Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Alla fine la sinistra istituzionale ha portato in piazza meno manifestanti degli antifascisti.
E’ la mera constatazione della giornata di Pontedera, domenica 21 Gennaio, con l’apertura della sede di Forza Nuova alla quale hanno risposto realtà sociali e giovanili, organizzazioni politiche con un partecipato presidio in Piazza Belfiore.
Nel corso della settimana era emersa la chiara volontà di Sinistra Italiana e del Partito democratico di organizzare la classica iniziativa istituzionale precostituita, il solito richiamo astratto alla Costituzione decontestualizzato dalla realtà odierna, il classico presidio “democratico” statico a centinaia di metri dalla sede di Forza Nuova.
Al presidio istituzionale (dentro cui sventolavano un paio di bandiere del PCI oltre a Sinistra Italiana e Democratici) hanno partecipato 40 persone, a quello degli antifascisti circa 100.
Non c’è da esultare ma da riflettere innanzitutto sull’antifascismo da operetta, funzionale solo alla campagna elettorale per le comunali del prossimo Giugno, alla riscoperta dell’antifascismo in maniera funzionale alla salvaguardia degli equilibri politici e della Giunta di centro sinistra.
Perchè un antifascismo moderno ed efficace non può ignorare il sostegno della sinistra istituzionale all’Ucraina del battaglione Azov o il silenzio assenso allo sterminio del popolo palestinese. Nè possiamo tacere sullo storico sdoganamento del fascismo storico operato oltre vent’anni fa con le dichiarazioni concilianti dei vertici del Pd di allora sulle ragioni dei “ragazzi di Salò”, per non parlare poi della risposta securitaria al disagio sociale e alla miseria sancito dai pacchetti sicurezza votati dai Governi tecnici e di centro sinistra.
L’antifascismo non può ridursi a un coacervo di luoghi comuni e di pratiche incoerenti, per questo i giovani studenti hanno preso le distanze, come tanti altri, da un presidio istituzionale che fin dall’inizio era chiaro non si sarebbe avvicinato di un metro alla sede di Forza Nuova.
Dopo una assemblea in piazza Belfiore si è tenuto un corteo, senza autorizzazione, che ha attraversato le strade di Pontedera in maniera assolutamente tranquilla, a conferma che lo spauracchio degli incidenti, sollevato da qualche esponente del centro sinistra, era solo una scusa per non fare i conti con un antifascismo da operetta, funzionale solo alle candidature delle prossime elezioni amministrative.
Il corteo si è sciolto alle 18,30 dopo tre ore di iniziative che hanno ribadito la natura antifascista del territorio, un antifascismo attualizzato ai nostri giorni e non ostaggio di ricordi appassiti e posizioni politiche odierne all’insegna dell’anticomunismo.
Abbiamo chiesto ai militanti della Cub e del MPRC presenti in piazza Belfiore un approfondimento sulla presenza di una organizzazione come FN in provincia di Pisa
La presenza di organizzazioni di estrema destra a Pontedera non è nuova, nel corso degli ultimi 20 anni si sono materializzate, e velocemente dileguate, sia Forza Nuova che Casa Pound, con presenze numericamente risibili e un impatto pari a zero.
La premessa è indispensabile per domandarci la ragione di questa nefasta presenza in un territorio colonizzato dalla Piaggio e dal suo indotto, da un modello industriale in decadenza dopo anni di delocalizzazioni produttive in una area che ormai da lustri è in fase di forte ridimensionamento con la chiusura di aziende in regime di mono committenza Piaggio e con il depotenziamento del sito produttivo Pontederese della casa madre.
Seguendo la lezione gramsciana bisogna sempre interrogarsi su come nasce e si sviluppa la reazione e lo faremo anche questa volta senza limitarci ad analisi approssimative o al mero richiamo di una Costituzione ormai carta straccia dopo il pareggio di Bilancio e il voto al parlamento europeo nel 2019 che equiparava, con i voti del centro sinistra, fascismo e comunismo come mali assoluti.
Nel territorio della Valdera è attivo un comitato formato da realtà locali, Valdera Avvelenata, che protesta nei paesi contro le discariche e l’inquinamento recato dal Keu, materiale derivante dal trattamento termico dei fanghi di depurazione prodotti dal depuratore e nel quale vengono convogliati i reflui delle aziende conciarie di Santa Croce; le miscele di Keu, con altri materiali inerti, venivano commercializzate come materiale da utilizzare in vari modi.
E su queste modalità di utilizzo si è aperta una inchiesta della Magistratura con il rinvio a giudizio di politici e imprenditori;il materiale, da analisi effettuate, è risultato privo delle caratteristiche necessarie per essere considerato un sottoprodotto da impiegare ad esempio nelle lavorazioni stradali, si tratta invece di un rifiuto speciale da trattare in ben altro modo.
Citiamo testualmente da un articolo documentato pubblicato mesi or sono
“Questo materiale è stato utilizzato in diversi cantieri presenti sul territorio toscano, a partire dall’area di urbanizzazione, denominata “Green Park”, nel comune di Pontedera. Proprio dalle indagini presso questo sito, ARPAT ha potuto verificare la vera natura del materiale utilizzato come sottofondo per la realizzazione di infrastrutture viarie; da qui ha esteso la propria attività ispettiva che ha interessato altri siti fino alle indagini specifiche presso l’impianto di produzione della ditta …..”
Cos’è il keu e quali controlli sta facendo Arpat dopo l’inchiesta – Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile
Lo scandalo del Keu, l’appiattimento delle Giunte locali ai dettami della Piaggio, la presenza di comunità migranti nel territorio, la crisi occupazionale che riguarda migranti e autoctoni, ha creato il terreno fertile per la presenza dell’estrema destra che tuttavia resta assolutamente marginale e con risibili consensi. Resta il fatto che far leva sulla impotenza e il progressivo impoverimento dei settori popolari, soffiare sul vento del razzismo e della xenofobia, proporre la militarizzazione del quartiere della stazione di Pontedera rappresenta la classica risposta a un problema sociale ed economico che il centro sinistra locale non ha saputo e voluto affrontare.
Contrastare la presenza della estrema destra sul territorio della Valdera significa innanzitutto fare i conti con questa realtà, ricostruire iniziative di solidarietà attiva verso le classi sociali meno abbienti, azioni di supporto intraprese anche dal collettivo Valdera Comunista nato da due anni nel quartiere Piaggio e riconosciuto dalla popolazione come interlocutore per istanze sociali, rivendicazioni abitative e di natura sociale. Il ruolo istituzionale è stato quello del contenimento del danno derivante dai rigurgiti della estrema destra e sempre in maniera strumentale per favorire accordi elettorali e sindacali al ribasso. Questa pratica fallimentare non aiuterà a sconfiggere il razzismo e a contrastare la strumentalizzazione del disagio sociale, al contempo non sarà di alcuna utilità l’antifascismo istituzionale da operetta che non affronta le problematiche del territorio pensando solo alle campagne elettorali e che non fa i conti con il sostegno dei partiti nazionali di centro sinistra alla guerra della Nato in Ucraina.
La presenza nella piazza antifascista e non con il presidio istituzionale è una scelta politica dirimente per non perseverare in una narrazione parziale e tossica della realtà finalizzata solo a salvaguardare rapporti di potere senza mai fare i conti con l’inquinamento, la desertificazione industriale e l’impoverimento delle classi popolari di tutta l’area, le quali, abbandonate al loro destino, offriranno il terreno fertile per l’ascesa delle destre.