Commentare simili notizie, credetemi, è più penoso per chi scrive piuttosto che per coloro che avranno la ventura di leggere questo articolo.
“Ma questo è proprio fissato?” – si chiederanno in molte/i – riesce a vedere il sessismo in versione anti maschile dovunque, anche in simili frangenti; questo è fuori di testa”.
Non credo, sinceramente, di essere “fuori di testa” (per lo meno non più di quanto non lo sia la gran parte delle persone che vive in questo nostro mondo), però penso, me ne rendo conto, presuntuosamente, di avere delle metaforiche lenti che mi permettono di vedere ciò che molti non vedono.
Ricordate il bel film di fantascienza dal titolo “Essi vivono” diretto da J. Carpenter dove i protagonisti, muniti di particolari occhiali riuscivano a vedere gli alieni camuffati da umani che avevano invaso e colonizzato la Terra? Ecco una roba del genere…(disse Slavoj Zizek di quel bel film di Carpenter:” “Essi vivono è definitivamente uno dei capolavori dimenticati della Hollywood Sinistra. Gli occhiali fungono come una critica dell’ideologia. Ti consentono di vedere il vero messaggio sotto tutta la propaganda, lo sfarzo, i cartelloni e così via… Quando indossi gli occhiali intravedi una dittatura nella democrazia, l’ordine invisibile che sostiene la tua apparente libertà.”) [
Fatto sta che questo povero orso marsicano è stato abbattuto alcuni giorni fa nell’aquilano con una fucilata da un uomo che sostiene di avergli sparato per errore:
Ne sapevate qualcosa? No, ovviamente, la notizia è stata circoscritta a qualche breve articoletto come quello riportato o a qualche trafiletto. Anzi, normalmente non sarebbe stata neanche una notizia se non fosse che per due settimane circa è stato sollevato un battage mediatico relativamente all’uccisione, per errore, cioè per eccesso di anestetico, dell’orsa Daniza (la qual cosa ci dispiace assai, e sinceramente, pur ritenendo che ci siano ragioni più pressanti per sollevare campagne mediatiche di queste dimensioni). Solo per questa ragione, l’uccisione dell’orso nell’aquilano ha trovato un minimo di eco sui giornali, altrimenti non ne avrebbe avuta affatto.
Non solo, osservate le foto. L’orsa di Pinzolo viene sempre immortalata e filmata mentre è in vita con i suoi cuccioli mentre dell’orso marsicano ci si limita a mostrare la foto del suo cadavere.
Casuale? Da un certo punto di vista si. Non penso, ovviamente, che i singoli giornalisti abbiano deliberatamente scelto di non dare spazio alla notizia della morte dell’orso per ragioni di sesso così come non penso che mostrare il suo cadavere sia dovuto ad una scelta deliberata (anche perché non erano disponibili foto di quell’orso quando era in vita).
Da un altro punto di vista penso invece che quanto è avvenuto non sia casuale ma sia il risultato di un contesto, quello in cui viviamo, dove la celebrazione ideologica del femminile è talmente potente e pervasiva al punto di condizionare automaticamente (e in parte anche inconsciamente) anche i professionisti della comunicazione .
L’orsa/madre uccisa perché colpevole di aver difeso i suoi cuccioli dalle insidie di un “fungaiolo” addetto alle Funivie di Pinzolo (peraltro un uomo robusto, tipico montanaro, soprannominato “Carnera”, che afferma di essersi difeso a calci e pugni dall’assalto dell’orsa e che è stato ricucito con decine di punti di sutura dalle ferite che molte/i sostengono si sia procurato da solo), naturalmente trasformato in un “mostro” e sbattuto sulle prime pagine dei giornali come mandante morale dell’assassinio dell’orsa, è un’immagine spendibile mediaticamente. L’orsa, femmina e madre, che muore difendendo i suoi cuccioli dall’aggressione del maschio dominante umano. Hai voglia se ce n’è per riempire pagine e rotocalchi…
Al contrario della vicenda dell’ orso ucciso a fucilate per caso o per sbaglio in un bosco dell’aquilano da un altro maschio, sia pure appartenente alla specie umana (della serie, in pieno stile femminista:”Che si fottano tutti e due, in fondo si tratta di una vicenda interna fra maschi…”).
Non è stata ovviamente in tono minore neanche la reazione del web dove in tante/i hanno paragonato la vicenda dell’orsa a quella delle donne uccise dagli uomini ormai nota all’immaginario di tutti come “femminicidio”.
Un episodio altamente simbolico: da una parte l’orsa, quindi animale e indifesa per eccellenza, per di più femmina e madre. Dall’altra l’uomo, quindi dominante per definizione, e ovviamente maschio. Il top. Di più proprio non si poteva. Il cacio sui maccheroni per i “professionisti della comunicazione”
E ora anche noi, antipatici e “fissati”, ex professionisti della comunicazione”, “rinnegati” ma “risvegliati”, rifugiatisi nel web dal quale abbiamo assimilato pregi e difetti, torniamo dalla vita animale a quella umana e non possiamo fare a meno di non notare una somiglianza fra la vicenda dell’orsa e dell’orso e quella di due umani: Lucia Annibali e William Pezzullo.
Entrambi sono stai sfigurati con l’acido dai loro ex, o meglio, la prima dal suo ex e il secondo dalla sua ex.
La vicenda della prima è conosciuta da tutti perché è stata oggetto (peraltro giustamente) di una grande campagna mediatica (il colpevole è giustamente in carcere condannato ad una pena di vent’anni). Addirittura la Annibali è stata insignita dal Presidente della Repubblica dell’Onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
Del secondo caso (peraltro ben più grave perché le ustioni riportate da Pezzullo sono molto più estese di quelle riportate dalla Annibali) non se ne sa nulla o quasi (la responsabile è agli arresti domiciliari o, se non erro, addirittura in libertà condizionale) perché i media, tranne rarissime eccezioni, non se ne sono occupati.. Della serie: due pesi e due misure.
Del tutto casuale?
Noi non lo crediamo e, birichini, ce ne siamo occupati in altra sede: Due acidi, due misure?