Gli Stati Uniti d’America fanno oggi quello che hanno sempre fatto negli ultimi ottant’anni: la potenza imperialista neo-coloniale, dalla fine della guerra fredda pure in un contesto unipolare. Certo, lo hanno fatto col volto gentile: basti solo pensare alla produzione culturale di quel paese nell’ultimo secolo e di come cinema, musica e letteratura a stelle e strisce abbiano influenzato più di una generazione occidentale. Ma ciò non toglie che lo abbiano fatto, utilizzando CIA e NATO come subdolo braccio armato: la dottrina Monroe con cui hanno soggiogato il “cortile di casa” sudamericano, il Piano Marshall con cui si sono comprati l’Europa occidentale, la Strategia della tensione con cui l’hanno terrorizzata. E poi ancora: la dittatura dei colonnelli in Grecia, i golpe di Cile e Argentina, le trame sporche a Panama e Nicaragua, l’embargo di Cuba, la guerra ideologica in Vietnam, il massacro in Indonesia, la destabilizzazione del medio oriente con leader come Saddam e Osama Bin Laden prima usati per fini geopolitici e poi massacrati quando non servivano più, l’esportazione della guerra con le bombe intelligenti, l’uso politico dello Stato di Israele per il controllo politico, economico e militare di quell’area strategica, i “regime change” e le “guerre per procura” in Europa orientale. E si potrebbe continuare…
Il truce Trump lo sta facendo solo in modo più volgare e naïf, ma gli Stati Uniti d’America lo fanno da almeno ottant’anni. Ora, io so bene che la propaganda è infida e micidiale (sto infatti leggendo due libri, di Claudio Fracassi e Simona Ruffino, che provano a dissezionarla e raccontarla), però mi stupisco molto che i liberal di casa nostra sé ne accorgano soltanto adesso.
Nel frattempo la russofobia ha raggiunto livelli da paranoia orwelliana: dopo la proibizione dei corsi su quel putiniano di Dostoevsky, di recente a Treviso qualcuno ha protestato contro la rappresentazione di Anna Karenina di quel noto rossobruno di Tolstoj. Al che, i miei dubbi sulla possibilità che la nostra specie possa sopravvivere a questi venti di guerra si fanno sempre più solidi. Anche se provo a distrarmi col cinema, americano: col che, il cortocircuito e’ totale…