Ho saputo soltanto poche ore fa della scomparsa, avvenuta un paio di mesi fa, di Piero Mancini, un mio vecchio amico e compagno di lotte e di militanza politica. Non riesco neanche a capire come sia stato possibile che lo sia venuto a sapere soltanto ora. Forse è dovuto al fatto che da tempo avevamo preso strade politiche diverse e, come a volte accade, anche i rapporti personali tendono con il tempo ad allentarsi.
Inutile dire che la notizia mi ha profondamente colpito e intristito. Piero era un amico, prima ancora di essere un compagno di lotta e di partito. Una persona libera di testa, aperta, dotato di una intelligenza brillante, per nulla dogmatico, sempre disponibile al dialogo e al confronto, anche sui temi più scabrosi. Una persona priva di tabù, fuori dalle liturgie e da ogni steccato ideologico. Un vecchio (si fa per dire, aveva forse un paio d’anni in meno del sottoscritto…) comunista, quindi un uomo con radici antiche e solide ma capace di leggere e interpretare la realtà e di guardare al futuro con quella lucidità di cui sono provvisti gli autentici marxisti (e proprio per questo non dogmatici).
Piero è stato un militante e un dirigente prima del PCI, poi del PDS/DS, e poi ancora di Sel e di Sinistra italiana. Le nostre strade si sono separate quando il sottoscritto ha scelto di uscire da quelle formazioni politiche per le ragioni che sono ben note a chi segue questo giornale. Piero riteneva invece che fosse giusto continuare a combattere la battaglia dall’interno, come si usava dire una volta. Lo conoscevo da decenni, ma erano almeno cinque o sei anni che non lo vedevo.
Era un uomo autentico e leale, uno sul quale si può contare, uno di quelli che non ti abbandona mai. Nella vita faceva il vigile del fuoco e ricordo ancora quando mi raccontò che non si trattò di una scelta casuale, perché aveva optato per quel mestiere proprio per poter essere utile agli altri. Avrebbe potuto scegliere la vita del funzionario di partito ma non lo fece.
Piero era un uomo molto simpatico, sempre pronto alla battuta e ricordo che amava raccontare barzellette. Ogni volta che ci vedevamo, prima di ogni riunione di partito, la prima cosa che mi raccontava era una barzelletta. E con lui parlavamo di tutto, ma veramente di tutto, e non solo di politica.
Posso solo dire che la sua scomparsa mi addolora molto. Non saprei cos’altro dire.
Un abbraccio forte a lui, ai suoi cari figli, a sua moglie e a tutte le persone che lo hanno stimato e apprezzato e gli hanno voluto bene.
Giovedì 13 settembre alle ore 18 a Roma presso la sede di Sinistra italiana di Via Zabaglia 24 (Testaccio) si svolgerà un incontro pubblico per ricordarlo.
Il primo da sinistra è Piero Mancini