Giorgia Meloni, ricordando la strage delle Fosse Ardeatine, ha detto che “335 italiani sono stati barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione naziste, come rappresaglia per l’attentato di Via Rasella, solo perché italiani”.
Si tratta di un goffo quanto vergognoso tentativo di riscrivere la storia, di deformarla e occultarla; un vero e proprio esercizio di stomachevole revisionismo storico e di opportunismo politico. Tutti sanno, naturalmente, che quei trecentotrentacinque uomini non furono massacrati in quanto italiani ma perché antinazifascisti oppure perché appartenenti alla comunità ebraica.
Ci sono delle ricorrenze – penso all’anniversario dell’eccidio delle Fosse Ardeatine o al 25 aprile – che se potessero, la Meloni e i suoi sodali, abolirebbero, non solo per ovvie ragioni ideologiche ma perché gli crea troppo imbarazzo doverle commentare. E arrampicarsi sugli specchi è esercizio assai difficile per tutti, specie per chi – come appunto l’attuale premier – è costretta a compiere dei patetici salti carpiati per tentare di deformare la realtà.
Meloni ha dimostrato grande destrezza e notevoli capacità camaleontiche nel rinnegare la sua simpatia per Putin e sposare le ragioni dell’atlantismo, molta più di quanta non ne abbia avuta a suo tempo Gianfranco Fini quando, recandosi a Gerusalemme per essere benedetto da Israele e avere quindi l’agognato lasciapassare per poter andare al governo, disse che “il fascismo è il male assoluto”.
Il paradosso è che – opportunismo a parte (Fini lo è sempre stato fin da quando si iscrisse ad un partito che si rifaceva ideologicamente al ventennio ma nella pratica reggeva il moccolo alla Democrazia Cristiana) – forse l’allora leader di AN era sincero quando pronunciò quelle parole. A differenza della Meloni, che oltre a non essersi mai espressa con la stessa chiarezza, oltre ad essere una spregiudicata opportunista e scendiletto dei suoi padroni d’oltreoceano e d’oltre Manica, è anche una spudorata, bugiarda manipolatrice.
Un popolo consapevole e con la schiena dritta dovrebbe rifiutarsi di essere governato da un simile personaggio.