Cosa è successo in Gran Bretagna? Come ha vinto David Cameron, il conservatore? Che significherà per l’Europa?
Anzitutto una nota marginale: i sondaggi non ci prendono mai, soprattutto in questa stagione di fine dei partiti, senza orientamenti stabili delle masse.
Nelle elezioni inglesi si è riflesso un doppio movimento populista –che qui non ha affatto un accezione morale ma puramente osservativa-:
1) I conservatori hanno recepito, perché più “realisti”, due squilli forti giunti dal successo UKIP di Farange alle elezioni europee del 2014 e dal rischio del referendum per la secessione scozzese dello stesso anno. Hanno recepito la spinta anti-europeista popolare presente nei due squilli, lanciando il referendum per l’uscita dall’UE nel 2017.
2) Al contrario la svolta di sinistra del Labour, con Milliband, è rimasta parolaia e come tale avvertita dagli elettori, che nella Scozia roccaforte laburista hanno virato verso l’antieuropeista ma anche socialista SNP (partito nazionale scozzese). Il Labour, come l’SPD in Germania o il PASOK in Grecia sono l’emblema della dissoluzione della socialdemocrazia, sovrastruttura inutile al capitalismo rampante e lontani dal popolo.
L’osservatorio inglese è molto importante per intuire ed anticipare gli sviluppi continentali delle vicende politiche. La Gran Bretagna rimane la proiezione americana in Europa, per affinità ideologico-culturali e strategie economico finanziarie, e Londra è senz’altro la maggiore potenza finanziaria del capitalismo europeo per le capacità, quantitative e qualitative, che ha la “City” di intrattenere relazioni globali, soprattutto con il motore produttivo mondiale della Cindia (Cina e India). Berlino, a confronto rimane un nano, affannato a far da “cravattaio” nella “provincia europea”, pertanto mal sopportato in Albione. Quel mondo è anticipatore anche delle dinamiche sistemiche: come infatti tra la fine del XVIII e la metà del XIX vi si impiantò il capitalismo di fabbrica, ora prima degli altri è stato smantellato tutto l’apparato industriale –li non si produce alcuna manifattura- convertendosi alla speculazione di servizi (es. commercio on-line) e di finanza. In qualche misura, la culla del Capitalismo, è sempre in linea con quel movimento “vorticoso” che è l’essenza della ricerca del massimo profitto; il movimento che tutto travolge.
Da questo punto di vista assume un certo significato il termine 2017: perché il 2017? Credo che i “pragmatici” analisti inglesi prevedano per quella data il crollo degli anelli “mediterranei” e che “machiavellianamente” vogliano prepararsi all’ “occasione”.
Sull’asse Londra\Atene avanza il destino dell’Europa; ricordo che la Grecia fu protettorato Inglese dopo Yalta e la sua tragica guerra civile fu, in quanto monito a chi aveva strane idee socialiste in occidente, la premessa della stabilizzazione dei blocchi della guerra fredda. Ora potrebbe congiungersi –attorno al 2017- la fuga “globale” della “ricca” Inghilterra e l’espulsione “mediterranea” della “povera” Grecia rimanendo nella terra di mezzo l’Europa “contabile” del Mercato Comune Tedesco, senza visione, isolata ad est e a sud; in asfissia.