È sempre interessante analizzare i personaggi della narrativa cercando in essi un’identità archetipica. Di base, tutti i personaggi della letteratura e del cinema rappresentano sempre un archetipo: partendo dai semplicissimi schemi delle favole (il buono, il cattivo, la vittima, etc.) per arrivare a rappresentazioni più ricercate come nel caso dei personaggi de “il settimo sigillo” di Bergman, che incarnano una serie di simboli più complessi quali la logica, la fede o la morte.
Quindi i personaggi delle storie, che si tratti di complesse opere o che si tratti di cartoni per bambini, hanno sempre un rapporto con la sfera simbolica e ne sono rappresentativi. Talvolta però la lettura di questo simbolismo può essere eseguita su più livelli, arrivando a parlare (come nel caso di Freud riguardo ai sogni) di contenuti manifesti e consci e contenuti latenti e inconsci, specie quando il loro successo è dovuto a una forte partecipazione popolare che li ha resi parte dell’immaginario collettivo.
In questo senso mi è sorta di recente una riflessione: qualche settimana fa mi sono imbattuto nel trailer del nuovo film di Batman, un titolo che certamente non passa inosservato. La prima considerazione che si sente spesso fare quando esce un film su Batman (almeno per chi si interessa anche di cinema popolare) è: “chissà come lo faranno questa volta”. Non c’è dubbio infatti che, per quanto sia esplosa di recente una tendenza holliwoodiana a produrre film su tutti i super eroi dei fumetti, il personaggio di Batman goda da molto tempo di un posto d’onore nel cinema, diventando senza ombra di dubbio il super eroe più trasposto sul grande schermo degli ultimi trent’anni. Questo personaggio sembra avere un’ascendenza maggiore di qualsiasi altro sul grande pubblico, e si sente spesso dire che ciò è dovuto al fatto che Batman, essendo privo di superpoteri, sarebbe più umano degli altri supereroi. Inoltre la sua storia è caratterizzata da un trauma subito da piccolo e tutto ciò lo renderebbe quindi più capace di coinvolgere le masse.
Ma vedere questo ennesimo trailer di Batman mi ha sollecitato una riflessione riguardante sia i simboli rappresentati da questo supereroe e sia un loro eventuale rovesciamento, arrivando a notare quanto il personaggio di Batman si presti volentieri a diverse letture su diverse scale. In senso “manifesto”, Batman sarebbe un eroe, una persona giusta, con un’elevata statura morale e che con le proprie azioni dovrebbe realizzare il bene. Ma se lo analizziamo prestando attenzione al contesto in cui nasce questo personaggio ed alla sensibilità politica e sociale che questo contesto ha, ovvero gli Stati Uniti d’America, diventa molto interessante il modo in cui l’uomo pipistrello può essere interpretato: Bruce Wayne è infatti un supermiliardario della elite americana e il patrimonio in suo possesso non è “self-made” quanto invece un’eredità lasciatagli dai genitori. Bruce è ossessionato da un trauma, infatti quando era bambino un criminale efferato (o disperato?) uccise i suoi genitori per qualche dollaro, proprio davanti ai suoi occhi. Da allora Bruce sublima il suo trauma in un’attività di ronda notturna e mascherata, spendendo i suoi soldi per implementare i propri mezzi destinati alla violenta guerra contro il crimine.
Che presa di coscienza abbiamo quindi? Chi o cosa è veramente Batman se visto sotto un’analisi più approfondita? C’è da dire che Bruce può tranquillamente passare dall’essere un personaggio elevato e caratterizzato da un percorso di crescita morale, a un personaggio limitato, da sempre incapace di avere quella presa di coscienza e di elaborare il proprio trauma e il proprio dolore. Invece di comprendere che certi comportamenti criminali sono sempre frutto della povertà, egli preferisce rimanere sul piede di guerra; piuttosto che pensare a investire i soldi in progetti di riqualificazione sociale, costruisce pistole, cannoni e armature per andare a menare in giro per le strade. Insomma, un personaggio sempre meno eroico e sempre più contraddittorio.
Non c’è dubbio che tutto questo esercizio intellettuale rimanga un qualcosa di giocoso, ma sotto certi aspetti è interessante notare le forti affinità che ci sono tra i limiti delle prese di coscienza di Bruce e quelli del sistema americano: entrambi sono incapaci comprendere la relazione tra criminalità e povertà ed entrambi attuano una risposta punitiva e reazionaria. Sarà forse anche questo il motivo del suo grande successo?
Fonto foto: GQ Italia (da Google)