Il voto ai sedicenni è l’altra grande trovata con cui il neo segretario del PD, Enrico Letta, si è presentato al pubblico. Non avendo nulla da dire né soprattutto da fare – a governare ci pensa Draghi nei confronti del quale il PD è sdraiato a mò di pelle di leopardo – il “nostro” ha il problema di tirare fuori qualcosa di originale (si fa per dire…) e di “nuovo” dal cilindro.
Ha iniziato con lo ius soli – che è una cosa seria e doverosa anche se è stata utilizzata in modo strumentale (si legga l’articolo che ho appena pubblicato a tal proposito) – e ha continuato con la proposta di voto ai sedicenni.
Non me ne vogliano questi ultimi ma credo che a quell’ età si abbia innanzitutto il diritto di formarsi e di svagarsi e c’è ancora tempo per sposare una posizione politica e/o ideologica, qualsiasi essa sia. Di più, considerato il livello del contesto politico in cui ci troviamo, gli faremmo solo del male se iniziassimo, così giovani, a caricarli della responsabilità di assumere un orientamento politico preciso.
E’, dunque, evidente che siamo di fronte all’ennesima sparata retorica che serve a dare una pittura di “giovanilismo” ad un partito che non ha fondamentalmente nulla da dire di veramente sostanziale dal momento che aderisce in tutto e per tutto all’ideologia neoliberale e neoliberista dominante.
Da alcuni giorni, peraltro e non a caso, sta rifacendo la sua comparsa in pubblico Matteo Santori, leader delle “sardine”, cioè il movimento del nulla cosmico, di fatto fiancheggiatore del PD. Le “sardine”, giustamente e inevitabilmente scomparse dalla scena (“il non essere non è e non può in alcun modo essere”, spiegava uno dei primi grandi filosofi della storia…) sono state fatte resuscitare in questi giorni con lo scopo di portare, sia pure dall’esterno (almeno per ora ma sul prossimo futuro non scommetterei sul fatto che resteranno esterne…) una ventata di rinnovamento e di “freschezza” (vedo già i sorrisi sui volti di chi legge…) in un partito che – stando a quanto dice Santori – dovrebbe diventare ancora più “leggero” di quello che è. Il che significa, dal mio punto di vista, che scomparirà del tutto dal momento che più leggero e soprattutto più vuoto (di idee) di così, non è possibile.
Quindi al nulla si aggiunge altro nulla, e il nulla più il nulla ha come risultato il nulla.
Non so perché – deve essere l’uccellino birichino in servizio permanente effettivo nella mia mente ormai prevenuta – ma qualcosa mi dice che fra non molto (lo ha già fatto?…) Letta parlerà delle donne, delle “questioni di genere” e dell’aprire il partito alle donne e alle suddette “questioni di genere” più di quanto già non lo sia. Ma questa non è una novità.
Fonte foto: La7 (da Google)