Non c’è dubbio che l’“omicidio mirato” del generale iraniano Soleimani – un vero e proprio atto di pirateria internazionale e di terrorismo di stato – segni necessariamente uno spartiacque, al di là del giudizio che ciascuno di noi può avere sulla natura dello stato e della società iraniana.
Non si può, infatti, essere equidistanti di fronte a quello che è un atto di guerra esplicitamente dichiarato. E’ evidente che l’asse USA-Israele-Arabia Saudita vuole tornare ad essere egemone nella regione mediorientale dopo i rovesci subiti in Siria (cioè dopo che i tagliagole dell’Isis, da loro foraggiati e armati, sono stati sconfitti dell’esercito siriano e russo e dalle milizie iraniane e curde). E lo fa con la strategia del terrore, e anche questa non è certo una novità. E non essendo, appunto, riuscito a destabilizzare la Siria attraverso l’Isis (creatura dell’Arabia Saudita e, per la proprietà transitiva, degli USA e di Israele), opta ora per l’intervento militare diretto, per lo scontro aperto, per l’escalation militare, paradossalmente proprio confidando nell’equilibrio e nella ragionevolezza dei governi russo e iraniano. Ciò non significa che questi faranno finta di nulla – non potrebbero, anche volendo – tuttavia non saranno di certo loro a pigiare sull’acceleratore dell’escalation militare.
Ora, di fronte ad un palese atto di guerra, preludio di quella che si andrà purtroppo configurando come una strategia complessiva imperialista finalizzata a ripristinare il dominio americano-israeliano-saudita, non ci possono essere ambiguità o tentennamenti. In parole ancora più semplici, il famoso “né, né”, “né con l’uno, né con l’altro”, non può essere contemplato. O ci si schiera da una parte o dall’altra. Tertium non datur.
Ora, mi piacerebbe sapere – non per fare l’elenco dei “buoni e dei cattivi”, me ne guardo bene – ma per ragioni di chiarezza politica, chi si schiera da una parte e chi dall’altra.
Che posizione assumeranno le variegate sinistre europee ed occidentali? E che posizione, ad esempio, assumeranno i curdi, celebrati sempre e comunque da tutte le suddette sinistre, nessuna esclusa? Dopo essere stati coccolati e poi abbandonati dagli americani, come si porranno ora di fronte a questo atto di guerra perpetrato da quelli che fino a pochi mesi fa (non so, onestamente, quali relazioni intercorrano adesso…) erano i loro alleati e principali referenti politici?
Voglio sottolineare che non c’è nessuna vis polemica in queste mie parole. Penso però che, pur nella estrema complessità che contraddistingue questo nostro mondo (in particolare quello attuale) – ci sono situazioni dove siamo chiamati ad assumere posizioni nette, chiare e distinte, senza se e senza ma, come si suol dire, e questa è una di quelle.
Fonte foto: La Repubblica (da Google)