Dopo 30 anni di (apparente) contrapposizione totale berlusconiani-antiberlusconiani – che ha tagliato pressoché tutte le culture politiche italiche (anche alcuni ex della sinistra extraparlamentare erano rimasti folgorati dal leader del “nuovo che avanza”, ndr), ce ne vogliono propinare altri 20 di contrapposizione (apparentemente totale, in realtà su singoli aspetti non fondamentali) al salvinismo, trasformandolo quindi in narrazione ideologica e politica egemonica e strumento per la conservazione dello status quo dall’altra parte.
Non ci possiamo permettere 30+20 anni, sarebbero 50, 2 intere (più 2 in default) generazioni senza un partito socialista di sinistra, per la difesa e attuazione della Costituzione, del tutto autonomo dal centrosinistra, che riconosca nel PD e nel PSE due organizzazioni della destra economica e nei loro satelliti (bersaniani, dalemiani, vendoliani, redattori de il manifesto etc., fino ai miserabili sedicenti socialisti a servizio di Renzi) dei residuati di un ulivismo che ha fatto dei danni proprio a noi e ai nostri gruppi sociali di riferimento.
Questo è il nostro autonomismo socialista, nel senso che l’obiettivo principale è ricostruire un partito che, al di là della autodefinizione di “socialista” dei suoi aderenti, lotta per far risorgere il socialismo anche in Italia. Non altro.