Dopo Assange e DSK, è il turno di Trump
Spuntano miracolosamente dal cilindro del New York Times, “Grosse Bertha” del potente apparato mediatico americano, ben quattro donne che affermano di essere state molestate da Trump una dozzina e addirittura una trentina di anni fa http://www.repubblica.it/speciali/esteri/presidenziali-usa2016/2016/10/13/news/usa_2016_due_donne_al_nyt_trump_ci_molesto_-149653745/
http://www.ansa.it/usa_2016/notizie/2016/10/13/due-donne-al-nyt-trump-ci-molesto_f390fee7-f791-49b9-9ff4-249fdc10b65d.html
E’ evidente che il video del 2005 pubblicato pochi giorni fa dal Washington Post nel quale Trump sosteneva che le donne sono sensibili al fascino degli uomini ricchi e potenti, è stato giudicato insufficiente al fine della distruzione della sua immagine pubblica. Ci voleva un’ulteriore mazzata, per la serie “bastonare il cane che affoga”: ben quattro donne che raccontano di essere state impropriamente e senza consenso palpeggiate sul sedere e sul seno da Trump.
Particolarmente interessante, fra gli altri, il racconto di Rachel Crooks, dell’Ohio, una receptionist di Bayrock Group, una società immobiliare nella Trump Tower a Manhattan, che incontrò il tycoon fuori di un ascensore una mattina del 2005. Cito direttamente dall’Ansa:”…si strinsero le mani ma il magnate, secondo la sua versione, non la lasciò andare, cominciando a baciarla prima sulle guance e poi ”direttamente sulla bocca”.
Lei visse quell’episodio come una violazione: ”Fu così inappropriato, ero così sconvolta che ha pensato che ero così insignificante da poterlo fare”, ha detto, riferendo di aver telefonato subito alla sorella per raccontarle l’accaduto”.
Ora, con la doverosa premessa che siamo distanti da Trump anni luce sia dal punto di vista ideale che politico (non meno di quanto lo siamo dalla “liberal” e guerrafondaia Clinton…) sfido qualsiasi uomo dotato di un briciolo di onestà intellettuale, a dichiarare di non essersi mai proposto nella sua vita in modo un po’ più audace del solito e magari, in un momento di impeto passionale, aver allungato un po’ troppo le mani. Ma quante volte quell’audacia è stata invece apprezzata, nonostante un apparente ritrosia, sempre se vogliamo essere intellettualmente onesti?…
Se questo è il parametro, cari lettori e care lettrici, cioè la percezione soggettiva del soggetto che subisce l’avance, abituatevi all’idea che chiunque di voi potrebbe essere denunciato per molestie, perché qualcuna potrebbe riconsiderare e derubricare il vostro comportamento, anche a distanza di trent’anni, come molestia. La stessa persona che in quel determinato momento, potrebbe aver manifestato apprezzamento per il vostro atteggiamento, potrebbe in seguito ripensarci.
Esattamente ciò che è accaduto ad Assange – per restare nel novero dei casi più famosi – il quale fu denunciato per violenza sessuale da due donne che, a distanza di alcuni mesi, sostennero di aver vissuto come una violenza il rapporto sessuale non protetto (ricordo che in Svezia fare sesso senza l’uso del profilattico è considerato stupro) avuto appunto con Assange.
Sulla ben nota vicenda, segnalo un nostro articolo che consiglio vivamente a tutti di leggere: Assange: un regalo imprevisto https://www.linterferenza.info/attpol/assange-un-regalo-imprevisto/
Dopo Assange è stata la volta di Dominique Strauss Kahn, denunciato anch’egli per violenza sessuale. Il caso fu poi archiviato perché le accuse della donna nei suoi confronti si rivelarono del tutto infondate, ma nel frattempo lo scandalo che ne seguì costrinse DSK a rassegnare le dimissioni da presidente del FMI, sostituito da Christine Lagarde. Grazie a questa montatura gli USA si tolsero dai piedi un esponente socialdemocratico europeo, sia pure molto moderato, sostenitore di una politica monetaria non prona al dollaro e agli interessi di Washington.
E ora è la volta di Trump. Come ho spiegato in questo articolo di appena due giorni fa Contro Trump l’arma finale https://www.linterferenza.info/editoriali/trump-larma-finale/ la funzione che era stato chiamato ad assolvere è stata ormai assolta e gli ambienti che contano ritengono opportuno liberarsi di questo personaggio ingombrante per il panorama politico americano. Per la serie:”Come ti ho creato, così ti distruggo”. Questa è la stupefacente e terribile capacità della “grande macchina della costruzione del consenso” che può celebrare e demonizzare chiunque, creare e distruggere un fenomeno o un singolo personaggio, elevarlo alle stelle e farlo precipitare nelle stalle, in base alle necessità.
L’arma utilizzata, come ormai è evidente, è quella sessuale. Nel corso della sua campagna elettorale, Trump si è lasciato andare a dichiarazioni insopportabilmente razziste (che una nazione che si fregia di essere la più grande democrazia del mondo, non dovrebbe neanche tollerare) nei confronti dei musulmani e degli immigrati, in particolare ispano-americani, eppure nessuno ha gridato allo scandalo. Al contrario, più aumentava i toni e più crescevano i consensi. E ora invece, per farlo crollare e per metterlo sulla graticola, è sufficiente la dichiarazione di una donna di 74 anni che afferma di essere stata da lui palpeggiata sul seno, trenta anni fa, durante un viaggio in aereo.
E’ chiaro a tutti come l’accusa di molestia o di violenza sessuale sia ormai l’arma preferita utilizzata da chi gestisce il potere per eliminare dissidenti, oppositori o personaggi ritenuti scomodi.
Un’ultima considerazione di fondamentale importanza. E’ in grave errore chi pensa che queste cose non potranno mai accadergli. Il clima che è stato costruito da tempo è quello della caccia alle streghe. E non c’è possibilità di difendersi dall’accusa di molestia o violenza sessuale. Da qualsiasi altra accusa sì, ma non da questa che condanna irrimediabilmente un uomo distruggendo per sempre la sua immagine e la sua persona, anche laddove risultasse completamente innocente. I più anziani si ricorderanno certamente di “Girolimoni, il mostro di Roma”, un povero innocente accusato di stupro durante il fascismo, sulla cui vicenda il regista Damiano Damiani girò un film interpretato da un bravissimo Nino Manfredi. Un altro pregevole film in tema, fu “Sbatti il mostro in prima pagina”, di Marco Bellocchio, che narra la storia di un giovane militante di un gruppo della sinistra extraparlamentare accusato ingiustamente di omicidio a sfondo sessuale.
Oggi la tecnica è la stessa, soltanto infinitamente più sofisticata e pervasiva, in virtù della capacità e della potenza dell’apparato psicologico e mediatico e della nuova ideologia di cui si è dotato e che gli sta alle spalle.
Per cui, cari lettori e lettrici, sappiate che questa sarà l’arma, o una delle principali armi, con cui il potere da ora in avanti colpirà il dissenso, a qualsiasi livello. Non vorrei fare dell’allarmismo ma prepariamoci al peggio.