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Non rappresenta una particolare novità l’affermazione elettorale del Fpoe, il partito di estrema destra austriaca. Che ci sia una crescita del populismo di destra e anche di quello più xenofobo e razzista è ormai un dato di fatto, anche se va detto che il FN della Le Pen (comunque non del tutto assimilabile ad altre forze di estrema destra centro, nord ed est europea) ha subito alle ultime elezioni francesi un notevole ridimensionamento, se non una vera e propria sconfitta. E la Francia, con tutto il rispetto per l’Austria, la Slovacchia o l’Ungheria, è un paese molto più importante sotto ogni punto di vista. Ciò detto, resta il fatto, assolutamente da non sottovalutare, che la destra è in crescita esponenziale un pò in tutta Europa, come confermato anche dalle recenti elezioni tedesche che hanno visto un notevole exploit dell’ AFD (il partito di destra nazionalista e islamofobo tedesco).
La mia opinione è che queste destre non riusciranno a sfondare, elettoralmente parlando, nel senso che non riusciranno a conquistare i consensi necessari per governare (con le importanti eccezioni di Ungheria e Polonia, dove però, specie nella seconda, siamo in presenza di una destra ancora diversa, cioè cattolica ultra integralista), ma condizioneranno molto le politiche sia dei partiti conservatori e liberali tradizionali che di quelli post socialdemocratici che si alternano al governo o che governano insieme, essendo comunque entrambi ossequiosi al verbo neoliberista.
I gruppi dirigenti di questi partiti, con tutto il loro apparato mediatico al seguito (o al comando), hanno infatti capito da che parte soffia il vento. Hanno cioè capito che la “pancia” di tanta gente, sia dei ceti medio e piccolo borghesi che popolari, vuole la linea dura se non in molti casi durissima nei confronti degli immigrati, e loro li accontenteranno. Così facendo pensano realisticamente di “dimagrire” le forze di destra e populiste e di riconquistare consensi. Ipotesi niente affatto peregrina dal momento che sanno perfettamente che una buona parte di quegli elettori che votano a destra non lo fanno perché si sono improvvisamente scoperti dei nazifascisti in erba bensì perché scontenti delle politiche dei governi filoeuropeisti che da una parte attuano i diktat delle politiche neoliberiste imposte dall’UE e dall’altra gli riempiono la testa con i mantra buonisti e politicamente corretti.
L’immigrazione, o meglio l’ostilità diffusa nei confronti dell’immigrazione (in larghissima parte creata ad hoc), è il terreno sul quale si giocano tutte le partite elettorali da alcuni anni a questa parte in Europa. Lo ha ben compreso, ovviamente, anche il giovane leader del partito conservatore austriaco, Sebastian Kurz, che ha di fatto sposato in toto, per lo meno per quanto riguarda il tema dell’immigrazione, il programma del Fpoe, al punto tale che lo stesso leader di questo partito, Heinz Christian Strache, ha dichiarato non senza una certa soddisfazione che “il 60% degli austriaci ha votato per il suo programma” (riferendosi ovviamente a quegli elettori che hanno votato per i popolari guidati da Kurz).
In fondo, anche il PD con Gentiloni e Minniti sta seguendo la stessa strada. Non a caso (velleità micro imperialiste a parte che comunque hanno il loro peso…) hanno inviato le navi da guerra nelle acque libiche e hanno riempito con un bel po’ di soldi le tasche del governo libico “amico” con l’obiettivo di frenare l’ondata migratoria. Poco importa in che modo. Del resto etica e politica viaggiano spesso se non quasi sempre separate e ciò che conta non è sapere (anzi, meno se ne parla e meglio è) il numero degli immigrati rinchiusi nei lager libici in condizioni subumane né quello dei barconi mitragliati dalle motovedette libiche che fanno il lavoro sporco per conto degli italiani (e con i cacciatorpedinieri italiani attaccati al culo…). Quello che conta è che l’afflusso degli immigrati stia sensibilmente diminuendo. Occhio non vede, come si suol dire, cuore non duole…
E’ probabile che in questo modo il PD riesca a far dimagrire la Lega (non più Nord) di Salvini e a recuperare consensi. Del resto, se alla Lega le si toglie la questione immigrati le si prosciuga per metà il suo brodo di coltura. A quel punto (ma ci credo poco) potrebbe forse tornare ad essere (nelle intenzioni di Renzi, Gentiloni e compagnia cantando) la vecchia Lega “celodurista” bossiana che straparla di indipendenza della Padania ma è fondamentalmente innocua. Il tutto, lavorando contestualmente per strappare Forza Italia all’abbraccio della Lega e prefigurare un governo di larghe intese (PD-Forza Italia più cespugli di centro) il cui collante potrebbe essere proprio la necessità di fare argine contro i vari populismi. Fra questi ultimi, ovviamente, viene considerato anche il M5S che, per la verità, sta facendo di tutto per rifarsi il make up. La candidatura di Di Maio (che da quando è stato candidato premier non si è più tolto la cravatta neanche per coricarsi…) va in una direzione “governista” e moderata, sia pure in salsa “pentastellata” (che in ogni caso non incute certo timori particolari ai padroni del vapore, interessati unicamente alla governance e alla pace sociale; chiunque gliela garantisca, va bene…).
Morale? Come ho avuto modo di spiegare in modo molto più approfondito in questa lunga analisi https://www.linterferenza.info/editoriali/dallideologia-politicamente-corretta-al-populismo-destra/ quarant’anni di ideologia politicamente corretta hanno prodotto la loro contraddizione; il neo populismo di destra. Ora, le classi dominanti, date le circostanze, potrebbero optare per una svolta a destra e quindi per un parziale abbandono o comunque per una rivisitazione dell’ideologia politicamente corretta (fermo restando il dogma femminista, naturalmente intoccabile…).
Del resto quest’ultima è ormai trasversale. Le forze della neo destra razzista e populista europea (tedesca, olandese, austrica) sono infatti una strana (ma in fondo neanche tanto…) miscela di pseudo femminismo e diritti lgbt (la leader tedesca è una lesbica, l’ex leader del partito di destra olandese era gay così come lo era l’austriaco Haider), di razzismo e di islamofobia. Un (decisamente brutto) prodotto dell’attuale contesto storico e politico (non che gli altri siano migliori). Il cosmopolitismo ideologico (che, ovviamente, nulla a ha a che vedere con l’internazionalismo comunista e socialista) che ha caratterizzato gli ultimi vent’anni, potrebbe essere se non accantonato, ampiamente rivisitato. Magari non tanto a chiacchiere (ideologiche) quanto a fatti, cioè cacciatorpedinieri, dittature complici, fili spinati e pastori tedeschi stile Auschvitz, e lager lontani dai nostri occhi più o meno sensibili.
Occhio non vede (o finge di non vedere…), cuore non duole…
Foto: L’Espresso (da Google)