Due milioni e mezzo di donne in piazza nel mondo, di cui 500.000 solo a Washington (guidate niente di meno che dalla famosa leader rivoluzionaria, Madonna…), per protestare contro il sessista Trump: http://www.ansa.it/sito/videogallery/mondo/2017/01/22/marcia-anti-trump-a-new-york_4e3e3e90-345a-4600-9069-e97a0817c899.html
http://www.ansa.it/sito/videogallery/mondo/2017/01/21/donne-in-marcia-contro-trump_d668b9fc-74db-4972-9404-ec032120f9f5.html
Non possiamo che commuoverci di fronte a una così grande dimostrazione di sensibilità politica e morale…
Una sensibilità, come sembra, a corrente alternata. Perché queste donne non hanno marciato quando la Clinton (insieme ad Obama) bombardava la Libia e finanziava e armava l’Isis (e Al Nusra) per rovesciare la Siria, progettando e fomentando una guerra sanguinosa che ha provocato centinaia di migliaia di morti? Perché questa “sinistra” liberal e politicamente corretta non ha marciato per protestare contro l’aggressione allo Yemen da parte del prezioso alleato saudita, appoggiato e armato da Israele e dagli USA stessi? Forse la petromonarchia saudita è più rispettosa dei diritti delle donne (e degli uomini) di quanto non lo sia Trump? Perché il movimento femminista internazionale non ha alzato un dito contro il processo di disintegrazione di tutta l’area mediorientale e di quegli stati non proni ai diktat degli USA portato avanti dal duo Clinton-Obama? Perché non è sceso in piazza per protestare contro la destabilizzazione dei governi progressisti della America Latina? Perché non protesta contro l’occupazione sionista della Palestina che calpesta quotidianamente i diritti e la dignità di tanti e tante palestinesi, uomini e donne?
Per una semplicissima ragione, e cioè perché questa “sinistra” liberal, radical e femminista è lo strumento ideologico e politico di una gran parte di quelle lobby finanziarie, industriali, militari mediatiche e politiche che sostengono la globalizzazione capitalista nelle forme in cui si è declinata con le presidenze di Clinton e Obama (e prima ancora di Bysh), cioè attraverso la guerra (imperialista) preventiva e permanente scatenata a livello globale subito dopo il crollo del muro di Berlino. Questo schieramento è in competizione con altre lobby e cordate di potere che in questa fase optano per una politica più isolazionista perchè sono più propense a fare affari con la Russia piuttosto che a fargli la guerra, in attesa di tempi migliori. Del resto anche il gigante americano ha bisogno di rifiatare e di tirare i remi in barca in una fase in cui comincia a mostrare un certo affanno proprio nella gestione del processo di globalizzazione. E questi secondi gruppi hanno scelto il supermiliardario Trump, che poi è uno di loro, per rappresentare i loro interessi. E hanno avuto la meglio in quella che da sempre è una competizione fra lobby – sto naturalmente parlando delle elezioni americane – dove l’elettorato è chiamato a dare il proprio sostegno all’una o all’altra e a ratificare scelte già prese.
Altro non c’è, a parte quella massa di gonze e gonzi (chiedo scusa per l’uso di parole così dure ma a volte è necessario essere diretti per poter essere efficaci…) che, in buona fede, credono di stare scendendo in piazza per difendere i diritti delle donne (forse minacciati dalle battute goliardiche e sessiste di Trump?…) e la democrazia, già purtroppo ampiamente minacciata di suo a prescindere dall’elezione del Tycoon.