Foto: Arianna editrice (da Google)
Le cose del mondo sono sempre ambivalenti e, nonostante il fatto che pensare l’ambivalenza sia l’arte più difficile ed “esistenzialmente” costosa di tutte, noi dovremmo avere la forza di sostenerla sempre.
E, a proposito di ambivalenze problematiche, nessuno di noi si sognerebbe di mettere in dubbio la valenza dell’uguaglianza astratta nata con i “tempi moderni”. Solo in pochi, però, si mostrano consapevoli che, come tutte le cose del mondo, anche l’uguaglianza possiede un volto ambivalente. Se essa, infatti, è stata portatrice di emancipazione e di liberazione di forze innumerevoli, ha significato anche la nascita di un soggetto socio-politico (e lato sensu esistenziale), privo di appartenenze comunitarie, autoreferenziale, tendenzialmente slegato dagli altri soggetti, del tutto irrelato e atomizzato. Sono ancora in minor numero coloro (e parlo degli studiosi di professione non certo della gente comune) i quali si mostrino avvertiti fino in fondo del fatto che la fine delle appartenenze comunitarie pre-moderne, e cioè l’emersione dell’individuo “autonomo”, rapidamente diventato individualismo, abbia aperto un enorme spazio vuoto nella coscienza umana e uno spazio vuoto ancora più grande nella condizione politica.
Nei nostri giorni, per esempio, sono in tanti a inveire contro la sciagura neo-liberista. Non c’è alcun dubbio che costoro – nel cui numero mi inserisco anch’io – abbiano perfettamente ragione: il neoliberismo ha rappresentato un imbarbarimento (e forse perfino una obliterazione selvaggia) dell’idea che l’uomo sia anzitutto un essere nato nell’”altro”, e dunque sociale fino in fondo (Margaret Hilda Thatcher, nella sua delirante miopia politica e ignoranza intellettuale, affermava che non esiste la società ma soltanto gli individui), ed è pertanto assolutamente urgente oggi mutare scenario.
Per farlo, tuttavia, occorre ricordarsi che non è stato il neo-liberismo ad inventare l’individuo, e meno ancora l’individualismo. Se vogliamo avere qualche speranza di successo nella lotta contro questa barbarie indegna dell’umano, dobbiamo tener fortemente conto del fatto che il cuore pulsante dell’individualismo batte nelle contraddizioni che si annidano nei dilemmi irrisolti (e forse irrisolvibili) dell’uguaglianza moderna.