Sembrerebbe – come denunciato da alcuni giornali – che la Boldrini non abbia pagato i contributi e la liquidazione ad alcune sue collaboratrici domestiche e addirittura abbia sottoposto a mobbing di vario genere una sua collaboratrice parlamentare, come queste stesse donne hanno denunciato.
Naturalmente bisognerà verificare la veridicità di tali affermazioni ma, devo essere onesto, non ho difficoltà a credere alla testimonianza delle tre donne.
Capito? La Boldrini, reginetta del femminismo nostrano, che sfrutta e mobbizza altre donne. Meraviglioso! (si fa per dire…).
Ciò conferma quanto sia caduco e infondato il concetto di “sorellanza”. Quanto accaduto (laddove fosse confermato) dimostra che è la condizione sociale, a fare la differenza, e non quella di genere.
Laddove le contraddizioni sociali dovessero acutizzarsi, le donne appartenenti alle elite dominanti si ritroveranno a difendere i loro interessi insieme alle donne e gli uomini della loro classe sociale di appartenenza, e lo stesso varrà per le donne delle classi subordinate che, a quel punto, si ritroveranno fianco a fianco con le donne e gli uomini che vivono la loro medesima condizione sociale. Tutto il resto è fuffa. E il principio di “sorellanza” e di appartenenza di genere andrà a farsi riccamente benedire.
Quel giorno, il femminismo si squaglierà come neve al sole. Così come si sarebbe squagliato, se fosse esistito, a bordo del Titanic…