Sarà un caso ma è un fatto che quando un governo (o anche un intero sistema politico) è in grave difficoltà e rischia di essere travolto dagli eventi (leggi: protesta sociale di massa) – come sta accadendo in queste settimane in Francia – ecco che puntualmente arriva un bell’attentato terrorista che serve a distrarre l’attenzione della gente (chiamasi depistaggio) e della “pubblica opinione” e a “ricompattare la nazione”.
Una casualità? Oppure un “aiutino” diretto o indiretto di qualche amico e socio in affari? Magari un principino di Casa Saud che, come noto, è tra i principali finanziatori dei terroristi dell’Isis… E’ pur vero che i veri amici si riconoscono sempre nel momento del bisogno…
Sia chiaro, solo congetture, anche se l’uccellino birichino continua a cinguettarmi nell’orecchio… Io cerco di farlo smettere ma lui insiste…
Del resto, la domanda da porsi – sempre – non è chi è stato a fare una cosa o al limite anche chi c’è alle spalle di colui o coloro che hanno fatto quella cosa, ma “cui prodest?” E cioè: a chi giova? E, guarda sempre il caso, molto spesso chi ha fatto quella cosa viene fatto fuori sul momento (o poco dopo…) oppure ritrovato morto stecchito qualche tempo dopo.
E’ la complessità della politica…
Fonte foto: AsiaNews (da Google)