L’edizione del TG1 delle 13,30 di oggi (giovedì 3 luglio) ci ha proposto un reportage da Israele dove un cittadino israeliano mostra il buco di una quarantina di centimetri che un razzo Qassam sparato dalla Strisca di Gaza ha fatto sul muro della palazzina dove abita, in un villaggio israeliano situato a pochi Km. dalla Striscia. Il servizio continuava con una serie di interviste ad altri cittadini israeliani che più o meno si alternavano nel dire “che non se ne può più di questa situazione”, “che il governo è troppo cauto, che bisogna smetterla di seguire la politica morbida di Obama e che è necessario passare a metodi più spicci per stroncare il terrorismo palestinese” (quelli che Israele, notoriamente, non ha mai usato finora…).
Fine del servizio.
Il tutto mentre da giorni l’aviazione israeliana sta martellando la Striscia di Gaza, naturalmente dopo che l’esercito aveva già messo a ferro e fuoco per settimane la Cisgiordania alla ricerca dei tre ragazzi rapiti e uccisi, seminando il terrore, sparando, ferendo e uccidendo diversi palestinesi, fra cui un bambino di tredici anni (ma non è certo una novità, ricordiamo che durante la famigerata operazione “Piombo fuso” che seminò il terrore alcuni anni fa nella Striscia di Gaza, furono uccisi nell’arco di due settimane millecinquecento palestinesi di cui circa trecento bambini e bambine), e arrestando indiscriminatamente e senza nessuna giustificazione circa cinquecento palestinesi.
Che dire? Non ci resta che fare i nostri complimenti al TG1 per la serietà, la deontologia professionale e la completezza dell’informazione.
Non si poteva fare di meglio. Obiettivamente, proprio non si poteva.