Foto: progettobenessere360.blogspot.com
«Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del Bianconiglio.» (Morpheus in Matrix).
Cavolo che botta la pillola azzurra! Davvero ci avevo creduto alle Olimpiadi del 2024. Avevo creduto addirittura di doverle ostacolare. Ma ora che comincio a riprendermi: ma le Olimpiadi sono state assegnate a Roma? Le Olimpiadi, come questione romana, esistono? NO. Dunque il discorso su di loro ha la stessa consistenza reale, che ne sò, de la “Persistenza della memoria” capolavoro di Salvador Dalì del 1931. Anzi questa malinconica immagine sur-reale ha più esistenza delle Olimpiadi occupando comunque una tela con colori. Tuttavia ecco il miracolo della “pillola blu” dell’oltre surreale dibattito sulle elezioni romane.
Roma, un “oggetto” piuttosto reale, talmente reale da definirsi “eterna” o “urbs”, paradigma di ogni città. Di tanto si potrebbe dire dunque, soprattutto dei suoi problemi “eterni” visto che andrebbero eletti gli “amministratori”, coloro atti alle soluzioni più empiriche (tappare le buche, pulire e organizzare le strade, far rispettare la legalità edilizia) ma forse ci si potrebbe elevare di un gradino (leggera sopra-realtà che non è la surrealtà cioè un’altra realtà) e provare a vedere come restaurare la bellezza di Roma. Uso appositamente il “conservatore” termine “restaurare” per sottolineare la lievità degli interventi: aiutare le bici senza piste ciclabile faraoniche, dare una pulitina alle aiuole e ai parchi, ridurre le soste caotiche. Insomma poco, pochissimo: il reale. Ma invece ti distrai un momento e zac: ti ammollano la lisergica pillola blu e inizia la navigazione per mondi senza regole geometriche, senza inerzia, senza principio di contraddizione dove è possibile dire “tutto e il suo contrario”, dove infine, e qui un qualche fremito reale, un leggero sudore freddo l’ho avvertito, cominciano i numeri a casaccio, come quelli degli “orologi molli” di Dalì: 170000 nuovi posti di lavoro, rifacimento palestre scolastiche e 100 nuovi playground (l’immancabile inglese del romantico visionario Percy Shelley tuttavia anche lui più solido riposando nello splendido cimitero acattolico della Piramide Cestia) e ancora tante residenze per studenti e un tot pure per i parenti dei pazienti totale = 250.653 oppure 365.052 (come allo specchio nella tana del Bianconoglio). Tra queste nebbie colorate e nel rumore di discorsi scombinati s’avanza lui, “proprio lui” (Sandro Piccinini), Luca “Cappellaio Matto”, Luca di Montezemolo (Capo del comitato delle Olimpiadi) e allora il sudore da freddo si fa caldo e comincio a capire che sei proprio in un sogno e non ti interroghi più sul “perche uno scrittoio è come un corvo” ma allunghi la mano per prendere la pillola rossa. La stai per afferrare, attenzione ecco un altro flash, altre potenti visioni… “lo stadio della Roma”.