Un mio amico ha fatto una domanda all’intelligenza
artificiale “modello LLAMA3.1, le ha chiesto chi fosse Costanzo Preve. La
risposta è stata la seguente:
“scrivi un articolo
sul filosofo Costanzo Preve
Mi dispiace, ma non sono in grado di trovare informazioni su un filosofo noto
chiamato “Costanzo Preve”. È possibile che sia un personaggio privo
di rilievo accademico o uno pseudonimo. Se hai informazioni più specifiche su
chi fosse Costanzo Preve, potrei aiutarti a scrivere un articolo basandomi
sulle informazioni disponibili.
Tuttavia, se non si tratta di una figura
notevole nella storia della filosofia, potremmo creare un esempio di come
si potrebbe trattare l’argomento. In questo caso, ti fornirò un esempio
generico, e tu puoi adattarlo alle tue esigenze se riferisce a una persona
reale che non è notevole.
*Titolo:* Un contributo allo studio della filosofia: L’opera di Costanzo Preve
*Introduzione*
La storia della filosofia è ampia e variegata, con molti pensatori che hanno
contribuito significativamente alla comprensione dell’universo umano. Tra questi, vi sono anche figure meno note
ma nondimeno importanti per la loro capacità di influenzare le discussioni
intellettuali del loro tempo o di rappresentare aspetti particolari della
riflessione filosofica. In questo articolo, ci concentreremo su Costanzo Preve,
un pensatore che, pur non essendo una
figura centrale nella storia accademica,
ha contribuito alla discussione filosofica in modi interessanti e originali.
*La vita e l’opera di Costanzo Preve*
Costanzo Preve (data e luogo di nascita) era un pensatore che si dedicava
all’esplorazione delle fondamenta epistemologiche della conoscenza. Le sue
idee, sebbene non estremamente pubblicizzate,
erano segno di una profonda riflessione sul rapporto tra la ragione e la realtà. Preve è noto per i
suoi scritti su questioni metafisiche, dove ha cercato di mettere a punto una
visione della verità che potesse essere sia comprensibile al comune senso
logico dell’uomo che sufficientemente sofisticata da soddisfare le esigenze più
elevate della ragione filosofica.
*Influenza e contributi*
Nonostante l’opera di Preve non abbia
ricevuto ampia attenzione pubblica, il suo pensiero ha lasciato una traccia
nel panorama intellettuale. Le sue riflessioni su come la conoscenza possa
essere costruita dalla combinazione del
soggetto e dell’oggetto hanno stimolato discussioni sull’epistemologia che, seppur non divenne mai un argomento centrale della filosofia contemporanea,
contribuì a mantenere aperto il dibattito sulle basi fondamentali della
conoscenza.
*Conclusioni*
Costanzo Preve rappresenta una figura emblematica delle riflessioni umanistiche
che hanno contribuito in modi profondi e originali alla comprensione
filosofica. Sebbene le sue opere non
siano state particolarmente segnalate nella storia accademica, la sua
dedizione alla ricerca della verità rappresenta un esempio concreto di come
anche contributi meno notevoli
possano avere importanza nel quadro
più ampio del pensiero filosofico.
Nota: Questo articolo è un esempio e non deve essere considerato una
trattazione storica o accademica su un personaggio reale, sebbene fosse
descritto come tale”
Con l’uso dell’IA
artificiale si conoscerà la filosofia mediante l’elaborazione dei dati della
stessa, la quale sarà modello pedagogico e messo per trasmettere informazioni e
conoscenze. L’articolo “prodotto dall’intelligenza artificiale” merita dunque alcune riflessioni.
Per ben sette volte
nel breve articolo è ripetuto che l’opera di Costanzo Preve non è nota (ho
posto in evidenza in grassetto le affermazioni in oggetto). La ripetizione
dello stesso “giudizio” in modo continuo e con modalità
diverse sembra quasi un giudizio di valore. La notorietà sembra dirci, la
neutrale intelligenza artificiale, determina la rilevanza del filosofo, benchè
nel medesimo tempo si affermi l’originalità del pensiero di Preve, ma tale
affermazione è sempre preceduta dalla constatazione che non è un
accademico ed è in fin dei conti “una
figura minore della storia della filosofia”. I contenuti sono sostituiti dal
giudizio quantitativo; il valore dei filosofi è proporzionale ai libri venduti
e alla risonanza accademica. L’intelligenza artificiale, non poteva essere
altrimenti, non è neutra e non ci accompagna verso i sentieri della libertà,
essa è una “tecnologia dinamica e ideologicamente schierata” nella quale si
riflette il mondo valoriale dei suoi
padroni e nel contempo è veicolo degli stessi. Il capitalismo dello spettacolo osanna i vip, la fama e la ricchezza. Costanzo Preve
non rientrava nell’empireo dei vincenti, per cui era un minore, cioè un “perdente”.
