Prosegue senza sosta la campagna elettorale di Salvini che usa di fatto il governo e il dicastero da lui presieduto né più e né meno di un comitato elettorale.
A Roma – in coerenza col “decreto sicurezza” – è stato sgomberato il Baobab, un centro per rifugiati situato in un’area nei pressi della stazione Tiburtina adibita a tendopoli dove da molti anni trovano accoglienza e un posto dove dormire migliaia di immigrati che altrimenti non saprebbero dove andare. Il Baobab offre quindi un servizio sociale, nel vero senso della parola, supplendo alla carenza di strutture e servizi pubblici. Sgomberarlo è un atto retorico e criminale nello stesso tempo, in perfetta linea con la “filosofia” dell’ormai principale azionista di governo, cioè la Lega (che, secondo i sondaggi, avrebbe scavalcato in consensi il M5S), che ricorda quella delle leggi contro la povertà e il vagabondaggio varate in Inghilterra tra il XV e il XVI secolo (ma ne furono promulgate altre del tutto simili durante il XIX secolo) che perseguitavano i mendicanti e i clochard.
Segnalo questo passaggio contenuto nel primo capitolo de “Il Capitale” di K. Marx perché mi sembra estremamente significativo e purtroppo tuttora attualissimo: “Non era possibile che gli uomini scacciati dalla terra per lo scioglimento dei seguiti feudali e per l’espropriazione violenta e a scatti, divenuti eslege, fossero assorbiti dalla manifattura al suo nascere con la stessa rapidità con la quale quel proletariato veniva messo al mondo. D’altra parte, neppure quegli uomini lanciati all’improvviso fuori dall’orbita abituale della loro vita potevano adattarsi con altrettanta rapidità alla disciplina della nuova situazione. Si trasformarono così, in massa, in mendicanti, briganti, vagabondi, in parte per inclinazione, ma nella maggior parte dei casi sotto la pressione delle circostanze. Alla fine del secolo XV e durante tutto il secolo XVI si ha perciò in tutta l’Europa occidentale una legislazione sanguinaria contro il vagabondaggio. […] 1530: i mendicanti vecchi e incapaci di lavorare ricevono una licenza di mendicità. Ma per i vagabondi sani e robusti frusta invece e prigione. Debbono esser legati dietro a un carro e frustati finché il sangue scorra dal loro corpo; poi giurare solennemente di tornare al loro luogo di nascita oppure là dove hanno abitato gli ultimi tre anni e « mettersi al lavoro » […] 1547 Edoardo VI … ordina che se qualcuno rifiuta di lavorare dev’essere aggiudicato come schiavo alla persona che l’ha denunciato come fannullone. […] Tutte le persone hanno il diritto di togliere ai vagabondi i loro figlioli e di tenerli come apprendisti, i ragazzi fino ai 24 anni, le ragazze fino ai 20. Se scappano, dovranno essere schiavi, fino a quell’età, dei maestri artigiani che possono incatenarli, frustarli, ecc., ad arbitrio. […] Così la popolazione rurale espropriata con la forza, cacciata dalla sua terra, e resa vagabonda, veniva spinta con leggi fra il grottesco e il terroristico a sottomettersi, a forza di frusta, di marchio a fuoco, di torture, a quella disciplina che era necessaria al sistema del lavoro salariato».
Mutatis mutandis, una buona parte degli immigrati subisce oggi la stessa sorte di quei contadini scacciati dalla loro terra dal processo di crescita ed espansione capitalistica. La sola differenza è che quelle persone nei secoli scorsi erano espulse dalla loro terra all’interno del loro stesso paese mentre oggi vengono di fatto espulse dal loro paese verso i paesi capitalisti sviluppati.
Naturalmente, i tempi sono per fortuna mutati da allora, e la frusta non si usa più. Nondimeno lo spirito che anima il ministro dell’interno e il governo è esattamente quello di quei monarchi inglesi di cui sopra. Persino la sindaca Raggi, che pure deve ingoiare il rospo dal momento che il suo partito è al governo con la Lega, non ha potuto fare a meno di dichiarare che “Salvini pensa di risolvere tutto con la ruspa ma non è con questa che si risolvono i problemi”.
Da quando è al governo Salvini non ha fatto altro che portare avanti azioni di pura propaganda (comunque molto gravi), dal forte impatto mediatico, naturalmente tutte rivolte contro gli ultimi degli ultimi, fondamentalmente immigrati e senza casa, questi ultimi per la maggior parte italiani. A Roma sono già stati diversi gli sgomberi violenti di persone, spesso anziane e sole, da parte della polizia (coadiuvata dalla polizia municipale…).
Come dicevo poc’anzi, siamo di fronte ad una politica che mescola abilmente retorica e logiche repressive e securitarie, dal grande impatto mediatico, che ha l’obiettivo di solleticare la “pancia” dell’elettorato leghista e di quello che potrebbe potenzialmente diventarlo.
E’ evidente come siamo di fronte, nello stesso tempo, ad una speculazione politica e ad un grande (e criminale) depistaggio ideologico. Questi primi cinque mesi di governo potevano essere utilizzati dal ministro dell’interno per lanciare una campagna – non solo mediatica ma operativa – contro la criminalità organizzata e le mafie, con tutte le loro relazioni politiche internazionali. Nulla di tutto questo è stato fatto, anche perché estremamente pericoloso dal momento che è noto come le varie mafie e le loro centrali operative abbiano collegamenti diretti con i gruppi di potere e talvolta (spesso) con gli stessi governi. Onde per cui si è scientemente optato per un’altra politica, squisitamente reazionaria, fondata sul “securitarismo” spicciolo, sulla “ripulitura” delle città e sul respingimento per lo più violento degli immigrati attraverso azioni di alto impatto mediatico come la vicenda della nave “Diciotti” e ora dello sgombero del Baobab.
La Lega è un partito reazionario di destra, liberista, filo atlantico e filo sionista, alleato di tutta la peggiore destra e ultradestra mondiale, da Trump a Bolsonaro, passando per Netanyahu e tutte le formazioni ultranazionaliste, xenofobe e razziste europee. Con questo partito non è possibile nessun accordo e nessuna mediazione. Va combattuto senza se e senza ma. Stiano in guardia anche i 5 Stelle perché l’accordo di governo – sia pure, a mio parere, non strategico – con la Lega, rischia di essere per il M5S, pur con tutte le sue contraddizioni (e appunto a causa di queste), un abbraccio mortale.
Fonte foto: Avvenire (da Google)