Viviamo nell’era del licenziamento in tronco, senza nessun preavviso, tramite e-mail. Fra non molto avverrà tramite sms o whatsapp. Si viene licenziati con le stesse modalità con cui il proprio profilo viene oscurato da facebook.
Fino a qualche tempo fa per lo meno avevano il (falso) pudore di prepararti psicologicamente. L’azienda comunicava la “necessità” di ridurre il personale, consapevole che sarebbe partita una vertenza da parte dei dipendenti e dei sindacati, e che alla fine di estenuanti trattative (e di lotte) si sarebbe trovato un compromesso (anche se al ribasso) per i lavoratori, un po’ di ammortizzatori, un po’ di cassa integrazione, un po’ di “scivoli”, prepensionamenti e naturalmente anche di licenziati.
Ora neanche più questo. Nessun margine di compromesso o di mediazione. Il licenziamento avviene per via telematica. Esseri umani gettati in mezzo ad una strada come fossero bottiglie di plastica usate, come rifiuti, diciamo la verità.
Il padrone non è più il “sciur padrun dalle belle braghe bianche” né il più moderno industriale che entra in azienda con la Mercedes guidata dal suo autista (comunque due belle bestiacce, sia chiaro…) ma una multinazionale o un apparentemente anonimo fondo di investimento con sede legale non si sa dove (in genere in qualche “paradiso fiscale”…), proprietario di non si sa quante altre aziende sparse per il mondo, dal Bangladesh alle Filippine, dall’India all’Ecuador e via discorrendo.
Non sai neanche con chi prendertela concretamente perché si tratta di gruppi finanziari o società straniere con capitali internazionali che non rispondono alle leggi degli stati (per quelli che le hanno in tal senso…) in cui si trovano ad operare e hanno il potere di fare e disfare a loro piacimento, e questo genera ancora più frustrazione nei lavoratori vittime di questo perverso meccanismo.
E’ questo il capitalismo contemporaneo. Il trionfo della razionalità strumentale, senza nessuna mediazione di ordine etico e sociale, senza neanche quel briciolo di quella hegeliana “coscienza infelice” che in qualche modo caratterizzava e condizionava la vecchia società borghese (quella del “Dio, Patria e Famiglia”) fino a mezzo secolo fa, per lo meno nei paesi più sviluppati del mondo occidentale. E’ il trionfo del calcolo freddo, dell’algoritmo, della razionalità calcolante, del profitto per il profitto, dell’accumulazione illimitata e infinita di capitale, finalmente libero” da ogni legaccio di qualsiasi genere.
E’ questa la vera natura del sistema di dominio sociale in cui ci troviamo a vivere, seppur camuffata e coperta da una sorta di variopinto caleidoscopio ideologico. E’ l’epoca della “compiuta peccaminosità”.
Vietato arrendersi a questo scempio.
(Fabrizio Marchi, candidato come indipendente, come consigliere comunale, alle prossime elezioni amministrative di Roma con il Partito Comunista guidato da Marco Rizzo)
Fonte foto: Avvenire