Foto: Duxstore (da Google)
Dopo il clochard dato alle fiamme a Torino, gli ultrà fascisti tifosi della Lazio che hanno appiccicato gli infami adesivi con l’immagine di Anna Frank, un gruppo di giovanissimi e altrettanto fascisti romani, hanno massacrato di botte un immigrato bengalese a Roma.
http://www.globalist.it/news/articolo/2013967/il-bengalese-pestato-dai-razzisti-mi-hanno-chiamato-negro-di-merda-e-poi-l-inferno.html
E’ inutile che ci nascondiamo dietro ad un foglia di fico, cioè dietro alle solite ipocrite dichiarazioni del tipo “Si tratta della solita sparuta minoranza di esaltati, provocatori isolati dalla grande maggioranza della cittadinanza democratica” ecc. ecc. come usano fare i media ufficiali ormai per default.
Balle. Che siano esaltati (oltre che criminali) non c’è dubbio ma non si tratta affatto di una esigua minoranza. Al contrario, sono purtroppo l’”avanguardia” (si fa per dire…) di un “popolo” purtroppo ben più vasto, abbrutito culturalmente, sprovvisto di una sia pur minima coscienza politica e di classe, completamente privo di una identità, risultato di un processo di desertificazione sociale e umana, spinto a credere che la sua condizione di disagio sia dovuta alla presenza degli immigrati.
Quest’area sociale, in particolar modo quella delle periferie e dei suburbi delle grandi metropoli (ma anche di aree di media e medio alta borghesia del nord e del nord est del paese), rappresenta purtroppo l’humus all’interno del quale prolifera la nuova destra fascista e razzista. Una volta, diciamo fino ad una quarantina di anni fa, in quegli stessi luoghi sarebbe stata impensabile la presenza di gruppi neo nazifascisti. Oggi, purtroppo, per le ragioni che abbiamo spiegato tante volte sulle pagine di questo giornale, in primis l’estinzione di una Sinistra di classe autentica, avvenuto contestualmente a quel processo di spappolamento sociale e culturale di cui sopra, la presenza di questa feccia nazifascista in tanti quartieri popolari è diventata purtroppo normale.
Se possono fare quello che fanno, cioè le aggressioni e i pestaggi nei confronti degli extracomunitari o la “pulizia” delle spiagge del litorale https://www.linterferenza.info/attpol/feccia/ è perché purtroppo sanno di essere coperti da una sorta di miscela di indifferenza e complicità da parte di tanta gente, non dico la maggioranza, ma pur sempre troppa. Sia chiaro che il tasso di violenza agita, è direttamente proporzionale al tasso di “copertura” di cui godono. Se ne avessero ancora di più il livello della loro violenza sarebbe ancora più alto, infinitamente più alto.
Si sbagliava, dunque, chi sosteneva e continua a sostenere da più parti che l’antifascismo non avrebbe più senso perché non esisterebbe più il fascismo. Il fascismo esiste tuttora, sia pure in forme (perché le modalità alla fin fine non cambiano molto…) diverse come è assolutamente normale che sia, ed anzi è vivo e vegeto, come dimostrano le affermazioni delle tante formazioni di estrema destra europea, il cui minimo comune denominatore alla fine è sempre quello: l’ostilità nei confronti degli immigrati che loro fanno di tutto per alimentare e moltiplicare all’ennesima potenza.
Quello che è sbagliato è utilizzare l’antifascismo, che è una cosa serissima e doverosa, in modo ipocrita e strumentale, cioè come una forma di depistaggio ideologico utile a deviare l’attenzione delle masse dalle responsabilità delle classi dirigenti. Il fascismo, infatti, non nasce dal nulla. Certo è un fenomeno complesso, sia dal punto di vista storico che ideologico, che non può essere ridotto ad un unicum. Ma non c’è dubbio che sia sempre stato, in ultima analisi, la risposta estrema delle classi dominanti in determinate situazioni di pericolo; lo spettro ad esempio di una rivoluzione socialista, come è stato in passato.
Oggi questo spettro non esiste più, ovviamente, e infatti i fascisti vengono utilizzati in modo diverso, appunto come uno strumento di depistaggio sempre al fine di mantenere la pace sociale, che è la stella polare dei padroni del vapore. Per la serie:”Siccome esistono i “kattivi”, non resta che fare muro attorno ai “buoni”, cioè al sistema capitalista e alla sua aureola liberale (che di liberale ha sempre meno, a mio parere, ma ci siamo capiti…)”.
Un’ultima nota, che potrebbe sembrare ai più di colore, ma così non è perché rimanda al tema del capro espiatorio che ho affrontato nel mio ultimo articolo https://www.linterferenza.info/editoriali/quegli-ultras-fascisti-fanno-tanto-comodo/ .
I giovani fascisti arrestati per questa barbara aggressione al bengalese sono anche ultrà della Roma (il profilo Facebook di uno di loro è uno spettacolo in tal senso…). Non che questo cambi nulla, sia chiaro, anzi non cambia assolutamente nulla. Fascisti e razzisti sono e fascisti e razzisti restano, indipendentemente dalla squadra di calcio per cui fanno il tifo. Però, l’uccellino birichino mi suggerisce che se fossero stati tifosi della Lazio, la notizia sarebbe stata sparata ai quattro venti da tutti i media invece di essere stata segnalata soltanto dai bravi colleghi di “Globalist” http://www.globalist.it/news/articolo/2013978/solo-mussolini-pua-salvare-l-italia-chi-a-il-fascista-che-ha-pestato-a-sangue-il-bengalese.html