tra l’altro, se ne laureano più dei ragazzi) e correre appresso a denaro e successo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Dichiaro di essere al corrente che i commenti agli articoli della testata devono rispettare il principio di continenza verbale, ovvero l'assenza di espressioni offensive o lesive dell'altrui dignità, e di assumermi la piena responsabilità di ciò che scrivo.