Perché Draghi, il redattore della lettera del 2011 inviata al Governo italiano nella quale si invitava il Paese a una stagione di lacrime e sangue foriera del successivo colpo di stato che portò Mario Monti alla presidenza del consiglio, oggi cambia idea e prospetta un mondo senza vincoli sovranazionali e senza limiti di bilancio?
La risposta dovrebbe essere semplice ma così non è per tutti.
Le classi dirigenti tendono alla loro conservazione e cercano di salvare il salvabile; compiono scelte in linea con le possibilità di profitto in quel determinato contesto storico. La Brexit condotta dalle élite finanziarie anglosassoni e la crisi derivata dall’espansione epidemica hanno mutato la realtà. Le classi dirigenti si adeguano alla nuova situazione di fatto e proteggono il capitale per quanto possibile. Oggi il capitale si deve proteggere attraverso una ri-nazionalizzazione della produzione.
La sinistra al contrario ancora blatera di più Europa. Non è proprio in grado di percepire i cambiamenti storici. Non lo può fare perché la sua conversione al neo-liberismo è stata ideologica.
Questa conversione ha riguardato sia la sinistra politica – quindi PD e affini -, sia la sinistra extraparlamentare. La prima ha aderito alle premesse ideologiche dell’ordoliberismo tedesco nelle sue applicazioni economiche e sociali, la seconda ha promosso le conseguenze di quelle politiche che sono ricadute in una nuova concezione antropologica dell’individuo.
Questo il motivo della loro totale ininfluenza.