L’afflato egualitario che aveva segnato e contraddistinto la fase moderna della storia occidentale è stato pressoché abbandonato. La spinta verso l’uguaglianza, esattamente la stessa che aveva provocato la tensione individuo/collettività tipica del moderno, ha ceduto il posto ad altro. Non è più l’uguaglianza, infatti, ciò che costruisce la scena politica occidentale, ma è la tecnica che determina le condizioni sulla base delle quali l’uguaglianza stessa può manifestarsi.
È chiaro però che, in un quadro segnato dalla tecnica, l’uguaglianza non può che risolversi in conformismo omologante: la tecnica, infatti, non può che cancellare l’uguaglianza in favore della piattezza imposta e costruita dal capitale. Non basta. La tecnica produce, altresì, una forma subdola di disuguaglianza, data ormai dagli oligarchi dell’expertise tecnica e dai signori della finanza.
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