La rivolta dei “pezzenti”

Panico e sorpresa in Occidente per la rivolta dei “pezzenti ” con le ciabatte che ha messo in crisi il sofisticato sistema di sicurezza israeliano e ha osato sferrare un attacco di terra senza precedenti contro il potente apparato militare di occupazione israeliano sfondando le recinzioni della prigione a cielo aperto di Gaza e inoltrandosi per decine di chilometri in terrorio occupato dai coloni.

Il coro dell’ “aggressore” e dell’ “aggredito” si è così alzato con un solo grido ed ha attraversato l’intero schieramento politico-istituzionale, con poche eccezioni, a cui non è rimasto insensibile neppure il segretario della Cgil Landini che ci ha tenuto a rimarcare la sua solidarietà al popolo israeliano “aggredito” dai terroristi di Hamas, collocando così anche il più grande sindacato italiano nel fronte liberal- reazionario nell’ambito dello scontro rivoluzionario multipolare in atto nel mondo contro l’egemonia anglosassone. Alla faccia della storia della Cgil caratterizzata da sempre per la sua vicinanza e solidarietà alla causa palestinese!

Non è neanche mancato in questa circostanza il richiamo dei “pacifinti” ad una “pacificazione” che appare quanto meno ipocrita omettendo che se c’è una guerra, questa è quella condotta dallo Stato di Israele contro i palestinesi dal 1948, privandoli di tutto, delle loro case, dell’acqua, del cibo, della terra, dell’elettricità, della libertà di movimento, relegati in prigioni a cielo aperto e rinchiusi in recinzioni di mura e di filo spinato come a Gaza. Sono quelle le mura che sono state sfondate dalla rivolta palestinese e che hanno creato allarme e sconcerto in Israele e nel nostro Occidente, che si sta mobilitando con tutto il suo apparato mediatico e istituzionale per difendere la più grande e temibile potenza militare del medio – oriente attaccata da un pugno di “barbari” palestinesi , definiti come terroristi fondamentalisti che rapiscono e uccidono donne e bambini israeliani ( sic!).Un bel colpo di spugna, questo, che rimuove la lunga occupazione militare della Palestina, l’apartheid di Gaza, l’uccisione quotidiana e gli arresti indiscriminati di migliaia di palestinesi (compresi donne, anziani e bambini) rinchiusi da anni senza processo nelle carceri israeliane. Così come rimuove il ruolo di gendarme di Israele nel mondo arabo e la sua conformazione come Stato di polizia su base etnica e razzista.

Con questo atto, al di là del suo esito militare, la resistenza palestinese riporta il suo popolo nella Storia da cui si voleva escluderlo. È questo il vero significato della rivolta di queste ore e non ci sarà repressione che potrà rimuoverlo. Il destino futuro della Palestina si giocherà nella rivoluzione multipolare in atto che vede ridimensionato il ruolo di gendarme del mondo dell’ordine global- liberista anglosassone. Il dato storico contemporaneo è che il mondo sta cambiando e anche Israele non se n’è accorta. Ma lo ha ben compreso invece il mondo “fuori dell’Occidente ” che si sta ribellando al suo dominio coloniale. La guerra in Ucraina ha aperto un varco nell’ordine del sistema globalista imperiale e in questo varco si inseriscono i popoli stanchi del dominio coloniale e che aspirano all’autonomia e all’indipendenza, nell’Africa francofona, nell’America Latina, nel mondo arabo. È in questo varco aperto che trae forza e ragione la rivolta palestinese e che spiega il suo successo militare, almeno iniziale, all’interno di un mondo arabo che si sta sottraendo gradualmente all’egemonia anglosassone e sta sperimentando una nuova unità anche infrareligiosa tra sunniti e sciiti, che ha prodotto la pace in Yemen e una riappacificazione con la Siria, anche grazie al ruolo positivo svolto da Russia e Cina.

La Storia ha ripreso la sua marcia e chi voleva fermarla le arranca dietro affannosamente, compresa la sinistra occidentale, e reagisce ai suoi sussulti trincerandosi nei propri fortini di privilegi effimeri, non accorgendosi che il loro mondo sta affondando infrangendosi come un Titanic qualsiasi contro gli scogli della storia dei popoli che si è rimessa in movimento. In questa nuova storia che avanza i grandi assenti sono i popoli europei, che rischiano di pagare il prezzo maggiore e di affondare insieme alle sue classi dirigenti infingarde.

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2 commenti per “La rivolta dei “pezzenti”

  1. gino
    9 Ottobre 2023 at 15:05

    concordo totalmente.
    in pochi giorni abbiamo avuto prima la resa totale della francia in niger ed ora questo.
    ne vedremo altre e il merito é di una data che sará ricordata nella storia: 24/2/22.

  2. Giulio larosa
    13 Ottobre 2023 at 8:20

    W i pezzenti perchè è loro il regalo o dei cieli w i pezzenti perchè sono loro a fare la storia!

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