Dal Pd, come si sa, c’è da aspettarsi di tutto; o, detto in altro modo “di nulla”. Ciò premesso, occorre prendere atto che, nella versione zingarettiana, il Nostro si è superato.
Come arco di forze di riferimento il “da Macron a Tsipras”. Un vero e proprio falso in atto pubblico che mette insieme in una gioiosa macchina di pace il boia e l’impiccato. Come candidati , gli scarti dell’Ulivo ( vedi Pisapia) e gli aspiranti macronisti ( vedi Calenda). Come ideologi di punta, gli esponenti della “via laziale”( vedi Smeriglio). Come segnale dei tempi nuovi, il pellegrinaggio a santa Tav. Sull’Europa, la constatazione, propriamente sconvolgente, del “siamo europei”. Sul resto, nebbia: che è la migliore condizione atmosferica per chi non sa vedere al di là del proprio naso.
Ma tutto questo – ci si dirà – appartiene al mondo materiale, sordido, irrazionale e, per sua natura, limitato e volgare. E, allora, basterà scrollarselo dalle spalle per librarsi nel mondo delle Idee, dei Sentimenti, dei Valori; così da restituire al Pd vocazione e ruolo.
Parlo di quello che risplende dai manifesti a miracol mostrare: che dà lavoro, istruzione e quant’altro fino a identificarsi con la salvezza del pianeta ( come ? con chi ? o, magari, tutto da solo ?) contrapponendosi, gigante solitario, come nei film di fantascienza made in Usa, a chi vuole distruggerlo seminando odio e paura ( Trump ? gli islamisti ? i capitalisti ? la Spectre ? il Governo ? Salvini ? Casaleggio e i 5 Stelle ? ).
Molti i possibili Cattivi. A partire, naturalmente, da quelli più vicini. Quello che è certo che il Pd è, per definizione, il Buono. Ma in un mondo che non esiste.
E qui viene da pensare a Berlusconi e al suo partito dell’Amore. Ma per marcare la profonda differenza tra i due modelli. Il Cavaliere era un pataccaro impenitente spinto dai suoi interessi ma anche dal suo temperamento a ricercare l’amore del suo pubblico e a ricambiarlo. Il Pd porta l’amore, nella sua ventiquattrore, di più nella sua carta d’identità, come certificazione della sua naturale superiorità morale.
Siamo, forse, alla penultima manifestazione del veltronismo. Di quella vera e propria rivoluzione copernicana che, a partire dall’ultimo decennio del secolo scorso, ha portato i comunisti da avanguardia del socialismo a retroguardia del liberismo , sostituendo l’intelligenza con la sensibilità, la realtà con il politicamente corretto e la critica dell’ordine costituito con l’identificazione con il medesimo. Traducendosi, nel concreto e nel corso di decenni in una vera e propria coazione a ripetere che non ammette autocritiche e ripensamenti.
La prossima sarà… Meglio non pensarci.
Fonte foto: ilmessaggero.it (da Google)