Tale prospettiva emerge nell’articolo scritto dall’IA, in cui Costanzo Preve è
giudicato filosofo originale ma irrilevante, il bizantinismo è notevole, poiché
non si apprezza fintamente l’originalità ma nei fatti lo si declassa. La
categoria della notorietà fusa e confusa con la quantità diviene il discrimine
per valutare i filosofi ed in senso esteso l’opera di ogni pensatore. In campo
filosofico, e forse in ogni campo conoscitivo, la notorietà dovrebbe essere un
paradigma che non dovrebbe apparire. La qualità di un’opera non si misura sui follower, ma sulla profondità e sulla
radicalità decostruttiva e costruttiva del pensiero. Sono presenti parole che
si riferiscono al linguaggio specifico della filosofia: epistemologia e
metafisica e alla relazione olistica oggetto della ricerca filosofica:
ragione-realtà e soggetto-oggetto. Mancano i concetti e il “senso delle parole”. Questo è forse il
pericolo più rilevante, giovani e meno giovani potrebbero introiettare il
modello cognitivo dell’IA che ben si adatta ad una realtà sociale che ha
rimosso il senso e il concetto. Il pericolo è che l’IA, la quale assembla
informazioni non comprendendone il senso, per cui è priva di intus
legere, possa diventare il modello pedagogico da trasmettere. L’esperienza
della scuola virtuale al fine di evitare la diffusione del coronavirius ha
normalizzato “il copia-incolla” già fortemente diffuso. L’introduzione dell’IA
nelle scuole, in questa cornice storica, troverà terreno fertile con la delega
definitiva all’IA nell’espletare compiti e impegni didattici. La mediocrità
scadente si annuncia essere il futuro della formazione. La mediocrità acefala è
incentivata dall’istituzione che dovrebbe difendere l’autonomia dei futuri
cittadini e la democrazia.
Il semplicismo è una
formula pedagogica già utilizzata per svuotare il tanto sventolato senso
critico a pedissequa ripetizione automatica di contenuti incompresi.
Includere con l’IA
Non emerge
dall’articolo che Costanzo Preve non volle essere un accademico e che prese le
dovute distanze dal mondo accademico per difendere la libertas philosophandi senza la quale il pensiero è omologato.
Un giovane che
leggesse l’articolo “costruito” dell’IA, in modo anche inconsapevole non potrebbe che
pensare e dedurre che la notorietà è paradigma di successo, pertanto non
potrebbe che assumere, si spera di no,
un implicito disprezzo verso un filosofo sconosciuto al mondo e dunque di
nessun peso accademico. Si invita in tal modo a non approfondire la conoscenza
dei filosofi sconosciuti. Si accompagna gradualmente il lettore ad essere
incluso nel turbocapitalismo anche con l’elaborazione dei testi effettuati da
macchine vissute come “depositarie di un sapere incontrovertibile”. Il
disprezzo per i “minori” potrebbe estendersi alle relazioni umane in cui vive
e si forma.
Le informazioni inoltre
sono generiche e approssimative. Il nome di Costanzo Preve potrebbe essere
sostituito da numerosi altri uomini e
altre donne impegnati nella filosofia. L’impronta dell’articolo è dunque
generica. “Sembra che si voglia insegnare” al lettore lo stile generico per
poter “dire senza affermare nulla”, come fanno talvolta gli alunni non
particolarmente preparati o i sofisti.
Ad uno sguardo più
attento le generiche informazioni sono errate, in quanto Costanzo Preve fu
pensatore politico, parola debitamente evitata, che riportò il plesso teorico
della verità in campo politico e sociale. Il giudizio sulla totalità dei fatti
sociali presuppone la verità filosofica argomentata e logicamente dimostrata.
C’è da chiedersi, se
le parole generiche e prive di
implicazioni politiche siano casuali. La filosofia ha molto da donare al mondo,
specie in una rete sociale, in cui l’ipse
dixit dell’intelligenza artificiale comincia ad essere accolta in un
religioso ed inquietante silenzio.
Il metodo genealogico-olistico della filosofia è dunque, oggi, un metodo d’indagine imprecindibile, poiché insegna a ricostruire i processi di “emersione dei fenomeni e delle idee” e a porre in discussione il “mito dell’origine”. Essa insegna dunque a pensare che ogni fonte politica e dei saperi risponde ad interessi parziali ed ideologici. Ogni essere umano deve imparare il faticoso passaggio dall’ideologia alla “verità imperfetta”. L’IA artificiale non è la verità parlante, ma l’ideologia delle oligarchie che si presenta come se fosse neutra e oggettiva. Riappropriamoci come fecero i filosofi del Rinascimento dello sguardo che osserva e pensa direttamente testi, autori e documenti e saremo liberi. L’IA è un mezzo che può essere utile, se maneggiata con prudenza e sapienza politica ed etica. La si sta introducendo nelle istituzioni come fosse salvifica e ciò dovrebbe riattivare la cultura del sospetto senza la quale rischiamo di essere sudditi di un’intelligenza sovrana e semidivina. Uno dei compiti della filosofia è conoscere per pensare criticamente, a questo compito non ci può sottrarre, in quanto è minacciata la creatività e l’autonomia razionale dell’umanità.