Il governo ha fatto sapere che non tratta con gli anarchici. Da quasi ottant’anni lo stato italiano (con i vari governi che si sono succeduti) tratta con la mafia (da cui è stato e molto probabilmente è ancora ricattato) però – ci mancherebbe altro – si rifiuta di “trattare” con qualche gruppuscolo anarchico, del tutto innocuo per la sicurezza dello stato stesso e che tutt’al più ha commesso alcuni, peraltro irrilevanti, atti di sabotaggio o collocato qualche rudimentale ordigno davanti alla sede di qualche multinazionale.
Peraltro non si tratta di nessuna trattativa ma soltanto di togliere il 41 bis ad un militante anarchico, Alfredo Cospito che non ha commesso nessun reato di sangue e viene trattato alla stregua di un pericoloso criminale, di un trafficante di droga e di esseri umani o di un capo mafioso pluriassassino e mandante di assassinii. Cospito è in sciopero della fame da più di cento giorni per protestare contro questa iniqua misura detentiva e sta rischiando danni irreparabili per la sua salute e forse, speriamo di no, la morte.
Questo è lo stato italiano. Forte con i deboli – come diceva il leader socialista Pietro Nenni – e debole con i forti.
Vergogna. Lo dico senza nessuna vis retorica. Vergogna.
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